lunedì 20 aprile 2009

Nova, due ragazze violentate: fermati tre operai rumeni

Nova Milanese - Aver prelevato due ragazze sulla strada violentandole brutalmente per ore prima di rilasciarle. Di questo sono accusati tre rumeni residenti a Nova Milanese individuati dai carabinieri della compagnia di Monza, insieme ai colleghi di Sesto San Giovanni, come gli autori di due sequestri di persona a scopo di violenza sessuale nei giorni immediatamente precedenti la Pasqua. L’indagine è cominciata venerdì scorso alle 6 di mattina quando una nigeriana di 22 anni ha telefonato al 112 facendo capire di essere stata vittima di un reato. Solo successivamente, con l’aiuto di un interprete, ha spiegato ai militari monzesi che cosa era accaduto. La donna era stata prelevata la sera prima, intorno a mezzanotte, su viale Fulvio Testi in una zona al confine tra Cinisello Balsamo e Monza, da tre individui arrivati a bordo di una macchina. La ragazza era stata portata a forza in un appartamento dove i tre, all’apparenza slavi, avevano ripetutamente e brutalmente abusato di lei, costringendola anche a prestazioni particolarmente perverse. Alla fine era stata rilasciata in una zona periferica di Monza.

La spada giapponese. Il racconto della nigeriana, portata poi alla clinica Mangiagalli per gli esami del caso, è stato molto particolareggiato sia nella descrizione dei suoi aguzzini che in quella dell’abitazione. Proprio lì, appesa a un muro, aveva notato una spada giapponese, una katana. L’inchiesta dei carabinieri ha avuto una svolta il giorno successivo quando una rumena di 24 anni ha segnalato all’Arma di Sesto di essere stata sequestrata da tre uomini che con la loro auto l’avevano portata in aperta campagna per violentarla a turno. La zona probabilmente è quella al confine tra Monza e Muggiò. Era abbastanza chiaro, insomma, che si poteva trattare delle stesse tre persone che avevano preso anche la 22enne nigeriana.

Le testimonianze e il blitz. I carabinieri sono riusciti a risalire ai tre grazie soprattutto alle dichiarazioni di un’altra ragazza, una lucciola che si è ricordata di un controllo effettuato dai carabinieri su un’auto con le stesse caratteristiche di quella dei violentatori, sulla quale c’erano tre persone. Una verifica sull’attività delle pattuglie in quella zona ha permesso di recuperare le generalità dei tre che occupavano l’Alfa Romeo 147 verde scuro usata per l’occasione. Ieri mattina i carabinieri sono entrati in azione in due abitazioni di Nova Milanese, fermando Gavrila Grab, 21 anni, Vasile Coman, 22, Petre Timis, 24 anni, tutti operai con regolare permesso di soggiorno, due dei quali sposati. Nella casa di uno di loro è stata trovata la spada giapponese descritta dalla nigeriana. I carabinieri hanno anche sequestrato un coltello (usato per far stare zitte le donne nel trasporto in auto, durante il quale venivano coperte con un giubbotto per evitare che capissero dove venivano portate) e un tesserino con i dati personali di una delle vittime che le era stato tolto intimandole di non proferire verbo con i carabinieri. Le due ragazze hanno riconosciuto fotograficamente i loro aggressori.

Incredibile ma vero. Anche gli italiani emigravano in Romania

Per molti suonerà strano. Eppure è la realtà dei fatti. C’è stato un periodo, non molto lontano, in cui gli italiani emigravano in Romania e, proprio come i rumeni da noi, non avevano una buona nomea nel Paese adagiato sul mar Nero. Una mostra sull’emigrazione, a Parma, spacca a metà il velo dei pregiudizi anti-rumeni che forgia la mentalità della gran parte del popolo italico di oggi. Oltre cento documenti inediti, portati alla luce dall’Archivio di Stato, svelano una realtà fatta di clandestinità, di bambini sfruttati e venduti per mendicare, di pregiudizi degli altri Paesi nei nostri confronti e quant’altro. Un episodio è emblematico. Una lettera inviata in Italia dal console italiano in India, nel 1893, spiega come a Bombay tutti gli sfruttatori della prostituzione venissero considerati erroneamente di origine italica. Tanto che italiano divenne sinonimo di sfruttatore di prostitute. Verso la metà del ’900, invece, fu la Romania il paese che maggiormente poneva veti alla nostra immigrazione. Il capo della polizia, Carmine Senise, negli anni ’40 stigmatizzò in maniera perentoria il comportamento dei connazionali nella nazione rumena. In un suo comunicato scriveva "La legazione in Bucarest segnala che alcuni connazionali, giunti in Romania a titolo temporaneo, non lasciano il Paese alla scadenza del loro permesso di soggiorno provocando inconvenienti con le autorità di polizia romene anche per il contegno non sempre esemplare da loro tenuto e per l’attività non completamente chiara dai predetti svolta". Insomma gli italiani arrivavano in Romania con un semplice visto turistico, ma poi erano soliti trattenersi ben oltre la sua naturale scadenza. Il fenomeno era talmente massiccio che Mussolini fu costretto ad emanare un divieto di espatrio per gli operai specializzati. Potevano partire solo operai semplici, dopo rigide procedure di controllo della documentazione, viste le lamentele che giungevano da altri Paesi. L’Italia non fu immune nemmeno dalla tratta dei bambini. Soprattutto a metà del diciannovesimo secolo, molti baby-mendicanti venivano, di fatto, affittati ad adulti affinchè diventassero garzoni o mendicanti, subendo maltrattamenti e umiliazioni di ogni genere. La maggior parte di loro non fece più ritorno nel suo paese d’origine. Un affresco degno di un’opera di Victor Hugo.

La mostra di Parma rappresenta un tuffo nella storia che sia di insegnamento per le generazioni future, bombardate da immagini, da flussi mediatici che rafforzano i pregiudizi anti-immigrati. Guardare al passato per mantere una coscienza critica verso il presente e non credere a tutto ciò che si vede e si dice sull’"altro", può essere una strada giusta per la crescita e lo sviluppo della società civile.

Arrestata banda di stupratori rumeni Due vittime in due giorni

Fermati tre romeni che violentavano in branco, grazie alla descrizione fornita da due loro vittime. Le donne, prostitute che lavoravano tra Monza e Cinisello, hanno denunciato i loro aggressori riportando dettagli della violenza definita dai carabinieri brutale

onza, 17 aprile 2009 - Finiti in carcere tre romeni denunciati per aver violentato due prostitute che lavoravano tra Cinisello Balsamo e Monza, e che hanno riconosciuto e identificato i loro aggressori.
Si tratta di tre romeni, operai regolari, incensurati: Petre Tinis, 24 anni, Vasile Coman 22 anni, e Gavrila Grab, 21 anni, sposato con una connazionale.
La loro prima vittima e’ stata una prostituta nigeriana di 22 anni, la notte di Venerd’ Santo.
L'avrebbero condotta a casa del Grab approfittando dell’assenza della moglie di lui, sotto la minaccia di un coltello.
Lì l’hanno ripetutamente violentata e seviziata per ore, da mezzanotte alle 6 del mattino, con modalita’ che i carabinieri hanno definito particolarmente brutali.
Dopo lo stupro, l’hanno fatta risalire in auto e l’hanno abbandonata in una zona deserta alla periferia di Monza. La donna ha chiamato il 113 e ha fornito con esattezza la descrizione degli aggressori e i particolari terribili della violenza.
La donna, è stata poi portata alla Clinica Mangiagalli di Milano, dove è stata sottoposta alle prime cure e alle analisi mediche.
La notte successiva i tre hanno colpito di nuovo. Vittima, questa volta una loro connazionale, una giovane romena di 24 anni.
Questa volta la violenza è avvenuta all’interno dell’auto. La ragazza ha dovuto subire ulteriormente la brutalità dei tre criminali che le hanno sottratto anche la tessera di una discoteca di cui la giovane era socia.
In posseso della tessera contenente i dati personali della giovane, gli aggressori l'hanno quindi minacciata di ritorsioni nel caso avesse sporto denuncia.



I militari hanno iniziato le indagini dopo aver raccolto le denunce delle due vittime: hanno capito che si trattava della stessa banda dopo che la seconda ragazza fornito la medesima descrizioni degli aggressori.

RUBANO ELEMOSINE IN CHIESA, DUE RUMENI ARRESTATI A BISCEGLIE

Bari, 16 apr.- Due cittadini rumeni, sorpresi a rubare le offerte in una chiesa di Bisceglie (Ba), sono stati arrestati dai carabinieri. Si tratta di un 19enne ed un 20enne, finiti in carcere con l'accusa di furto aggravato in concorso.
I militari, attivati da una telefonata al "112" sono intervenuti nella chiesa di San Pietro, in via Armando Vescovo, e hanno bloccato i due giovani che stavano allontanandosi con 20 euro in monetine. Gli stranieri sono stati rinchiusi nel carcere di Trani, mentre la refurtiva e' stata restituita al parroco.

Immigrazione: scoperto un lager con 40 rumeni

Ammassati, stipati come bestie. 40 rumeni scoperti a vivere in un garage senza acqua e servizi igienici. Senza finestre e con la fogna che scorre sotto i loro piedi. Questo scenario, a dir poco raccapricciante, è stato scoperto dagli agenti del Commissariato di Polizia di Cerignola, nel corso di una serie di controlli all'interno di una azienda a conduzione privata, che commercializza carciofi in località Tressanti, nelle campagne del centro ofantino. 40 gli stranieri tra cui 15 donne e fortunatamente nessun minore. Il più piccolo - dicono i rumeni - ha 20 anni. Lercio il garage adibito a dormitorio. Topi, scarafaggi e pidocchi che camminavano sui materassi, materassi di fortuna sudici e maleodoranti, adagiati su mattoni in tufo o cassette in plastica. Non solo. Residui di cibo sparsi ovunque, accanto a scarpe ed abiti sporchi. Nauseante l'odore di escrementi. Lo scenario non cambia quando dal dormitorio si passa alla cucina. Pentole incrostate d'olio e fornelli unti; carne, salumi avariati e pane ammuffito buttati nei cassetti tra arnesi da lavoro e scarti di motore. Un unico bagno, a cielo aperto o meglio una piccola stanzetta con una pompa dell'acqua adibita a doccia. I rumeni stando a quanto accertato fino a questo momento sarebbero tutti in nero. Erano incaricati di raccogliere i carciofi, di lavarli - ma con acqua di pozzo, non potabile - di selezionarli e di sistemarli in cassette. Alla fine di questo lavoro per ogni carciofo prendevano due centesimi di euro, che tradotto in termini di salario giornaliero, significa che gli stranieri guadagnavano, circa 20/30 euro per dieci-quindici ore di lavoro. Intanto proprio per verificare anche le condizioni igieniche con cui veniva trattato il prodotto, insieme alla polizia si sono recati sul posto anche alcuni vigili sanitari dell'Asl. I romeni saranno ora condotti nel commissariato di Cerignola e interrogati dal pm Livia Giorgio. Gli investigatori stanno anche valutando la posizione dei titolari della masseria

Tatiana Bellizi

Tatianzi

europa debole

Andare a fare una vacanza nei paesi in cui si paga in dollari, comprare prodotti cinesi a meno prezzo, pagare la benzina meno.
Io mi chiedo: ma i giornalisti che dicono queste scemenze lo sono o lo fanno? o non si rendono conto di quali idiozie stanno dicendo e confermano quello che penso e sento dire dalla gente, ovvero che sono solo schiavi di chi ha interesse a fargli dire simili balle.
Pagare la benzina meno: roba da morir dal ridere.
Certamente i petrolieri la pagano meno e certamente fanno un mucchio di soldi, visto che noi la paghiamo sempre lo stesso prezzo!
Comprare prodotti cinesi a minor prezzo: certo che se si potessero mangiare i computer o i lettori di DVD sarebbe conveniente. Peccato che la spesa ogni giorno si faccia in Euro e peccato che i beni alimentari e agricoli siano iperprotetti e di concorrenza da area dollaro non se ne parla nemmeno
Andare in vacanza dove si paga in dollari: la soddisfazione del pirla. A parte il fatto che sarebbe bene andare in vacanza in Italia, se fosse economicamente accessibile (ormai siamo più cari - sul serio - della Svizzera), ma che soddisfazione c'e' ad andare in vacanza dove si paga in dollari? E' soddisfazione andare in vacanza perchè si sta bene e si guadagna, non di certo quando tornando si potrebbe aver perso il posto di lavoro.
La realtà è che con l'euro così forte non si vende nulla all'estero e l'unico rimedio per le aziende è chiudere o andare a produrre dove il lavoro si paga in dollari. Oggi paradossalmente conviene aprir fabbriche in America, per non dire ovviamente tutti gli altri paesi dell'estremo oriente legati al dollaro.

La realtà è che gli americani sono furbi e usano la valuta politicamente per i loro interessi di medio e lungo periodo. Noi in Europa non abbiamo un potere politico che possa fare altrettanto e ci siamo affidati ai banchieri, che ovviamente gestiscono la valuta cercando di mantenerla ai valori più alti possibili. In questo modo garantiscono il potere di acquisto di chi i soldi li ha, contribuiscono ad aumentare il differenziale fra chi ha e chi non ha, e fanno sì che gli imprenditori e i loro dipendenti vadano in malora.
Quindi, andiamo in vacanza in area dollaro e, mentre siamo la', cerchiamo di vedere se possiamo aprirci un'attivita' e restarci, perche' qui, di questo passo, ci sara' ben poco da ridere.

EURO

EURO