lunedì 20 aprile 2009

Nova, due ragazze violentate: fermati tre operai rumeni

Nova Milanese - Aver prelevato due ragazze sulla strada violentandole brutalmente per ore prima di rilasciarle. Di questo sono accusati tre rumeni residenti a Nova Milanese individuati dai carabinieri della compagnia di Monza, insieme ai colleghi di Sesto San Giovanni, come gli autori di due sequestri di persona a scopo di violenza sessuale nei giorni immediatamente precedenti la Pasqua. L’indagine è cominciata venerdì scorso alle 6 di mattina quando una nigeriana di 22 anni ha telefonato al 112 facendo capire di essere stata vittima di un reato. Solo successivamente, con l’aiuto di un interprete, ha spiegato ai militari monzesi che cosa era accaduto. La donna era stata prelevata la sera prima, intorno a mezzanotte, su viale Fulvio Testi in una zona al confine tra Cinisello Balsamo e Monza, da tre individui arrivati a bordo di una macchina. La ragazza era stata portata a forza in un appartamento dove i tre, all’apparenza slavi, avevano ripetutamente e brutalmente abusato di lei, costringendola anche a prestazioni particolarmente perverse. Alla fine era stata rilasciata in una zona periferica di Monza.

La spada giapponese. Il racconto della nigeriana, portata poi alla clinica Mangiagalli per gli esami del caso, è stato molto particolareggiato sia nella descrizione dei suoi aguzzini che in quella dell’abitazione. Proprio lì, appesa a un muro, aveva notato una spada giapponese, una katana. L’inchiesta dei carabinieri ha avuto una svolta il giorno successivo quando una rumena di 24 anni ha segnalato all’Arma di Sesto di essere stata sequestrata da tre uomini che con la loro auto l’avevano portata in aperta campagna per violentarla a turno. La zona probabilmente è quella al confine tra Monza e Muggiò. Era abbastanza chiaro, insomma, che si poteva trattare delle stesse tre persone che avevano preso anche la 22enne nigeriana.

Le testimonianze e il blitz. I carabinieri sono riusciti a risalire ai tre grazie soprattutto alle dichiarazioni di un’altra ragazza, una lucciola che si è ricordata di un controllo effettuato dai carabinieri su un’auto con le stesse caratteristiche di quella dei violentatori, sulla quale c’erano tre persone. Una verifica sull’attività delle pattuglie in quella zona ha permesso di recuperare le generalità dei tre che occupavano l’Alfa Romeo 147 verde scuro usata per l’occasione. Ieri mattina i carabinieri sono entrati in azione in due abitazioni di Nova Milanese, fermando Gavrila Grab, 21 anni, Vasile Coman, 22, Petre Timis, 24 anni, tutti operai con regolare permesso di soggiorno, due dei quali sposati. Nella casa di uno di loro è stata trovata la spada giapponese descritta dalla nigeriana. I carabinieri hanno anche sequestrato un coltello (usato per far stare zitte le donne nel trasporto in auto, durante il quale venivano coperte con un giubbotto per evitare che capissero dove venivano portate) e un tesserino con i dati personali di una delle vittime che le era stato tolto intimandole di non proferire verbo con i carabinieri. Le due ragazze hanno riconosciuto fotograficamente i loro aggressori.

Incredibile ma vero. Anche gli italiani emigravano in Romania

Per molti suonerà strano. Eppure è la realtà dei fatti. C’è stato un periodo, non molto lontano, in cui gli italiani emigravano in Romania e, proprio come i rumeni da noi, non avevano una buona nomea nel Paese adagiato sul mar Nero. Una mostra sull’emigrazione, a Parma, spacca a metà il velo dei pregiudizi anti-rumeni che forgia la mentalità della gran parte del popolo italico di oggi. Oltre cento documenti inediti, portati alla luce dall’Archivio di Stato, svelano una realtà fatta di clandestinità, di bambini sfruttati e venduti per mendicare, di pregiudizi degli altri Paesi nei nostri confronti e quant’altro. Un episodio è emblematico. Una lettera inviata in Italia dal console italiano in India, nel 1893, spiega come a Bombay tutti gli sfruttatori della prostituzione venissero considerati erroneamente di origine italica. Tanto che italiano divenne sinonimo di sfruttatore di prostitute. Verso la metà del ’900, invece, fu la Romania il paese che maggiormente poneva veti alla nostra immigrazione. Il capo della polizia, Carmine Senise, negli anni ’40 stigmatizzò in maniera perentoria il comportamento dei connazionali nella nazione rumena. In un suo comunicato scriveva "La legazione in Bucarest segnala che alcuni connazionali, giunti in Romania a titolo temporaneo, non lasciano il Paese alla scadenza del loro permesso di soggiorno provocando inconvenienti con le autorità di polizia romene anche per il contegno non sempre esemplare da loro tenuto e per l’attività non completamente chiara dai predetti svolta". Insomma gli italiani arrivavano in Romania con un semplice visto turistico, ma poi erano soliti trattenersi ben oltre la sua naturale scadenza. Il fenomeno era talmente massiccio che Mussolini fu costretto ad emanare un divieto di espatrio per gli operai specializzati. Potevano partire solo operai semplici, dopo rigide procedure di controllo della documentazione, viste le lamentele che giungevano da altri Paesi. L’Italia non fu immune nemmeno dalla tratta dei bambini. Soprattutto a metà del diciannovesimo secolo, molti baby-mendicanti venivano, di fatto, affittati ad adulti affinchè diventassero garzoni o mendicanti, subendo maltrattamenti e umiliazioni di ogni genere. La maggior parte di loro non fece più ritorno nel suo paese d’origine. Un affresco degno di un’opera di Victor Hugo.

La mostra di Parma rappresenta un tuffo nella storia che sia di insegnamento per le generazioni future, bombardate da immagini, da flussi mediatici che rafforzano i pregiudizi anti-immigrati. Guardare al passato per mantere una coscienza critica verso il presente e non credere a tutto ciò che si vede e si dice sull’"altro", può essere una strada giusta per la crescita e lo sviluppo della società civile.

Arrestata banda di stupratori rumeni Due vittime in due giorni

Fermati tre romeni che violentavano in branco, grazie alla descrizione fornita da due loro vittime. Le donne, prostitute che lavoravano tra Monza e Cinisello, hanno denunciato i loro aggressori riportando dettagli della violenza definita dai carabinieri brutale

onza, 17 aprile 2009 - Finiti in carcere tre romeni denunciati per aver violentato due prostitute che lavoravano tra Cinisello Balsamo e Monza, e che hanno riconosciuto e identificato i loro aggressori.
Si tratta di tre romeni, operai regolari, incensurati: Petre Tinis, 24 anni, Vasile Coman 22 anni, e Gavrila Grab, 21 anni, sposato con una connazionale.
La loro prima vittima e’ stata una prostituta nigeriana di 22 anni, la notte di Venerd’ Santo.
L'avrebbero condotta a casa del Grab approfittando dell’assenza della moglie di lui, sotto la minaccia di un coltello.
Lì l’hanno ripetutamente violentata e seviziata per ore, da mezzanotte alle 6 del mattino, con modalita’ che i carabinieri hanno definito particolarmente brutali.
Dopo lo stupro, l’hanno fatta risalire in auto e l’hanno abbandonata in una zona deserta alla periferia di Monza. La donna ha chiamato il 113 e ha fornito con esattezza la descrizione degli aggressori e i particolari terribili della violenza.
La donna, è stata poi portata alla Clinica Mangiagalli di Milano, dove è stata sottoposta alle prime cure e alle analisi mediche.
La notte successiva i tre hanno colpito di nuovo. Vittima, questa volta una loro connazionale, una giovane romena di 24 anni.
Questa volta la violenza è avvenuta all’interno dell’auto. La ragazza ha dovuto subire ulteriormente la brutalità dei tre criminali che le hanno sottratto anche la tessera di una discoteca di cui la giovane era socia.
In posseso della tessera contenente i dati personali della giovane, gli aggressori l'hanno quindi minacciata di ritorsioni nel caso avesse sporto denuncia.



I militari hanno iniziato le indagini dopo aver raccolto le denunce delle due vittime: hanno capito che si trattava della stessa banda dopo che la seconda ragazza fornito la medesima descrizioni degli aggressori.

RUBANO ELEMOSINE IN CHIESA, DUE RUMENI ARRESTATI A BISCEGLIE

Bari, 16 apr.- Due cittadini rumeni, sorpresi a rubare le offerte in una chiesa di Bisceglie (Ba), sono stati arrestati dai carabinieri. Si tratta di un 19enne ed un 20enne, finiti in carcere con l'accusa di furto aggravato in concorso.
I militari, attivati da una telefonata al "112" sono intervenuti nella chiesa di San Pietro, in via Armando Vescovo, e hanno bloccato i due giovani che stavano allontanandosi con 20 euro in monetine. Gli stranieri sono stati rinchiusi nel carcere di Trani, mentre la refurtiva e' stata restituita al parroco.

Immigrazione: scoperto un lager con 40 rumeni

Ammassati, stipati come bestie. 40 rumeni scoperti a vivere in un garage senza acqua e servizi igienici. Senza finestre e con la fogna che scorre sotto i loro piedi. Questo scenario, a dir poco raccapricciante, è stato scoperto dagli agenti del Commissariato di Polizia di Cerignola, nel corso di una serie di controlli all'interno di una azienda a conduzione privata, che commercializza carciofi in località Tressanti, nelle campagne del centro ofantino. 40 gli stranieri tra cui 15 donne e fortunatamente nessun minore. Il più piccolo - dicono i rumeni - ha 20 anni. Lercio il garage adibito a dormitorio. Topi, scarafaggi e pidocchi che camminavano sui materassi, materassi di fortuna sudici e maleodoranti, adagiati su mattoni in tufo o cassette in plastica. Non solo. Residui di cibo sparsi ovunque, accanto a scarpe ed abiti sporchi. Nauseante l'odore di escrementi. Lo scenario non cambia quando dal dormitorio si passa alla cucina. Pentole incrostate d'olio e fornelli unti; carne, salumi avariati e pane ammuffito buttati nei cassetti tra arnesi da lavoro e scarti di motore. Un unico bagno, a cielo aperto o meglio una piccola stanzetta con una pompa dell'acqua adibita a doccia. I rumeni stando a quanto accertato fino a questo momento sarebbero tutti in nero. Erano incaricati di raccogliere i carciofi, di lavarli - ma con acqua di pozzo, non potabile - di selezionarli e di sistemarli in cassette. Alla fine di questo lavoro per ogni carciofo prendevano due centesimi di euro, che tradotto in termini di salario giornaliero, significa che gli stranieri guadagnavano, circa 20/30 euro per dieci-quindici ore di lavoro. Intanto proprio per verificare anche le condizioni igieniche con cui veniva trattato il prodotto, insieme alla polizia si sono recati sul posto anche alcuni vigili sanitari dell'Asl. I romeni saranno ora condotti nel commissariato di Cerignola e interrogati dal pm Livia Giorgio. Gli investigatori stanno anche valutando la posizione dei titolari della masseria

Tatiana Bellizi

Tatianzi

sabato 11 aprile 2009

Fast food Ciuleandra

Il nome deriva da una danza popolare. Un fast food per conoscere i prodotti della Romania. In via Celesia a Rivarolo

In via Celesia, una strada che una volta era uno dei cuori pulsanti delle attività commerciali di Rivarolo e dove oggi ci sono purtroppo molti negozi chiusi, c'è chi resiste, chi prova ad aprire un negozio nuovo scommettendo nel rilancio. Ciuleandra, in via Celesia 77-79r, è un fast food speciale.

Ciuleandra vende specialità gastronomiche della Romania con la possibilità di consumare molti piatti tipici rumeni. Si può considerare il primo negozio a Genova di questo tipo.
Ogni giorno c'è un menù nuovo. Un foglio appeso sulla vetrina illustra l'offerta di cucina giornaliera: Ciorba de perisoare (minestra con polpettine di carne e verdure) 6 Eu. Pui rosu cu masline (pollo in salsa rosa con olive) 6 Eu. Mamaliga cu branza si smantana (polenta con formaggio di pecora e panna agra) 6 Eu. Cabanos cu cartofi prajiti si salata (salsicce tipo cabanos fritti con contorno di patate fritte e insalata) 6 Eu. Fasole cu carnati (fagioli stufati con salsicce di maiale affumicate, verdure e aromi) 5,50 Eu.

Questa attività è nata dall'incontro del genovese Paolo Cereseto con la rumena Claudia Moraru; una storia d'amore che ha dato vita al progetto di far conoscere i sapori della Romania. «Dispiace che in Italia ci sia molta ignoranza sulla cultura e le persone di questa nazione; la comunità che vive qui è, a differenza di altre etnie, molto dispersa nel territorio. Sono badanti, infermiere, muratori, operai che vivono separati e senza molti contatti tra di loro. Questo locale li riporta in un certo senso a casa ed è diventato una realtà importante per far conoscere la Romania»: così racconta Paolo accogliendomi alla Ciuleandra. Il nome di questo negozio, ad esempio, deriva da una danza popolare rumena.
È risaputo che si potrebbe raccontare la storia di ogni paese partendo dalla propria cucina, da ciò che un popolo mangia, e alla Ciuleandra in fondo Claudia e Paolo fanno questo: diffondono la cultura rumena con vini, birre, formaggi, salumi, insaccati, spezie, condimenti, dolci. Tutto secondo la tradizione.

La voglia di fare di Claudia e Paolo è tanta, così forniscono i loro prodotti, compresi i piatti cucinati, anche a domicilio. Hanno in programma di aprire anche un ristorante: «Finita la casa che abbiamo preso qui in zona, pensiamo di buttarci nell'avventura di un ristorante. I rumeni verranno sicuramente, ma noi contiamo che arrivino anche gli italiani, e tramite la bontà della cucina imparino a conoscere anche quella gente, che non è quella che descritta dalla cronaca nera dei media».
Dopo l'offerta di una birra timisoreana, ovvero birra della città di Timisoara, e un Tochitura (carne mista stufata con pomodoro, servita con polenta e formaggio) non so aggiungere altro: davvero tutto da assaggiare.

Il terremoto ed i suoi veri sciacalli. Altro che "i Rumeni"!

Qualcuno aveva chiesto di introdurre il reato di sciacalaggio.

Ma il reato c'è già: si chiama compravendita dei voti, appalti truccati, peculato, concussione, mafia, speculazione, mala informazione, spettacolarizzazione del lutto, politizzazione del terremoto, ecc.

Tutti reati veri, a differenza di quelli che erano stati sbandierati contro i 4 cittadini di origine (o nazionalità...non si sà bene) rumena, arrestati, processati ed assolti ieri.

Eh sì.

Perchè in pochi l'hanno detto che i 4 rumeni che erano stati colti (si diceva) in flagrante a compiere atti di scicallaggio, dopo il processo più veloce (e più "politicizzato") della storia italiana, sono stati tutti rilasciati perchè il fatto non sussisteva.

I romeni infatti sono stati dichiarati innocenti, in quanto - di fatto - non avevano rubato niente.

Eppure li abbiamo visti su tutti i TG, Berlusconi li ha definiti pubblicamente "colpevoli" di sciacallaggio, la gente quasi aveva tirato un sospiro di sollievo come se il "problema" degli sciacalli fosse stato in un attimo debellato.

Eppure non è così. Lo sciacallaggio non è debellato, anzi si perpetua quotidianamente e rischia di progredire sempre più.

Nei giorni scorsi abbiamo assistito allo sciacallaggio dei giornalisi, ma forse - seppur scandaloso - questo non era ancora il peggiore.

Abbiamo visto poi lo sciacallaggio dei politici, tutti a sfilare per i paesi terremotati. Certo, qualcuno avrebbe potuto dire in caso di mancata visita, "nessuno si è fatto vedere"....ma il troppo...è troppo davvero. Per fortuna Napolitano ha detto quello che ha detto....

Ma il problema non è finito. Gli sciacalli sono sempre in agguato. Possono presentarsi sotto forma di politici, di imprenditori, anche di persone che pretendono di fare la carità....

Tutti potrebbero rischiare di diventare più o meno volontariamente sciacalli.

Ci sarà la ricostruzione, ora c'è la disperazione ed il dolore. Ci saranno gli appalti, ci sarà la politica, ci saranno le polemiche strumentali....

E su tutto questo si dovrà vigilare affinchè gli sciaccalli, quelli veri, non mettano ci mettano le loro mani....

venerdì 10 aprile 2009

Rissa da saloon al Mc Donald's per il raket delle lucciole

Quattro albanesi pestano due rumeni che cercavano spazio per le loro protette nella zona a luci rosse dell’Olmo. La Mobile li individua e li denuncia grazie alle telecamere interne del locale di via Fiorentina. Secondo gli inquirenti sono contigui a una delle due gang che si sono affrontate nella sparotoria mortale di via Torricelli all’Orciolaia

Arezzo, 10 aprile 2009 - Altrimenti ci arrabbiamo, manco fosse un film con Bud Spencer e Terence Hill. Solo che loro, quattro albanesi della specie violenta che questa città ha imparato a conoscere bene con la sparatoria dell’Orciolaia, si sono arrabbiati davvero e i tavoli che volavano per aria, le seggiole che venivano spaccate sulle teste altrui non erano solo per finta, come in un set. La scena da saloon, alle cui origini c’è la guerra per il controllo del racket della prostituzione, è finita con due rumeni all’ospedale gonfi di botte e gli albanesi denunciati per lesioni e danneggiamento. L’ennesimo segnale di allarme sull’immigrazione violenta che ormai si è impadronita della malavita. Anche perchè alla Mobile sono convinti che i quattro denunciati siano molto vicini, quasi contigui, a una delle bande che si sono affrontate a colpi di pistola in via Torricelli, quella del morto, la più pericolosa.

Comincia tutto al Mc Donald’s di via Fiorentina, dove si ritrovano a pranzo i due rumeni e un italiano. Nessuno di loro è uno stinco di santo, anzi tutti hanno precedenti per sfruttamento della prostituzione. Protettori di lucciole, insomma. Nel bel mezzo della scena irrompono due albanesi e comincia subito una discussione che si fa di minuto in minuto più animata. Alla fine gli albanesi si allontanano e i rumeni fanno per uscire. Non he hanno il tempo. Prima tornano i rivali, accompagnati da altri due connazionali. Una sorta di spedizione punitiva, a farla breve, dinanzi alla quale l’italiano si dilegua, insalutato ospite. Restano i due rumeni e le prendono veramente di santa ragione. Per pestarli gli albanesi usano tavoli e seggiole del locale. Sono pochi attimi ma di inaudita violenza, dinanzi alla quale gli altri clienti scappano a gambe levate. Basti dire che alla fine i rumeni si ritroveranno con prognosi fra i trenta e i quaranta giorni: nasi rotti, facce peste, fratture varie e costole incrinate. Le indagini della Mobile si infrangono sul solito muro di omertà: l’italiano non ha visto niente, i rumeni ammettono solo quello che non possono negare e cioè le botte. Chi gliele ha date e perchè? Silenzio.

Per fortuna della polizia che il Mc Donald’s ha le telecamere interne e che qualche immagine in memoria è rimasta. Gli inquirenti ripartono da lì. I filmati vengono sezionati fotogramma per fotogramma finchè non si scopre una serie di facce ben conosciute alla questura, quelle dei quattro albanesi, che hanno tutti precedenti soprattutto per la prostituzione. Il resto ci vuol poco a immaginarlo: è stato uno scontro per il controllo delle lucciole nella zona del sesso di Olmo. I rumeni cercavano di far lavorare le loro protette, cacciando non solo le nigeriana ma anche le 'ragazze' degli albanesi e i quattro hanno spiegato con le buone maniere che non si fa, che in zona c’è già chi comanda, loro cioè. Stavolta si sono serviti delle mani, ma se qualche volta usano pistole e coltelli ormai non c’è da stupirsi più di tanto.

Salvatore Mannino

giovedì 9 aprile 2009

Veneto/ Verona, carte bancomat clonate: arrestati tre romeni - Sequestrate 200 tessere false, migliaia ricevute transazioni

Verona, 9 apr. (Apcom) - I carabinieri di Verona hanno arrestato tre romeni, a Sirmione nel Veronese, che clonavano carte bancomat, sono state sequestrate 200 tessere falsificate e migliaia di ricevute di transazioni monetarie effettuate all'estero.

Gli arrestati sono due uomini e una donna che avevano messo in piedi un sistema collaudato. Con una telecamera nascosta presso lo sportello e un sistema elettronico per la lettura dei codici riuscivano a clonare le tessere bancomat.

SCHIAVIZZANO E FANNO PROSTITUIRE CONNAZIONALE, FERMATI 2 RUMENI

Alcuni giorni fa i Carabinieri di Corsico hanno fermato due cittadini rumeni, P.I. dell'80 e N.M. del 78 all'interno del comprensorio del centro commerciale "Fiordaliso" di Rozzano. Entrambi sono stati ritenuti responsabili della riduzione in schiavitù di una loro connazionale trentenne, aggravata dalla finalità dello sfruttamento della prostituzione. L'indagine è partita dalla denuncia presentata nello scorso mese di marzo da una donna rumena contro il primo soggetto. L'uomo, che aveva conosciuto la giovane occasionalmente in Italia, dopo un periodo in cui aveva intrattenuto con lei una relazione sentimentale, dal febbraio-marzo del 2007, l'aveva costretta a prostituirsi in strada con orari massacranti. La giovane si prostituiva a Mortara dalle 10 alle 19 di ogni giorno e dopo una piccola pausa di circa una ora, ad Alessandria dalle ore 22 alle 6 dell'indomani. Secondo il racconto della denunciante, tutte le ragazze costrette a prostituirsi, venivano materialmente condotte in strada per poi essere riprese alla fine della giornata lavorativa, dalla stessa persona o da connazionali facenti parte dell'organizzazione, tra questi anche il secondo fermato, conosciuto personalmente dalla parte lesa. Ogni volta che tentava di rifiutarsi, perché necessitava di cure mediche, di fatto le veniva impedito di recarsi in ospedale o comunque di uscire di casa. Lo sfruttatore pretendeva dalle ragazze che lavoravano per lui non meno di mille euro al giorno, ragion per cui anche la vittima era costretta ad avere numerosi rapporti sessuali.

Scontri in Moldova, accuse a Bucarest

ROMANIA - MOLDOVA: CONFERENZA STAMPA DEL CAPO DELLA DIPLOMAZIA RUMENA, CRISTIAN DIACONESCU

Di redazione (del 09/04/2009 @ 19:30:44, in Osservatorio Internazionale

“Negli ultimi giorni le autorità della Moldova hanno preso una serie di misure ritenute da noi - e non solo da noi, come arbitrarie e discriminarie contro i cittadini rumeni”, ha dichiarato oggi in una conferenza stampa il capo della diplomazia di Bucarest Cristian Diaconescu, ricordando che “l'azione più dura è l'introduzione dei visti per i rumeni”. Bucarest respinge con risolutezza le accuse delle autorità della Moldova confinante su presunti coinvolgimenti della Romania negli affari interni di questo stato, in seguito agli scontri avvenuti nei giorni scorsi tra le forze dell'ordine e i manifestanti, che hanno denunciato presunte frodi alle elezioni del 5 aprile scorso, vinte dai comunisti. Dopo aver vietato vietato l'ingresso dalla Romania nella Moldova di circa 280 rumeni, bulgari e moldavi, tra cui più di 20 giornalisti di testate rumene e straniere e 50 giovani moldavi che studiano in Romania, le autorità comuniste di Chisinau hanno dichiarato persona non grata l'ambasciatore rumeno Filip Teodorescu e hanno imposto i visti d'ingresso ai cittadini rumeni.

“In primo luogo, per quanto riguarda l'obbligatorietà dei visti, è stato stabilito senza nessun fondamento giuridico il criterio della cittadinanza rumena”, ha spiegato il ministro, rilevando che si tratta di “una misura discriminatoria, perchè secondo l'accordo tra la Moldova e la Commissione europea, la misura può essere introdotta solo per certe categorie di persone e comunque, non in base al criterio dela nazionalità o della cittadinanza”. In secondo luogo, ha aggiunto Cristian Diaconescu, la misura è stata presa con la violazione dell'accordo tra la Moldova e la Commissione europea sulla facilitazione dei visti e la riammissione, che prevede l'obbligo di informare Bruxelles 48 ore prima di prendere una simile misura e finora una simile comunicazione non è arrivata. “L'azione indica la distanza immensa tra le dichiarazioni delle autorità di Chisinau e la disponibilità reale di agire in spirito europeo. Abbiamo già informato la Commissione europea e i partner europei su questi aspetti”, ha spiegato il capo della diplomazia.

“L'altro problema riguarda le misure contro i cittadini romeni, ha aggiunto il ministro, rilevando come “a partire da ieri, le autorità di Chisinau svolgono un'operazione metodica di individuare le persone che hanno partecipato alle manifestazioni dei giorni scorsi. Dalle dichiarazioni pubbliche del procuratore generale della Moldova, capiamo che tra le 200 persone di cui si afferma che siano fermate, si trovino anche dei cittadini stranieri. Abbiamo fatto anche una notifica e facciamo un appello insistente e fermo alle autorità moldave di precisare ufficialmente il numero dei cittadini romeni fermati e di consentire al personale del consolato romeno di mettersi in contatto con loro per concedere subito l'assistenza consolare, ai sensi delle leggi internazionali”, ha sottolineato il capo della diplomazia.

Infine, “dati gli sviluppi in Moldova, il Ministero degli steri romeno ritiene che la situazione in questo stato pone dei problemi severi per la sicurezza dei cittadini romeni e raccomanda di evitare i viaggi in questo paese. Sappiamo che questa sollecitazione mette in situazioni difficili molte persone con doppia cittadinanza – romena e moldava – soprattutto ora che manca poco alla Pasqua ortodossa, purtroppo dobbiamo fare anche una simile raccomandazione”, ha aggiunto il ministro.

Cristian Diaconescu ha poi parlato dell'incontro avuto oggi con gli ambasciatori degli stati Ue e Nato accreditati a Bucarest. “Abbiamo avuto una conversazione aperta e ho informato i nostri partner sul modo in cui la Romania vede la relazione con la Moldova. Un primo aspetto: ribadiamo la continuità, nel senso che la Romania, in base ai principi di cooperazione europea e di partenariato, ritiene che le relazioni di buon vicinato si possono basare solo sui valori, standard e norme europei. Continueremo a promuovere l'avvicinamento della Moldova all'Ue, ritenendo che questo iter resta la migliore variante per i cittadini moldavi e per la coerenza della politica estera romena degli ultimi anni. La Romania ritiene necessaria - e ha sollecitato ai partner dell'Ue e agli alleati della Nato - solidarietà per controbilanciare le derive dalle norme democratiche e di diritto internazionale che, in questo momento, a nostro avviso, creano fonti di instabilità nella regione in cui si trova il nostro paese. Da membro dell'Ue e della Nato, la Romania ha la responsabilità e agisce costantemente per assicurare un clima di stabilità al confine orientale dell'Ue e della Nato, però gli eventi recenti indicano chiaramente che serve la solidarietà di tutti i partner strategici dell'Ue e della Nato”, ha concluso il capo della diplomazia di Bucarest. ( Fonte: rri.ro)

Redazioneonline- Osservatorio Internazionale


Russia chiede a Romania e Ue di garantire sovranità Moldavia

di Dmitry Solovyov e Sabina Zawadzki

CHISINAU (Reuters) - La Russia ha ufficialmente chiesto all'Unione Europea e alla Romania di farsi garanti della sovranità della Moldavia, suo alleato, teatro di violenti scontri nei giorni immediatamente successivi alle elezioni politiche.

Il presidente moldavo, il veterano Vladimir Voronin, ha condannato l'atteggiamento della Romania rea, secondo il presidente, di aver appoggiato il tentativo di colpo di stato dopo che gli studenti che stavano manifestando, due giorni fa, contro l'esito delle elezioni politiche hanno assaltato il parlamento sventolando bandiere rumene e dell'Unione Europea.

Il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha riferito che Mosca è rimasta "profondamente infastidita" dalle bandiere esposte e dagli slogan intonati perché dimostravano chiaramente che i manifestanti "erano ossessionati dall'idea di distruggere lo stato moldavo".

Gran parte della Moldavia, lo stato più povero d'Europa, era parte integrante della Romania finché Stalin non decise di annetterla all'Unione Sovietica nel 1940. E' diventata indipendente nel 1991, dopo il crollo dell'Unione Sovietica.

"Speriamo che l'Unione Europea e la leadership rumena, che hanno pubblicamente condannato gli episodi di violenza, prendano provvedimenti per assicurare che le bandiere rumene e gli slogan a favore della Romania non siano utilizzati per minare la stabilità dello stato", ha detto Lavrov all'agenzia di stampa russa Ria.

L'Unione Europea e gli Stati Uniti hanno invitato alla calma e hanno auspicato che gli episodi di violenza post-elettorali non si ripetano. Scontri durante i quali è morta una persona, altre 200 sono state ferite e almeno 193 sono state arrestate.

Corrispondenti da Chisinau hanno riferito che la Moldavia ha negato l'accesso a più di 19 giornalisti rumeni, nonostante un'esplicita richiesta da parte della Repubblica Ceca, presidente di turno dell'Ue, affinché "siano rispettati i principi di libertà di stampa e di espressione".

La Ria ha anche citato un membro dei servizi segreti moldavi che avrebbe detto che l'ex repubblica sovietica espellerà altri tre giornalisti rumeni per "attività non compatibili" con la legge moldava. Il governo non ha commentato questa indiscrezione.

Voronin, che è l'unico capo di governo comunista, ha detto che la Romania vuole prendere il controllo del paese, che conta quattro milioni di abitanti e uno stipendio mensile medio, per i suoi abitanti, di 250 dollari. La Romania ha immediatamente respinto le accuse.


9 aprile 2009, In Moldova la situazione rimane tesa. Espulsi tre giornalisti rumeni.
La tesi del presidente moldavo è appoggiata anche da Mosca che parla di ingerenze esterne

Il presidente moldavo Vladimir Voronin ha indicato quelli che secondo lui sarebbero i mandanti dei disordini scoppiati lunedì nella capitale Chisnau. Dimostranti anticomunisti, che contestavano il risultato delle elezioni di domenica scorsa nelle quali ha vinto il Partito Comunista, hanno preso d'assalto il Parlamento per poi essere duramente repressi dalla polizia, il bilancio parla di 193 arresti e di un morto. Per Voronin gli scontri sono stati provocati dalla Romania della quale la Moldova ha fatto parte fino al 1940. La tesi è appoggiata anche da Mosca che mette in guardi da «ingerenze esterne». Oggi la Moldavia si appresta ad espellere tre gionalisti rumeni accusati di attività non meglio precisate.

Per il presidente della Moldova, Vladimir Voronin dietro alle proteste dei giorni scorsi a Chisinau, costati la vita a una persona, ci sarebbe la mano della Romania. La conseguenza di questa interpretazione è stato l'allontanamento dell'ambasciatore di Bucarest dichiarato persona non grata al quale sono state concesse 24 ore per abbandonare il paese.


Secondo quanto denunciato dal presidente, le proteste di questi giorni «non possono essere descritte se non come un colpo di Stato». A sostegno delle accuse di Voronin, il ministero degli Esteri russo Lavrov ha parlato di un complotto contro «la sovranità della Moldova», sottolineando la presenza di «numerose bandiere rumene nelle mani degli organizzatori di queste azioni scandalose».


Sempre Voronin ha poi riferito che «i nostri organismi di sicurezza hanno arrestato 118 persone che hanno organizzato gli scontri, mentre gli sponsor della rivolta hanno già lasciato la Moldova», l'ex repubblica sovietica era parte della Romania fino al 1940, quando venne annessa dall'Urss, la Moldova ha proclamato la propria indipendenza dall'ex Unione Sovietica nel 1991.


Il grande sponsor di Chisnau rimane comunque Mosca che ha lanciato un monito contro ogni tentativo di ingerenza esterna nella vita politica della Moldova. «A giudicare dagli slogan scanditi in piazza, dal gran numero di bandiere rumene nelle mani degli organizzatori dei disordini, il loro obiettivo consiste nel denigrare tutti i successi degli ultimi anni nel rafforzare la sovranità della repubblica e probabilmente in qualche modo influenzare anche i risultati delle elezioni», si legge in un comunicato del ministero degli esteri russo. «Più a lungo durano gli atti di vandalismo più cresce la minaccia per Stato moldavo e i processi democratici», prosegue il testo. Secondo Mosca i disordini sono stati organizzati da forze scontente della stabilità interna della Moldova e dalla sua equilibrata politica estera.


Anche l'ex presidente sovietico, Mikhail Gorbaciov, ha detto di non escludere che i disordini in Moldova possano essere stati provocati da forze esterne, anche se si è detto convinto dell'esistenza di un disagio sociale in quel Paese. «C'è l'una e l'altra cosa», ha detto Gorbaciov all'agenzia Itar-Tass. «Penso che ci sia senz'altro un'influenza esterna, e questo è molto inquietante dal momento che lo schema sembra ben determinato. Preoccupa il fatto che tutto questo piaccia a qualcuno». Al tempo stesso - ha aggiunto l'ex leader del Cremlino - «la situazione in quel Paese è specifica». «Tuttavia i moldavi devono risolvere da soli la loro crisi. Credo che il partito uscito vincitore debba mostrare prudenza. È vero che ha vinto le elezioni, ma le forme che questa vittoria ha assunto suscitano preoccupazione», ha concluso Gorbaciov.



(alessandro fioroni)



MOSCA (8 aprile) - La polizia moldava ha arrestato 193 persone coinvolte nei disordini di ieri nella capitale Chisinau, dove una manifestazione antigovernativa è degenerata con l'assalto al Parlamento e al palazzo presidenziale. Forze di sicurezza hanno istituito posti di blocco ai principali incroci e sulle strade che portano in città. L'opposizione ha promesso di riprendere oggi la protesta con rinforzi giunti dalla provincia.

Nuovi raduni. Alcune centinaia di persone si stanno radunando davanti alla sede del governo, dove nel pomeriggio è in programma una riunione straordinaria del gabinetto con la partecipazione del presidente Vladimir Voronin. La polizia presidia in forze la sede del governo.

Accuse alla Romania. Il presidente moldavo Vladimir Voronin ha accusato oggi la Romania di essere coinvolta nelle violente sommosse che hanno scosso ieri Chisinau dopo la vittoria dei comunisti nelle elezioni politiche. Lo riferisce l'agenzia Interfax.

Bucarest respinge ogni conivolgimento. Ma la Romania ha negato un proprio coinvolgimento definendo le accuse «una provocazione». Il ministero ritiene poi «aberranti» le misure unilaterali tese ad imporre visti ai romeni, annunciate dal presidente moldavo Vladimir Voronin. Bucarest sottolinea che «la Romania non prenderà simili misure sul personale dell'ambasciata della Moldova a Bucarest e manterrà il sistema di visti gratuiti per i cittadini moldavi». Il comunicato ricorda che «la Romania ha sostenuto costantemente l'indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale della Moldova e continuerà ad avere un approccio europeo nei rapporti con lo Stato vicino, nonostante la politica antiromena delle autorità comuniste di Chisinau». Il ministero degli Esteri si dice infine «indignato» per la decisione delle autorità di Chisinau di dichiarare persona non grata l'ambasciatore romeno in Moldova, Filip Teodorescu.
Gli scontri. Ieri una folla di almeno 20mila persone, soprattutto studenti, ha assaltato il parlamento e la vicina residenza presidenziale mettendo la polizia in fuga. Mobili e oggetti sono stati buttati giù dalle finestre e dati alle fiamme. Una giovane donna è morta, intossicata dal fumo secondo la polizia. Le proteste sono contro l'esito del voto di domenica, che ha visto il largo successo dei comunisti al potere, un risultato ritenuto falsato da brogli.

Arrestato leader opposizione. Sergiu Mocanu, esponente di spicco dell'opposizione moldava, è stato arrestato e portato in un luogo sconosciuto: lo riferisce l'agenzia Interfax citando il gruppo di opposizione Azione popolare. Mocanu è stato consigliere presidenziale per cinque anni ma poi ha abbandonato l'incarico e si è messo alla guida di Azione popolare. Inizialmente pensava di partecipare alle legislative di domenica, ma ha rinunciato dopo che le autorità hanno aperto la scorsa estate un'indagine nei confronti dei suoi due figli, entrambi rifugiatisi poi all'ambasciata romena di Chisinau.

No al riconteggio. La commissione elettorale centrale ha fatto sapere oggi di non avere alcuna intenzione di ripetere lo scrutinio delle schede elettorali. «La commissione non ha preso alcuna decisione sul riconteggio dei voti, e pertanto non dobbiamo cancellare nulla», ha detto Ievghieni Shtirbu, capo della commissione, riferendosi a un possibile annullamento dell'esito del voto che ha visto la vittoria col 50% del partito comunista al potere.

Vigilanza rafforzata anche a Mosca. A Mosca è stata notevolmente rafforzata la vigilanza intorno all'ambasciata della Moldova, dove non si esclude una possibile manifestazione in appoggio all'opposizione scesa ieri in piazza a Chisinau contro il governo comunista del presidente Vladimir Voronin. Secondo la Itar-Tass, se fino a ieri davanti all'ambasciata vi era un solo poliziotto di guardia, oggi ve ne sono sette. Oggi intanto la crisi politica in Moldova sarà oggetto di un dibattito alla Duma, la Camera bassa del parlamento russo.

mercoledì 8 aprile 2009

Abruzzo: morti senza nome

Tra le vittime del terremoto in Abruzzo, moltissimi migranti. Dei primi trenta cadaveri rinvenuti, otto erano macedoni. “Molti di loro non avevano un permesso di soggiorno, e ora c’è il rischio che nessuno potrà mai sapere niente della loro morte” spiega Renato Di Nicola, dell’Abruzzo Social Forum.

Nella zona dell’aquilano c’è una forte presenza di stranieri, soprattutto provenienti dall’est: 16.971 in tutta la provincia. Macedoni, rumeni, albanesi, che lavorano con la pastorizia o che studiano, come Katy, una ragazza di orgine albanese iscritta alla facoltà di medicina de L’Aquila. “La scossa che ha preceduto quella delle tre di notte non ci ha spaventato, erano mesi che ne sentivamo e tutti ci dicevano che erano solo scosse di assestamento” racconta Katy “mi sono svegliata nel cure della notte con i calcinacci che mi cadevano addosso, sono corsa in strada e ho visto gente buttarsi dalla finestra pur di scappare. Ora sono a Rieti, a casa dei miei genitori, ma voglio tornare a L’Aquila per aiutare chi non ha la fortuna di avere un’altra casa dove andare”.
Fonte: Amisnet.org

ROMA: CONTROLLI POLIZIA, 486 PEZZI DI MERCE CONTRAFFATTA SEQUESTRATA

Roma, 8 apr. - Quattrocentottantasei pezzi di merce contraffatta sequestrati, tre multe a prostitute e 14 persone denunciate per violazione alla normativa sull'immigrazione. Sono alcuni dei provvedimenti scattati a seguito dei controlli degli agenti della polizia volti al contrasto dei fenomeni dell'abusivismo commerciale, dell'accattonaggio e al contrasto della prostituzione su strada nel territorio di Roma.

Nel corso dei servizi sono state identificate 31 persone, di cui 23 accompagnate presso l'ufficio immigrazione e sono stati controllati 3 veicoli. Per l'attivita' di antiprostituzione, quattro le prostitute controllate: di cui 3 rumene ed un transessuale brasiliano. Tre le contravvenzioni elevate ai sensi dell'ordinanza antiprostituzione del sindaco.

In merito all'attivita' di contrasto all'abusivismo commerciale, sono state controllate 19 persone, di cui 5 bengalesi, 2 equadoregni, 3 senegalesi, 1 iracheno, 1 algerino, 1 afgano, 1 siriano e 5 rumeni. Undici sequestri amministrativi ed uno penale effettuati per un totale di 486 pezzi contraffatti, tra cui vestiario, borse, foulards e cinte. Inoltre gli agenti hanno denunciato una persona per contraffazione e due sono indagate per violazione del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. Quattordici le persone denunciate per violazione della normativa sull'immigrazione. Nella giornata di ieri, inoltre, sono stati effettuati dei servizi di prevenzione e controllo con particolare attenzione alla zona di Aurelio. Otto le persone controllate e 3 veicoli. Un bengalese ed 1 tunisino sono stati raggiunti da decreto di espulsione. Stesso provvedimento anche per una prostituta rumena e 2 nigeriane.

ROMA, 5 ROMENI SI PICCHIANO TRA DI LORO

I Carabinieri della Stazione Roma Cinecittà, sono intervenuti, ieri sera intorno alle 21, in via Tuscolana, davanti ad un bar nei pressi del terminal Anagnina, per sedare una rissa tra 5 cittadini romeni che se le stavano dando di santa ragione. Alla vista dei militari si sono scagliati contro di loro. I cinque, tutti rumeni, tra i 31 e i 39 anni, sono stati arrestati per rissa aggravata. Futili i motivi della lite avvenuta dopo un alterco verbale. Due dei cinque sono dovuti ricorrere alle cure dei sanitari del Policlinico Casilino. Trattenuti presso le camere sicurezza saranno giudicati con il rito direttissimo.

Provincia, popolazione in crescita: 433mila residenti. Aumentano soprattutto gli stranieri

Prosegue la crescita della popolazione del Parmense, che ha superato quota 433mila residenti e ha fatto registrare l’incremento annuo più alto dell’ultimo mezzo secolo. Continuano a crescere anche gli stranieri (+17,5%), nei quali per la prima volta la componente femminile risulta prevalente. Aumentano le nascite, con un trend positivo che riguarda soprattutto gli stranieri (per i quali si può parlare dell’incremento più elevato dell’ultimo decennio).
Prosegue la crescita del numero delle famiglie e in modo particolare di quelle di piccole dimensioni, che rappresentano ormai oltre il 65% del totale. Queste alcune delle indicazioni emerse dal Rapporto annuale della Provincia sulla popolazione del nostro territorio: cifre aggiornate al primo gennaio 2009, che fotografano il Parmense offrendo numerosi spunti di riflessione.
“L’incremento annuo della popolazione è stato il maggiore dell’ultimo mezzo secolo ed è in gran parte determinato dalla popolazione straniera, che in questi anni si è trasformata: va segnalato che per la prima volta oltre il 50% degli stranieri sono donne, e che tra i paesi di provenienza quelli dell’Est Europa stanno crescendo in modo vertiginoso. L’indice di vecchiaia si sta abbassando, sempre grazie agli stranieri, e 22 nati su 100 sono sempre stranieri: l’anno scorso erano 19. Un altro aspetto da segnalare è quello che riguarda la montagna, che in un anno ha “perso” solo 167 persone: un decremento dello 0,5%, tutto sommato abbastanza contenuto”, ha detto nel corso della presentazione di oggi in Provincia l’assessore alle Politiche sociali Tiziana Mozzoni, sottolineando tra l’altro il rilevante peso della componente migrante in tutte le dinamiche demografiche di questi anni. “La popolazione cresce ormai da 15 anni ininterrottamente. Il flusso delle migrazioni ha cambiato un declino demografico che era già nei numeri”, ha osservato il responsabile dell’Ufficio statistica della Provincia Andrea Gaiani, che ha presentato i numeri nel dettaglio.

La popolazione complessiva
La popolazione della nostra provincia cresce quest’anno ad un ritmo nettamente più alto rispetto ai precedenti, non si verificava un incremento così forte almeno dal 1958 (La prima rilevazione annuale sulla popolazione di cui si hanno i dati): al 1° gennaio 2009 contiamo 433.096 residenti, con un aumento rispetto all’anno scorso di 7.406 unità, +1,7%. La nostra popolazione cresce ininterrottamente da circa 15 anni, e l’incremento è stato particolarmente accelerato nell’ultimo periodo: dal 2000 ad oggi è aumentata di più di 36.000 persone. È forte l’aumento fatto registrare dal comune di Parma (+2,1%), che quest’anno ha avuto una crescita più significativa rispetto agli anni scorsi; tuttavia vi sono comuni che hanno fatto segnare incrementi ancora più elevati: la crescita percentuale maggiore è stata quella di Mezzani (+4,4%), seguito da Fontanellato (+3,8%), Calestano e Noceto (+3,2%). I comuni che diminuiscono oltre il 2% sono Bore (-3,7%) Valmozzola (-2,7%), Monchio e Varsi (-2,1%).

Gli stranieri
Gli stranieri residenti al 1° gennaio 2009 sono 45.994, il 10,6% della popolazione complessiva, con un aumento di +17,5% rispetto all’anno precedente. Per avere un’idea dell’evoluzione di lungo periodo, basti pensare che nel 1995 gli stranieri residenti non raggiungevano le 6.000 unità. I comuni della Montagna presentano gli aumenti percentuali più alti, pur partendo, in alcuni casi, da numeri piuttosto bassi in valore assoluto. Analizzando la percentuale di stranieri rispetto al totale della popolazione, le cifre più alte si rilevano nel capoluogo (11,9%) e nei comuni immediatamente circostanti, con significative propaggini nei comuni collinari a sud: al 1° e al 2° posto troviamo i comuni di Fornovo (15,1%) e Calestano (15,0%). Un cambiamento importante nelle caratteristiche della popolazione straniera è la crescita della presenza femminile: nel 1995 le donne rappresentavano solo il 38% del totale della popolazione, nel 2009 per la prima volta le donne hanno superato gli uomini raggiungendo il 50,5%. Per quanto riguarda le cittadinanze, al primo posto troviamo gli albanesi, seguiti da moldavi e rumeni, che nell’ultimo anno hanno scalzato i marocchini e i tunisini nella graduatoria delle nazionalità più consistenti. Infatti, nell’ultimo anno i moldavi sono cresciuti di oltre il 42% e i rumeni di quasi il 32%. Ormai le persone provenienti dai Paesi dell’Est Europa sono il gruppo più numeroso.

I nati, i giovani, gli anziani e le famiglie
Nell’ultimo anno è proseguita la crescita delle nascite, 90 in più rispetto all’anno precedente. Si conferma quindi un trend positivo che riguarda soprattutto gli stranieri, che hanno intensificato la loro crescita: 162 bambini stranieri in più rispetto al 2008, l’aumento più elevato dell’ultimo decennio. L’indice di vecchiaia è sceso parecchio: dal 210,8 del 1999 al 179,3 del 2009, decremento al quale gli stranieri hanno contribuito in misura fondamentale. I “grandi anziani” (da 75 anni in avanti) continuano ad aumentare, anche se ad un ritmo rallentato rispetto al passato. Il numero delle famiglie prosegue la sua crescita e raggiunge nel 2009 la cifra di 197.016; oltre 32mila le famiglie in più dal 1998. Il maggior aumento tra l’anno 2008 e il 2009 lo si è avuto nelle famiglie a 1 componente e in quelle a 2 componenti, che nel complesso hanno avuto una crescita quasi 3.400 unità. Le famiglie di piccola dimensione (fino a 2 componenti) rappresentano ormai oltre il 65% del totale.

CARTE CREDITO CLONATE: TROVATO LABORATORIO, 3 ARRESTI A MILANO

Il sistema che la banda stava per mettere in atto prevedeva la registrazione dei codici attraverso le videocamere dei telefoni cellulari applicati all’interno delle plafoniere degli sportelli bancomat e la loro associazione con i dati delle carte originali infilate dai clienti nelle fessure false precedentemente sostituite a quelle reali


Milano, 08 aprile 2009 - Era tutto pronto per la clonazione di decine di carte di credito. Maschere skinner, lettore apriporte, plafoniere, videotelefoni, lettore di bande elettromagnetiche.



Tre rumeni, due di 30 e uno di 23 anni, sono stati sorpresi ieri pomeriggio dalla polizia nella loro abitazione-laboratorio di via Isocrate, dotata di tutta la strumentazione necessaria per registrare codici bancari e falsificare carte di credito.



Tutto il materiale, che comprende anche 30 tessere gia’ clonate, saldatori, cacciavite e coltelli, e’ stato sequestrato dagli agenti del Commissariato Centro. Florin C., 30enne capo istruttore del trio, Mihai S. e il fratello minore, Stefan S., sono stati arrestati dopo una serie di appostamenti in seguito alla segnalazione di alcuni movimenti sospetti da parte dei residenti della zona. I tre, senza precedenti, hanno detto di essere arrivati a Milano da pochi giorni.



L’abitazione in via Socrate e’ risultata in affitto a un amico dei clonatori e data in uso a Florin C. Il sistema che la banda stava per mettere in atto prevedeva la registrazione dei codici attraverso le videocamere dei telefoni cellulari applicati all’interno delle plafoniere degli sportelli bancomat e la loro associazione con i dati delle carte originali infilate dai clienti nelle fessure false precedentemente sostituite a quelle reali. Dei tre, i due 30enni erano gia’ stati segnalati dalla polizia rumena alla polizia postale milanese.

Tenta di ucciderli per una sigaretta

Una lite furiosa terminata nel sangue: due romeni sono stati gravemente feriti a colpi di coltello da un pregiudicato, che è stato poi arrestato mentre era nella mensa di Viale K. Intanto cresce la rabbia tra i residenti

Ferrara, 8 aprile 2009 - Una sigaretta e pochi spiccioli. Per questa miseria E.K., kosovaro, ieri mattina in viale Krasnodar ha quasi ammazzato due rumeni a colpi di coltello. Ora entrambi sono in gravissime condizioni al Sant’Anna, in pericolo di vita, il loro aggressore invece è stato arrestato con l’accusa di tentato duplice omicidio.

Da una banale lite, da un regolamento di conti per pochi soldi e per una sigaretta non data. Da qui nasce il sanguinoso parapiglia scoppiato alle 11.30 in viale Krasnodar. Un dramma dell’emarginazione che ha come protagonisti extracomunitari pregiudicati, gente che per campare vive di espedienti. Come E.K., 43 anni del Kosovo, conosciuto alle forze dell’ordine per i suoi precedenti contro il patrimonio e la persona, o come i rumeni A.O.I., 32 anni, e I.S., 44, di fatto residente nella provincia di Treviso, anche loro con identici precedenti. Tutto avviene all’uscita della galleria del Conad in viale Krasnodar: i tre cominciano a litigare, ad insultarsi, "li sentivo gridare", dirà una donna. L'aggressore non ci pensa un minuto di più, estrae dalla tasca un coltello a serramanico e parte all’attacco. Colpisce entrambi due volte: Sandru alla schiena, Iorel a fianco e spalla. La lama affonda nella carne fino a lambire i polmoni.

L’attacco è concluso, il kosovaro ha battuto le sue prede, ha dimostrato in quella maniera chi è il più forte, chi comanda. Con i vestiti inzuppati di rosso si dirige verso l’associazione Viale K, li getta dentro un sacchetto dell’immondizia, si cambia. Pulisce il coltello con l’acqua e si mette in fila, in silenzio come se niente fosse avvenuto, per ricevere un pasto caldo alla mensa. Tutto questo mentre i due rumeni cercano aiuto, corrono nella vicina assistenza pubblica, cento metri dal luogo dell’accoltellamento. Attraversano la galleria ("grondavano sangue", dirà una signora), poi la strada lasciandosi alle spalle una lunghissima scia rossa. Questo davanti a decine di persone, chi a fare la spesa, chi alla posta.

"E’ arrivato un ragazzo — racconta Oriella Ferri, volontaria del centro di Assistenza — tutto sporco di sangue. Aveva due ferite, diceva che era stato accoltellato da un tizio che dormiva da don Bedin. Pareva una torcia di sangue". Sfinito, crolla a terra, perde conoscenza. Qualche attimo dopo arriva anche l’amico. Pure lui racconta di essere stato ferito dalla stessa persona. Quella che, qualche istante più tardi, viene raggiunta in fila alla mensa dagli uomini dell’Upgsp e della Mobile per essere arrestata.



I SOCCORSI

Oriella Ferri è stata la prima a soccorrere i due rumeni feriti. Volontaria dell’Assistenza pubblica estense, è ancora scossa da quanto visto poco prima. "Ero qui con alcuni colleghi quando è entrato un ragazzo — dice — pareva una torcia di sangue. Parlava poco l’italiano ma diceva di essere stato colpito da un extracomunitario che dormiva da don Bedin. All’improvviso è crollato a terra e ha perso i sensi. Abbiamo tentato di aiutarlo poi è arrivato il 118". Qualche secondo dopo entra il secondo ferito, "pareva meno grave, era stato colpito due volte alla schiena". Anche lui, dice Oriella, "ha parlato dello stesso aggressore».

Intanto cresce la rabbia dei residenti. "Ringraziamo tantissimo l’assessore alla Sicurezza e tutta la giunta comunale — dice sarcastica Susanna Droghetti portavoce del comitato Mille firme —, con le loro belle percentuali di sicurezza questo è il risultato. Qua la gente ha paura, un fatto del genere avvenuto sotto in un supermercato? Inaudito. Aspettiamo ancora le telecamere. Ad aprile 2007 Atti era venuto a fare i rilievi, poi il nulla".


LE INDAGINI

E' rimasto in silenzio, seduto su una sedia della questura. Sguardo perso nel vuoto, quasi senza rendersi conto di cosa avesse combinato. L’accusa contro il kosovaro è devastante: duplice tentato omicidio, reato che potrebbe diventare ancor più grave se la situazione dei rumeni precipitasse ulteriormente. I poliziotti di Upgsp, Squadra mobile e Scientifica, sono arrivati a lui dopo nemmeno un’ora dall’aggressione.

L'aggressore era nella mensa di Viale K, tranquillo. Attendeva il suo turno per ottenere un pasto. Come tutti i giorni per poter vivere. Indosso jeans, maglia grigia e giubbotto scuro. Pulito. La camicia inzuppata di sangue l’aveva già fatta sparire poco prima: l’aveva annodata e gettata in un sacchetto blu dell’immondizia, infine lasciata in un cassonetto. Quando i poliziotti l’hanno fermato aveva ancora in tasca l’arma del delitto, quel coltello a serramanico che si era preoccupato di pulire con cura sotto l’acqua corrente. In questura non ha aperto bocca, non si è giustificato, nemmeno pentito di quanto fatto. Muto. Con quel suo sguardo perso nel vuoto e la mente chissà dove.

di Nicola Bianchi

Furto Tabacchino: condannati per direttissima due rumeni

Si è svolto nella mattinata di ieri il processo, con rito direttissimo, a carico di un giovane VISALON Costantin 1984 (Romania) e di una donna VISALON Cheja 1987 (Romania), resisi responsabili di furto nello scorso fine settimana in città e tratti in arresto dalla Sezione Volanti, subito dopo la segnalazione inviata al 113.

Accadeva che, venerdì scorso, una Volante veniva inviata al quartiere S. Chiara, in quanto una guardia particolare giurata aveva immediatamente prima segnalato, un episodio criminoso consumato all’interno di un esercizio commerciale. Immediatamente sul posto, si contattava la guardia giurata, la quale riferiva che entrando all’interno del negozio, aveva notato la presenza di due persone giovani, un uomo ed una donna, apparentemente slavi.
Il giovane era vicino alle macchinette dei videogiochi, mentre la donna stava vicino al bancone di vendita per acquistare alcuni pacchetti di sigarette. La giovane donna di circa 25 anni, alta circa mt. 1.60, capelli lunghi neri raccolti a coda di cavallo, indossante giubbotto di colore verde con cappuccio e gonna lunga di colore marrone, per il pagamento forniva alla negoziante una banconota di euro 500,00, ricevendo dalla stessa la somma di euro 470,00, composta da banconote di 100, 50 e 20 euro quale resto.
Nella circostanza interveniva il giovane, descritto alto circa mt.1.80, di anni 30 circa, indossante pantaloni jeans e giubbotto in similpelle di colore nero, capelli scuri corti, che si avvicinava alla compagna e, dopo avere manifestato il proprio dissenso in lingua italiana sul taglio delle banconote ricevute come resto, manifestava la propria intenzione di riavere indietro la banconota di 500 euro. La titolare pertanto restituiva ai due la predetta banconota ricevendo indietro i pacchetti di sigarette ed alcune banconote “arrotolate”, da lei a fiducia ritenute pari alla somma di 470 euro fornita come resto A questo punto i due si allontanavano e la negoziante si accorgeva, ad un più accurato controllo, che la somma restituitale era solo 270 euro, e quindi i due si erano impossessati della differenza di 200 Euro circa. La vittima così chiedeva alla guardia giurata di fermare i due malfattori ma una volta fuori, alcuni testimoni riferivano che i due si erano allontanati velocemente a bordo di un’autovettura tipo Renault 19 di colore nero con targa straniera, in direzione viale Porta Pia.
I poliziotti intervenuti immediatamente diramavano le ricerche via radio. Così dopo poco tempo, alle ore 13.00 successive, in questa via Perrino un altro Poliziotto notava e bloccava un’autovettura marca Renault colore nero con targa tedesca. Del fatto veniva data immediata comunicazione alla sala operativa che provvedeva ad inviare in ausilio una pattuglia per i successivi adempimenti.

Negli Uffici della Sezione Volanti i due, riconosciuti negli autori del furto consumato poco prima e sopra descritto,venivano sottoposti a perquisizione la quale sortiva esito positivo, infatti nel portafoglio della donna, anch’esso esplicitamente riconosciuto come quella da lei utilizzato nel’occorso, vi era ancora la descritta banconota da euro 500,00 utilizzata presso la tabaccheria, ed altro danaro nonché degli oggetti che venivano sottoposti a sequestro. I due fermati venivano così tratti in arresto ed a seguito del processo, erano condannati a mesi 4 con sospensione della pena.

Comunicato stampa QUESTURA DI BRINDISI
UFFICIO PREVENZIONE GENERALE & SOCCORSO PUBBLICO
SEZIONE VOLANTI

SORPRESI A RUBARE IN CENTRO COMMERCIALE, ARRESTATI 3 GIOVANI

BELPASSO (CATANIA) - Tre giovani, due rumeni ed un italiano, sono stati arrestati dai carabinieri perche' sorpresi a rubare tra gli scaffali del centro commerciale Etnapolis, in contrada Valcorrente, a Belpasso, nel catanese. I primi due a finire in manette sono stati un meccanico rumeno, I.B.M. di 21 anni, ed uno studente italiano, S.S. di 19 anni. Entrambi, provenienti da Floresta, in provincia di Messina, sono stati notati aggirarsi con fare sospetto tra gli scaffali di "Mediaworld". Bloccati all'uscita dell'esercizio commerciale, dopo avere oltrepassato le barriere antitaccheggio, sono stati trovati in possesso di diversi dispositivi elettronici e componenti periferiche per computer, tra cui hard disk, I-pod e lettori mp-3, per un valore complessivo di circa 500 euro. I prodotti oggetto di furto sono stati riconsegnati al titolare del negozio. Entrambi sono finiti nel carcere di Catania Piazza Lanza. Un altro rumeno, F.I., 20 anni, di Roccalumera (Me), e' stato bloccato all'uscita del centro commerciale, dopo che aveva "visitato" il negozio "Piazza Italia" ed il supermercato "Carrefour". Nella sua borsa, appositamente schermata, sono stati trovati numerosi capi di abbigliamento che presentavano degli strappi nei punti dove erano posizionate le placche anti-taccheggio. Nel primo punto vendita il rumeno aveva rubato camicie da uomo e t-shirt, mentre nel reparto abbigliamento del market biancheria intima, pantaloni e calze, il tutto per un valore complessivo di circa 200 euro. Il giovane, tradito forse dalla fretta, si era pero' dimenticato di strappare l'ultima borchia anti-taccheggio da un paio di pantaloni, cosi' al passaggio davanti alle casse e' scattato l'allarme ed e' stato arrestato. Tutti i capi rubati sono stati restituiti ai legittimi proprietari. Anche per lui, dopo essere stato accompagnato in caserma per ulteriori accertamenti, si sono aperti i cancelli del carcere di Piazza Lanza.

Brindisi: 4 mesi per due rumeni accusati di furto

Si è svolto nella mattinata di ieri il processo, con rito direttissimo, a carico di due giovani di nazionalità rumena, resisi responsabili di furto in un esercizio commerciale al rione S.Chiara, lo scorso fine settimana e tratti in arresto dalla Sezione Volanti, subito dopo la segnalazione inviata al 113 da una guardia giurata. Entrambi sono stati condannati a 4 mesi con sospensione della pena.

venerdì 3 aprile 2009

Costrette a vendersi in strada Sgominata banda di rumeni

Milano, 01 aprile 2009 - Arrestati per concorso in agevolazione, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione con l’aggravante della violenza quattro rom rumeni che costringevano alcune connazionali comprate per poche migliaia di euro o barattate con automobili a vendersi in strada.


L’inchiesta, condotta dalla sezione Criminalità organizzata della Squadra mobile, è partita lo scorso settembre dalla ricerca del latitante Mitita Nica, 46 anni, che il 21 agosto del '97 in concorso con altre persone ha violentato brutalmente un’ucraina. La vittima per fuggire si era buttata dal balcone dell’appartamento di via Tarvisio in cui era stata rinchiusa.

Dopo la condanna passata in giudicato a 7 anni, 5 mesi e 11 giorni di carcere per violenza sessuale aggravata, per l’uomo era stato spiccato il mandato di arresto. Cercandolo, però, gli investigatori hanno scoperto che il rumeno, con altri complici gravitanti al campo nomadi di via Triboniano, sfruttava la prostituzione di alcune donne, tra cui una 17enne che è già scappata dalla comunità protetta in cui era stata portata dopo l’identificazione.

In manette sono finiti oltre al latitante, arrestato già lo scorso dicembre a 200 chilometri da Bucarest, i suoi due figli e la madre della 17enne che l’aveva venduta per 4mila euro ai suoi aguzzini. Si tratta di Mihai Vasilescu, 25 anni; Diamant Stoica, 25, entrambi con precedenti per reati contro il patrimonio, e Costantina Cocarica, 39 anni, incensurata.

Queste ultime misure cautelari, emesse dal gip Giovanna Verga su richiesta del pm Paolo Storari, sono state eseguite nella notte tra il 30 e il 31 marzo. Vasilescu è stato catturato nella zona di Vigevano, il fratello in Romania con la collaborazione della polizia rumena, e la donna nei pressi di Brescia.

Sei le donne identificate costrette a prostituirsi a Milano, ad Arluno e in altre zone che cambiavano a seconda dei controlli.

I tre uomini avevano un lavoro di copertura nel loro paese di origine, occupandosi di taxi. In Italia, invece, ritiravano i passaporti alle loro vittime e le “convincevano” a vendersi con percosse, incamerando un guadagno complessivo stimato in 20mila euro al mese.

Catania, rapina e violenza sessuale su rumena: 4 arresti

CATANIA. Carabinieri e Polizia nel corso di una operazione congiunta hanno arrestato quattro rumeni. Devono rispondere di rapina, sequestro di persona e violenza sessuale di gruppo ai danni di una giovane prostituta, loro connazionale.
I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terra’ alle 10, presso il Comando provinciale dei Carabinieri di Catania.

IN 3 VIOLENTANO E RAGGIRANO DISABILE: ARRESTATI

Bari, 3 apr .- Tre cittadini rumeni sono stati arrestati dai carabinieri di Barletta con le accuse di violenza sessuale e circonvenzione di incapace. I tre avrebbero approfittato della condizione di fragilita' psichica di una quarantenne, abusandone anche sessualmente. A turno, i tre rumeni avrebbero finto di essersi innamorati, allo scopo di ottenere denaro in prestito o regali di varia natura, come costosi telefonini cellulari di ultima generazione. Inoltre i tre avrebbero suggerito alla donna di sottrarre denaro ai familiari e si sarebbero fatti consegnare i soldi della sua pensione di invalidita'. L'estate scorsa la malcapitata, pero', si era rivolta ai carabinieri che, coordinati dal sostituto procuratore di Trani, Giuseppe Maralfa, hanno identificato ed arrestato i tre rumeni, rispettivamente di 21, 22 e 23 anni.

Rubano telefoni per un totale di 10mila euro: arrestati due rumeni

Dopo aver noleggiato un'auto a Prato, due rumeni si sono introdotti, attraverso una finestra sul retro, in un negozio di telefonia situato a pochi metri dal centro storico.

Ma sulla loro strada, mentre cercavano di allontanarsi con sacchi ricolmi di cellulari e accessori di telefonia, per un valore totale di 10mila euro, hanno trovato un agente della questura lucchese, l'assistente capo Albano, che ha dato l'allarme e contribuito all'arresto di entrambi i malviventi.

E' successo tutto questa mattina, attorno alle 6.30, nei pressi di porta Elisa: Albano ha capito che qualcosa non andava all'interno di un attività commerciale, dove due rumeni - di 30 e 29 anni - si erano introdotti da una finestra posta sul retro della struttura e avevano iniziato a saccheggiare una vetrina ricolma di cellulari.

L'agente ha allora allertato una volante e, nel frattempo, ha bloccato uno dei due malviventi, che per sfuggire all'arresto ha cercato di lanciarsi nel vuoto da tre metri di altezza.

Tutta la refurtiva è stata recuperata e sono anche stati sequestrati i sofisticati arnesi da scasso che erano serviti a forzare finestra e vetrina.

Il più anziano dei due ladri ha un lungo elenco di precedenti specifici alle spalle per ricettazione e furto.

giovedì 2 aprile 2009

moda: Carla Bruni a Bucarest per sostenere la moda rumena

progettato dall'Ambasciata di Francia in Romania e l'Istituto Francese di Bucarest, con il sostegno del francese Istituto di Moda a Parigi.

Fonti rumene danno quasi per certa la notizia che la moglie del Presidente di Francia, Carla Bruni, sarà presente a Bucarest, alla fine di maggio.

Ex modella di fama internazionale che arriva a Bucarest, come ospite speciale del Festival della Moda ponte, progettato dall'Ambasciata di Francia in Romania e l'Istituto Francese di Bucarest, con il sostegno del francese Istituto di Moda a Parigi.

Il festival mira a promuovere le creazioni di designer rumeno a Bucarest e di Parigi e di far conoscere al pubblico rumeno l'industria della moda in Francia.

La prima edizione del festival si è svolta lo scorso anno nel mese di maggio e il punto di attrazione è stata una gara tra progettisti rumeni, che è stata vinta da Carmen Secareanu.

Il concorso sarà ripetuto anche quest' anno e il vincitore esporrà le sue collezioni nella nuova sede del Fashion Institute francese a Parigi, durante la settimana della moda, nel marzo 2010.

Carla Bruni ha risposto positivamente all'invito ad essere presente a Bucarest nel mese di maggio, ma l'annuncio ufficiale sarà reso noto tra qualche giorno.

Al Festival della Moda di quest'anno vi sarà una mostra evento con abiti d'epoca firmata da Yves Saint Laurent, la prima mostra del suo genere che accade in un paese in Europa orientale.

mercoledì 1 aprile 2009

è morta la giovane rumena ferita a Mozzecane... Per il pizzaiolo l'accusa è di omicidio

Verona, 1 apr. (Apcom) - E' morta la 25enne rumena A.S. ferita alla testa a colpi di pistola domenica pomeriggio da G.A., il pizzaiolo 47enne di Mozzecane in provincia di Verona, suo ex datore di lavoro. La donna è morta ieri sera all'ospedale di Borgo Trento,dopo due giorni di agonia, la morte cerebrale è stata dichiarata poco dopo l'arrivo in ospedale. Accanto alla donna ricoverato in ospedale c'è anche il marito, ferito anch'egli ma meno gravemente. Per il 47enne pizzaiolo la posizione giudiziaria si aggrava, ora è accusa di omicidio e tentato omicidio aggravati dalla premeditazione secondo l'accusa dato che l'uomo era armato. L'uomo di era consegnato, domenica pomeriggio, ai carabinieri di Villafrance sostenendo di essere stato vittima di un ricatto da parte della coppia di rumeni per delle presunte molestie sessuali, secondo l'uomo mai avvenute. Una testi che è stata sostenuta da G.A. anche nell'udienza di convalida dell'arresto, ma smentita dal marito della rumena morta, che invece dichiara di non avere mai ricattato il pizzaiolo ma che fosse quest'ultimo ha chiamare continuamente la moglie per riaverla al lavoro.

europa debole

Andare a fare una vacanza nei paesi in cui si paga in dollari, comprare prodotti cinesi a meno prezzo, pagare la benzina meno.
Io mi chiedo: ma i giornalisti che dicono queste scemenze lo sono o lo fanno? o non si rendono conto di quali idiozie stanno dicendo e confermano quello che penso e sento dire dalla gente, ovvero che sono solo schiavi di chi ha interesse a fargli dire simili balle.
Pagare la benzina meno: roba da morir dal ridere.
Certamente i petrolieri la pagano meno e certamente fanno un mucchio di soldi, visto che noi la paghiamo sempre lo stesso prezzo!
Comprare prodotti cinesi a minor prezzo: certo che se si potessero mangiare i computer o i lettori di DVD sarebbe conveniente. Peccato che la spesa ogni giorno si faccia in Euro e peccato che i beni alimentari e agricoli siano iperprotetti e di concorrenza da area dollaro non se ne parla nemmeno
Andare in vacanza dove si paga in dollari: la soddisfazione del pirla. A parte il fatto che sarebbe bene andare in vacanza in Italia, se fosse economicamente accessibile (ormai siamo più cari - sul serio - della Svizzera), ma che soddisfazione c'e' ad andare in vacanza dove si paga in dollari? E' soddisfazione andare in vacanza perchè si sta bene e si guadagna, non di certo quando tornando si potrebbe aver perso il posto di lavoro.
La realtà è che con l'euro così forte non si vende nulla all'estero e l'unico rimedio per le aziende è chiudere o andare a produrre dove il lavoro si paga in dollari. Oggi paradossalmente conviene aprir fabbriche in America, per non dire ovviamente tutti gli altri paesi dell'estremo oriente legati al dollaro.

La realtà è che gli americani sono furbi e usano la valuta politicamente per i loro interessi di medio e lungo periodo. Noi in Europa non abbiamo un potere politico che possa fare altrettanto e ci siamo affidati ai banchieri, che ovviamente gestiscono la valuta cercando di mantenerla ai valori più alti possibili. In questo modo garantiscono il potere di acquisto di chi i soldi li ha, contribuiscono ad aumentare il differenziale fra chi ha e chi non ha, e fanno sì che gli imprenditori e i loro dipendenti vadano in malora.
Quindi, andiamo in vacanza in area dollaro e, mentre siamo la', cerchiamo di vedere se possiamo aprirci un'attivita' e restarci, perche' qui, di questo passo, ci sara' ben poco da ridere.

EURO

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