lunedì 9 marzo 2009

Fermati in provincia di Rovigo dei due giovani rumeni, presunti killer di Angelo Peirè (77 anni), ucciso nella sua casa nel centro storico di Genova

«Il giallo è risolto»: così Gaetano Bonaccorso, dirigente della squadra Mobile di Genova ha sintetizzato l’operazione e l’indagine sul delitto di via Del Campo, nel centro storico di Genova. Il movente sarebbe una rapina «finita male»: la vittima conosceva i due e ha aperto loro la porta. Una conoscenza legata all’acquisto, dai due sospettati e da altri, di merce rubata. Quindi della ricettazione di generi che non solo la parte “irregolare” della comunità rumena, ruba nei supermercati liguri e no, rivendendola poi a mercato nero come dimostrato da altre indagini sul campo negli corso degli ultimi anni.

Il «giallo» si è quindi risolto sabato notte, quando due giovani cittadini romeni - Marian Ciobanu (19 anni) e Alexandru Toth (28) - sono stati fermati a Occhiobello di Rovigo.

Fermati in provincia di Rovigo dei due giovani rumeni, presunti killer di Angelo Peirè (77 anni), ucciso nella sua casa nel centro storico di Genova. La rapina all’origine della vicenda, ma vittima e sospetti assassini si conoscevano. Le voci dei protagonisti dell’inchiesta nei link a fondo alla pagina e nel testo

Angelo Peirè

«Il giallo è risolto»: così Gaetano Bonaccorso, dirigente della squadra Mobile di Genova ha sintetizzato l’operazione e l’indagine sul delitto di via Del Campo, nel centro storico di Genova. Il movente sarebbe una rapina «finita male»: la vittima conosceva i due e ha aperto loro la porta. Una conoscenza legata all’acquisto, dai due sospettati e da altri, di merce rubata. Quindi della ricettazione di generi che non solo la parte “irregolare” della comunità rumena, ruba nei supermercati liguri e no, rivendendola poi a mercato nero come dimostrato da altre indagini sul campo negli corso degli ultimi anni.

L’AGGRESSIONE A CALCI E PUGNI

È stato aggredito a pugni e calci per rapina Angelo Peirè,. I due romeni, Marian Ciobanu e Alexandru Toth, fermati da polizia e carabinieri a Occhiobello (Rovigo) conoscevano la vittima, che si rivolgeva a loro per acquistare merce rubata, e per questo motivo Peirè ha aperto loro senza timore la porta di casa. Impronte digitali e reperti diversi rinvenuti e repertati in casa di Peirè , la ricostruzione del privato e del pubblico della vita della vittima, hanno consentito di costruire un quadro preciso. Da questi elementi, gli inquirenti sono arrivati ai due romeni. Ciobanu e Toth sono stati fermati in una pensione vicino Rovigo e stavano cercando di procurarsi i biglietti per lasciare l’Italia.


LA RAPINA E I RETROSCENA DA CHIARIRE
La finestra della camera di Peré, come è stata trovata il 2 marzo: luci e tv erano rimaste accese

Come detto, l’omicidio sarebbe stato l’ultimo atto di una rapina degenerata violentemente, anche se gli inquirenti vogliono e devono ancora chiarire del tutto i rapporti tra la vittima e i due sospettati dell’omicidio. Le indagini avevano avuto uno sviluppo negli ambienti gay che erano frequentati dalla vittima, peraltro conosciuta nella città vecchia come persona mite.

Gli inquirenti (per ascoltare Alessandra Bucci, della questura di Genova, clicca qui) hanno confermato che i due sono entrati in casa accolti dalla vittima che li conosceva. La porta di casa non presentava segni di effrazione o forzatura: «Gli ha aperto o li aspettava» hanno detto gli inquirenti. Le ipotesi di accusa sono quelle di omicidio e di rapina. Sarà l’evoluzione dell’indagine a chiarire la tipologia di omicidio che verrà contestata rispetto alla volontarietà dello stesso o come una conseguenza non voluta di un altro delitto (la rapina). In tal senso, gli esiti dell’autopsia e il loro dettaglio sulle cause e modalità del decesso saranno fondamentali per la configurazione del reato; l’esame aveva già evidenziato un paio di colpi al volto e al cranio come i fendenti mortali.

I retroscena più delicati da chiarire, perché attinenti alla vita privata della vittima, sono quelli del rapporto tra la vittima e i due fermati, sia nell’ambito della ricettazione sia di frequentazione personale legata al giro borderline della comunità gay e degli stessi immigrati irregolari. Ovvero se i due rumeni potessero in qualche modo avere avuto o avere rapporti con la vittima o se la stessa vittima fosse oggetto di qualche ricatto. Particolari come detto delicati, ma indispensabili per la costruzione del quadro dell’accusa e della difesa dei due fermati.

L’INDAGINE

L’operazione di sabato è stata condotta dai carabinieri e dagli agenti della squadra Mobile di Genova, in collaborazione con la polizia romena: «Indagini svolte alla vecchia maniera - ha sottolineato il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Gino Micale (clicca qui e ascoltalo) - senza l’ausilio di particolari attrezzature tecnologiche». Gli investigatori sono partiti da alcune impronte digitali trovate in casa di Peirè e hanno “scavato” nella vita dell’anziano, per cercare di capirne le frequentazioni.

GLI INQUIRENTI: FONDAMENTALE LA COLLABORAZIONE DELLA POLIZIA ROMENA
«Sì, forse in Romania tra i criminali è aumentata la percezione che in Italia si possa delinquere con maggiore facilità, si scambiano queste informazioni, ma i romeni che sono qui non sono tutti delinquenti»: lo ha detto Ioan Popa, colonnello della polizia romena a margine della conferenza stampa per il fermo dei suoi due connazionali accusati dell’omicidio di Angelo Peirè. I poliziotti romeni hanno dato «una grossa mano» alle indagini: «In Italia - ha spiegato Popa - ci sono più di un milione di romeni, di cui 958 sono stati condannati. Non so se questa si possa definire una percentuale alta per la criminalità. Però ce ne sono pure 450.000 con documenti regolari, con un contratto di lavoro e 350.000 in corso di regolarizzazione. Noi, comunque, siamo sempre a disposizione della polizia italiana. Il nostro ruolo è quello di dare un’informativa immediata, superando i ritardi della burocrazia. E partecipiamo direttamente alle indagini, anche con attività che possono sembrare semplici, come la verbalizzazione, ma che semplificano molto il lavoro delle forze dell’ordine».


Omicidio nei vicoli, due arresti
Giuseppe Filetto
A tradirli alcuni connazionali e la soffiata di un confidente della polizia. Avevano trovato ospitalità in provincia di Rovigo

"Traditi" dagli amici, immigrati, pregiudicati, senza lavoro e senza domicilio come loro e dalla soffiata di un confidente della polizia. Inoltre, la collaborazione della gente dei vicoli ha portato gli investigatori ai due assassini, ai rumeni che tra il 10 e il 15 di febbraio avrebbero ammazzato a pugni e calci Angelo Peirè. Doveva essere una rapina, all´anziano che a loro apriva la porta, a cui portavano merce rubata: alimentari, abbigliamento, detersivi che poi il settantasettenne rivendeva a basso prezzo alla gente del Centro Storico. Quella rapina sarebbe degenerata, trasformandosi in un omicidio. Gli uomini della Squadra Mobile e del Nucleo Investigativo dei carabinieri hanno fatto scattare le manette ai polsi di Marian Ciobanu (19 anni) ed Alexandru Toth (di 28) tra sabato e domenica. Braccati dagli investigatori, i due sono stati catturati all´una di notte, in strada, a Occhiobello, in provincia di Rovigo, dove avevano trovato ospitalità con l´aiuto di connazionali. Pronti a sconfinare in un paese extra Schengen «La cattura è il frutto della collaborazione tra polizia italiana, carabinieri e polizia rumena», sottolinea il questore Salvatore Presenti. Ognuno ha messo il proprio tassello, alla vecchia maniera, lavorando sulle informazioni acquisite sul territorio. Tanto che la conferenza stampa di ieri è stata presenziata dal comandante provinciale dell´Arma, Gino Micale, da Gaetano Bonaccorso (capo della Squadra Mobile) e dal colonnello rumeno Ioan Popa, distaccato in Italia. Mancava solo il sostituto procuratore Francesco Albini Cardona, che coordina l´inchiesta ed ha firmato l´arresto, basato sugli indizi a carico dei presunti assassini: le telefonate dall´apparecchio fisso di Peirè dimostrerebbero che l´uomo poco prima di morire abbia avuto contatti con i rumeni, o comunque con qualcuno a loro vicino; i due balordi facevano parte delle sue assidue frequentazioni; Toth e Ciobanu, insieme, si sarebbero allontanati da Genova proprio il giorno in cui su un giornale è uscita la notizia che la polizia li stava cercando. Un passo falso e decisivo per i due, tanto da far temere il pericolo di fuga e di inquinamento delle prove. Ora gli agenti guidati da Alessandra Bucci (dirigente della Squadra Omicidi) e del maggiore Vito Di Gioia (Seconda Sezione Omicidi dei carabinieri) cercano ulteriori elementi forti. Sperano di ottenerli dai rilievi compiuti nella casa di Angelo, al primo piano del civico 13 di via del Campo. Qui, dove l´ex portuale è stato trovato morto il 2 marzo scorso, dopo una decina di giorni e in avanzato stato di decomposizione, sono stati prelevati reperti biologici (macchie di sangue sul pavimento), impronte digitali ed altre tracce che sono state inviate e su cui in queste ore lavora il Ris di Parma.

Uccide la moglie, ferisce la sorella della vittima e si spara

08-Marzo-2009

BOLOGNA- Tragedia in un'abitazione sulle colline bolognesi: un uomo ha ucciso la convivente, di nazionalità romena, con un colpo di pistola, poi ha rivolto l'arma contro se stesso e ha fatto fuoco. E' accaduto a Ca' Bortolani, frazione di Savigno. L'uomo, un 60enne, è stato trovato in gravissime condizioni ed è morto dopo qualche ora in ospedale. Rimasta ferita anche la sorella della vittima: è in condizioni non preoccupanti.

Renzo Sapori, ha 60 anni, lei, romena, 27 di meno, voleva chiudere la relazione. Hanno litigato e l'uomo, geloso, ha sparato. Sapori aveva fatto il ristoratore, poi gli affari erano andati male, aveva venduto tutto e da un paio d'anni non aveva alcuna attività. Lei lavorava in una cooperativa della zona. Si era unita a quell'uomo e aveva fatto venire in Italia anche la sorella, di anno più giovane, dopo aver trovato anche per lei un impiego nella stessa impresa.

Proprio la sorella è stata testimone e vittima della follia. La donna, ferita non gravemente ha chiamato dei conoscenti che l'hanno portata in auto fino all'ospedale Maggiore di Bologna e hanno allertato il 118.

Da questo è partito l'allarme ai carabineri. Il personale di "Bologna Soccorso" ha trovato Sapori in condizioni gravissime per quel colpo di pistola alla testa ma è riuscito a portarlo vivo in ospedale. Nulla da fare invece per la sua compagna. Pochi dubbi per i carabinieri che hanno passato la notte nella casa al centro del paesino assieme al pm di turno: la ricostruzione dei fatti è sembrata attendibile e conclusiva. Qualcuno in paese ha raccontato che l'omicida era un uomo dai modi pesanti, che lei si era già lamentata della sua gelosia e che voleva chiudere quella relazione comunque difficile per la differenza di età e cominciare un'altra vita. Non ne ha avuto la possibilità, come è successo tante volte con lo stesso copione.

Verso le 16 i medici dell'ospedale hanno dichiarato la morte dell'omicida. I parenti hanno anche autorizzato l'espianto degli organi.


Italiano rapina prostituta rumena


lunedì 02 marzo 2009

Nettuno, Roma, lunedì 2 marzo 2009- Di solito siamo abituati a sentire il contrario ma in questo caso un pluripregiudicato 42enne di Roma, dopo essersi appartato con una prostituta rumena in località La Campana a Nettuno, aveva puntato una pistola contro la donna rapinandola dei pochi ciondoli d'oro , del cellulare e di soli 50 euro. I fatti erano accaduti il 29 dicembre 2008 e durante tutto questo tempo, il lavoro certosino degli inquirenti era proseguito senza sosta sino a giungere all'identificazione dell'uomo ed all'emissione nei suoi confronti, di un'ordinanza di custodia cautelare. La polizia ha dovuto bloccarlo perché quando ha capito ddi essere in trappola ha tentato di fuggire dal balcone. Ora deve rispondere di rapina a mano armata e detenzione e porto d'armi illegale

Arrestati a Roma una banda di 5 rumeni che clonava carte di credito

Pimp My Profile Con una microtelecamera collegata a un telefonino e montata su un pannello applicato di notte al bancomat ROMA - Decine di vittime al giorno, centinaia al mese. Ignari clienti che effettuavano prelievi al bancomat digitando il pin della loro tesserina magnetica. Senza sapere però che una banda di clonatori rumeni riprendeva le loro dita sulla tastiera numerica con una microtelecamera collegata a un telefonino e montata su un pannello applicato nottetempo sullo sportello bancario, e senza rendersi neanche conto che all’interno del bancomat, dove si infila la tessera, i clonatori avevano inserito uno scanner in grado di intercettare e memorizzare il codice segreto. Immagine e codice: e il bancomat del cliente era clonato, pronto per essere utilizzato per fare acquisti nei negozi del centro di Roma. GLI ARRESTI - A scoprire il maxi raggiro sono stati gli agenti della Squadra mobile romana che hanno arrestato 5 rumeni, 4 uomini e una donna, sorpresi in un appartamento nel quartiere Prenestino con tutte le apparecchiature necessarie alla clonazione e centinaia di carte già riprodotte o ancora vergini. Gli investigatori, guidati da Andrea Di Giannantonio, sono entrati in azione dopo aver pedinato il quintetto per alcune settimane. I cinque si spostavano su una Fiat Brava e montavano i falsi pannelli di notte, lasciandoli per alcune ore. Nel covo sono stati trovati video caricati su un pc con decine di persone riprese mentre si recavano al bancomat. Non si esclude che i bancomat clonati potessero essere rivenduti ad altre bande. Prima di approdare a Roma, la gang rumena aveva già operato in Toscana.

europa debole

Andare a fare una vacanza nei paesi in cui si paga in dollari, comprare prodotti cinesi a meno prezzo, pagare la benzina meno.
Io mi chiedo: ma i giornalisti che dicono queste scemenze lo sono o lo fanno? o non si rendono conto di quali idiozie stanno dicendo e confermano quello che penso e sento dire dalla gente, ovvero che sono solo schiavi di chi ha interesse a fargli dire simili balle.
Pagare la benzina meno: roba da morir dal ridere.
Certamente i petrolieri la pagano meno e certamente fanno un mucchio di soldi, visto che noi la paghiamo sempre lo stesso prezzo!
Comprare prodotti cinesi a minor prezzo: certo che se si potessero mangiare i computer o i lettori di DVD sarebbe conveniente. Peccato che la spesa ogni giorno si faccia in Euro e peccato che i beni alimentari e agricoli siano iperprotetti e di concorrenza da area dollaro non se ne parla nemmeno
Andare in vacanza dove si paga in dollari: la soddisfazione del pirla. A parte il fatto che sarebbe bene andare in vacanza in Italia, se fosse economicamente accessibile (ormai siamo più cari - sul serio - della Svizzera), ma che soddisfazione c'e' ad andare in vacanza dove si paga in dollari? E' soddisfazione andare in vacanza perchè si sta bene e si guadagna, non di certo quando tornando si potrebbe aver perso il posto di lavoro.
La realtà è che con l'euro così forte non si vende nulla all'estero e l'unico rimedio per le aziende è chiudere o andare a produrre dove il lavoro si paga in dollari. Oggi paradossalmente conviene aprir fabbriche in America, per non dire ovviamente tutti gli altri paesi dell'estremo oriente legati al dollaro.

La realtà è che gli americani sono furbi e usano la valuta politicamente per i loro interessi di medio e lungo periodo. Noi in Europa non abbiamo un potere politico che possa fare altrettanto e ci siamo affidati ai banchieri, che ovviamente gestiscono la valuta cercando di mantenerla ai valori più alti possibili. In questo modo garantiscono il potere di acquisto di chi i soldi li ha, contribuiscono ad aumentare il differenziale fra chi ha e chi non ha, e fanno sì che gli imprenditori e i loro dipendenti vadano in malora.
Quindi, andiamo in vacanza in area dollaro e, mentre siamo la', cerchiamo di vedere se possiamo aprirci un'attivita' e restarci, perche' qui, di questo passo, ci sara' ben poco da ridere.

EURO

EURO