sabato 23 maggio 2009

LA ROMANIA ALLE PORTE DELL’EUROPA
E’ da tanto che si parla di integrazione europea nei paesi dell’est ed ora e’ venuto il momento della verità. Ai confini orientali dell’Europa la Romania sta aspettando di essere accolta in un territorio politico che nel corso della storia essa ha protetto da invasori esterni fossero questi ottomani, tartari o altre popolazioni con intenzioni egemoniche. Nei nostri testi di storia è scritto a chiare lettere che Maometto II° voleva arrivare a conquistare Roma e cibare il suo cavallo all’altare di San Pietro; e sono stati i nostri avi a lottare contro di lui e a difendere così l’Europa dalle sue mire. I romeni hanno ripetutamente chiesto aiuto agli europei in quei tempi difficili, ma hanno sempre dovuto cavarcela da soli.


Abbiamo bruciato i nostri raccolti, le nostre case, avvelenato le nostre fontane e i nostri hanno versato il loro sangue. Le loro donne sono rimaste vedove e hanno visto anche ammazzargli i bambini. Pensando a questi fatti mi vengono in mente le maledizioni delle donne italiane che rimanevano sole a casa quando i loro mariti emigravano nelle Americhe.Questi ormai sono fatti lontani. Qual’e’ la situazione attuale? Siamo pronti alla nuova realtà? Abbiamo il complesso di sentirci diversi? Forse si, ma qui c’e’ in atto un vero cambiamento anche se lento. Ed almeno di noi non si parla più come diceva Alfonso d’Aragona dei calabresi: “Quella gente che di uomo avevano solo la figura”. Il Presidente Traian Basescu ha ricordato recentemente che il 1º gennaio 2007 ci sarà solo l’adesione della Romania alle Istituzioni dell’Unione Europea. Per l’integrazione, ha aggiunto il Presidente, ci vorranno almeno 10 anni, se saremo abbastanza determinati a cambiare i nostri modi un po’ troppo “balcanici” di fare. Per noi l’adesione e’ molto importante perchè ci permetterà di muoverci liberamente entro i confini europei. Già più di un milione di romeni sta lavorando all’estero. Qui sono rimasti 22 millioni dei quali molti vorrebbero partire. Sembra che vogliano rimanere solo quelli che amano troppo questo paese, i vecchi che vogliono essere sepolti nella terra che gli ha visti crescere e quelli che hanno una situazione economica soddisfacente.SUGLI ITALIANIDegli italiani i romeni dicono obiettivamente che hanno una cultura superiore e che hanno molte più opportunità di loro. L’Italia e’ uno dei paesi dove noi andremmo volentieri a vivere e lavorare e forse stabilirci per sempre. Ci sono tante similitudini tra le nostre due culture e inoltre noi siamo persone che si sanno adattare a tutte le situazioni e a fare quasi tutti i lavori. Se un nostro concittadino trova un lavoro all’estero vende la sua casa e parte senza indugi. I nostri emigrati quando telefonano a casa dicono sempre che stanno bene e sono contenti di mandare soldi per la famiglia rimasta a casa. Non dicono mai che vengono trattati male né che sono rimasti senza lavoro per settimane. Per loro la felicità è far vivere meglio i propri cari. Da Udine a Trapani puoi incontrare almeno un romeno in ogni città o paesino. Spesso fanno i lavori che gli italiani non vogliono più fare, a volte sembrano perdere la dignità ma tanto lì dove sono arrivati nessuno li conosce. Abbiamo sempre sofferto ma dopo l’adesione avremo pari diritti e guadagnato il rispetto. Non saremo forse più cittadini romeni ma la vita ci sorriderà.


Romania la portile Europei

A trecut mult timp de cand se vorbeste de integrarea europeana a tarilor din est si sud-est, iar acum se pare ca a venit momentul adevarului: la granita orientala, Romania asteapta sa fie acceptata intr-un teritoriu politic pe care in decursul istoriei l-a aparat de invadatori, fie ei turci sau tatari, ori alte popoare cu intentii hegemonice. In cartile noastre de istorie sta scris cu litera mare ca Mahomed al II-lea voia “in pristolul de la Roma / Sa dau calului ovaz”, iar stramosii nostri au luptat impotriva lui si au aparat astfel Europa de voia sa. In acele vremuri tulburi romanii au cerut in mod repetat ajutor europenilor, insa intotdeauna au trebuit sa se descurce singuri. Am dat foc recoltelor si caselor, am otravit fantanile, iar barbatii si-au varsat sangele pe campul de batalie. Femeile lor au ramas vaduve si si-au vazut copiii ucisi inaintea ochilor. Gandindu-ma la aceste aspecte tragice, imi vin in minte blestemele italiencelor ramase singure acasa cand barbatii lor emigrau in America. Astea sunt insa lucruri care s-au petrecut demult. Care e situatia actuala?Sintem oare pregatiti pentru noua realitate ce ni se infatisaza la orizont?Suntem complexati de a fi diferiti? E posibil, insa in Romania schimbarile sunt in curs, chiar daca se fac incet. Si traim cu speranta ca despre noi nu se vorbeste cum zicea Alfonso d’Aragona despre calabrezi: “Cei care, de om, aveau doar figura”. Presedintele Traian Basescu a tinut sa aminteasca recent ca la 1 ianuarie 2007 se va semna doar tratatul de aderare la Uniunea Europeana. Pentru integrare, a mentionat Presedintele, va mai fi nevoie de cel putin 10 ani de-acum inainte, asta daca vom fi destul de hotarati sa ne schimbam felul nostru de a face lucrurile, un fel cam prea balcanic. Pentru noi, procesul de aderare este unul destul de important pentru ca ne va permite sa circulam liber in spatiul Schengen. Sunt deja mai mult de un milion de romani in afara granitelor, iar din cei 22 de milioane ramasi in tara multi ar vrea sa plece. Se pare ca raman aici doar aceia care iubesc prea mult tara asta, batranii care vor sa fie inmormantati in pamantul unde au crescut si cei care au o situatie materiala destul de buna.
DESPRE ITALIENIIn mod obiectiv, romanii spun despre italieni ca acestia au o cultura superioara fata de a noastra si ca au mult mai multe sanse fata de noi. Italia este una dintre tarile unde am merge cu placere sa locuim si sa lucram, poate chiar sa ne stabilim pentru totdeauna. Intre aceste doua culturi sunt atatea similitudini si, mai mult decat atat, romanii sunt persoane care se pot adapta oricarei situatii si care pot executa orice fel de munca. Daca un conational de-ai nostri isi gaseste un loc de munca in strainatate, isi vinde casa si tot ce are si pleaca fara regrete. Cand telefoneaza acasa, emigratii romani spun intotdeauna ca le e bine acolo unde au ajuns si sunt fericiti ca pot trimite bani acasa pentru familie. Niciodata nu-i vei auzi ca se plang din cauza faptului ca au tratati urat, sau ca au ramas fara loc de munca saptamani intregi. Pentru ei, fericirea inseamna sa ii ajute pe cei dragi sa traiasca mai bine. De la Udine la Trapani, nu se poate sa nu te intalnesti macar cu un roman in orice oras sau orasel. Cel mai adesea fac muncile pe care italienii le refuza, cateodata poate parea ca isi pierd demnitatea, dar oricum, acolo unde au ajuns, nu ii cunoaste nimeni. Am suferit toate vitregiile sortii intotdeauna, dar poate ca dupa integrare vom avea si noi drepturi egale cu europenii si ne vom fi castigat respectul cuvenit. Nu vom mai fi simpli cetateni romani si poate ca soarele va rasari si pe strada noastra.Florin Stingaciu

europa debole

Andare a fare una vacanza nei paesi in cui si paga in dollari, comprare prodotti cinesi a meno prezzo, pagare la benzina meno.
Io mi chiedo: ma i giornalisti che dicono queste scemenze lo sono o lo fanno? o non si rendono conto di quali idiozie stanno dicendo e confermano quello che penso e sento dire dalla gente, ovvero che sono solo schiavi di chi ha interesse a fargli dire simili balle.
Pagare la benzina meno: roba da morir dal ridere.
Certamente i petrolieri la pagano meno e certamente fanno un mucchio di soldi, visto che noi la paghiamo sempre lo stesso prezzo!
Comprare prodotti cinesi a minor prezzo: certo che se si potessero mangiare i computer o i lettori di DVD sarebbe conveniente. Peccato che la spesa ogni giorno si faccia in Euro e peccato che i beni alimentari e agricoli siano iperprotetti e di concorrenza da area dollaro non se ne parla nemmeno
Andare in vacanza dove si paga in dollari: la soddisfazione del pirla. A parte il fatto che sarebbe bene andare in vacanza in Italia, se fosse economicamente accessibile (ormai siamo più cari - sul serio - della Svizzera), ma che soddisfazione c'e' ad andare in vacanza dove si paga in dollari? E' soddisfazione andare in vacanza perchè si sta bene e si guadagna, non di certo quando tornando si potrebbe aver perso il posto di lavoro.
La realtà è che con l'euro così forte non si vende nulla all'estero e l'unico rimedio per le aziende è chiudere o andare a produrre dove il lavoro si paga in dollari. Oggi paradossalmente conviene aprir fabbriche in America, per non dire ovviamente tutti gli altri paesi dell'estremo oriente legati al dollaro.

La realtà è che gli americani sono furbi e usano la valuta politicamente per i loro interessi di medio e lungo periodo. Noi in Europa non abbiamo un potere politico che possa fare altrettanto e ci siamo affidati ai banchieri, che ovviamente gestiscono la valuta cercando di mantenerla ai valori più alti possibili. In questo modo garantiscono il potere di acquisto di chi i soldi li ha, contribuiscono ad aumentare il differenziale fra chi ha e chi non ha, e fanno sì che gli imprenditori e i loro dipendenti vadano in malora.
Quindi, andiamo in vacanza in area dollaro e, mentre siamo la', cerchiamo di vedere se possiamo aprirci un'attivita' e restarci, perche' qui, di questo passo, ci sara' ben poco da ridere.

EURO

EURO