giovedì 9 aprile 2009

Veneto/ Verona, carte bancomat clonate: arrestati tre romeni - Sequestrate 200 tessere false, migliaia ricevute transazioni

Verona, 9 apr. (Apcom) - I carabinieri di Verona hanno arrestato tre romeni, a Sirmione nel Veronese, che clonavano carte bancomat, sono state sequestrate 200 tessere falsificate e migliaia di ricevute di transazioni monetarie effettuate all'estero.

Gli arrestati sono due uomini e una donna che avevano messo in piedi un sistema collaudato. Con una telecamera nascosta presso lo sportello e un sistema elettronico per la lettura dei codici riuscivano a clonare le tessere bancomat.

SCHIAVIZZANO E FANNO PROSTITUIRE CONNAZIONALE, FERMATI 2 RUMENI

Alcuni giorni fa i Carabinieri di Corsico hanno fermato due cittadini rumeni, P.I. dell'80 e N.M. del 78 all'interno del comprensorio del centro commerciale "Fiordaliso" di Rozzano. Entrambi sono stati ritenuti responsabili della riduzione in schiavitù di una loro connazionale trentenne, aggravata dalla finalità dello sfruttamento della prostituzione. L'indagine è partita dalla denuncia presentata nello scorso mese di marzo da una donna rumena contro il primo soggetto. L'uomo, che aveva conosciuto la giovane occasionalmente in Italia, dopo un periodo in cui aveva intrattenuto con lei una relazione sentimentale, dal febbraio-marzo del 2007, l'aveva costretta a prostituirsi in strada con orari massacranti. La giovane si prostituiva a Mortara dalle 10 alle 19 di ogni giorno e dopo una piccola pausa di circa una ora, ad Alessandria dalle ore 22 alle 6 dell'indomani. Secondo il racconto della denunciante, tutte le ragazze costrette a prostituirsi, venivano materialmente condotte in strada per poi essere riprese alla fine della giornata lavorativa, dalla stessa persona o da connazionali facenti parte dell'organizzazione, tra questi anche il secondo fermato, conosciuto personalmente dalla parte lesa. Ogni volta che tentava di rifiutarsi, perché necessitava di cure mediche, di fatto le veniva impedito di recarsi in ospedale o comunque di uscire di casa. Lo sfruttatore pretendeva dalle ragazze che lavoravano per lui non meno di mille euro al giorno, ragion per cui anche la vittima era costretta ad avere numerosi rapporti sessuali.

Scontri in Moldova, accuse a Bucarest

ROMANIA - MOLDOVA: CONFERENZA STAMPA DEL CAPO DELLA DIPLOMAZIA RUMENA, CRISTIAN DIACONESCU

Di redazione (del 09/04/2009 @ 19:30:44, in Osservatorio Internazionale

“Negli ultimi giorni le autorità della Moldova hanno preso una serie di misure ritenute da noi - e non solo da noi, come arbitrarie e discriminarie contro i cittadini rumeni”, ha dichiarato oggi in una conferenza stampa il capo della diplomazia di Bucarest Cristian Diaconescu, ricordando che “l'azione più dura è l'introduzione dei visti per i rumeni”. Bucarest respinge con risolutezza le accuse delle autorità della Moldova confinante su presunti coinvolgimenti della Romania negli affari interni di questo stato, in seguito agli scontri avvenuti nei giorni scorsi tra le forze dell'ordine e i manifestanti, che hanno denunciato presunte frodi alle elezioni del 5 aprile scorso, vinte dai comunisti. Dopo aver vietato vietato l'ingresso dalla Romania nella Moldova di circa 280 rumeni, bulgari e moldavi, tra cui più di 20 giornalisti di testate rumene e straniere e 50 giovani moldavi che studiano in Romania, le autorità comuniste di Chisinau hanno dichiarato persona non grata l'ambasciatore rumeno Filip Teodorescu e hanno imposto i visti d'ingresso ai cittadini rumeni.

“In primo luogo, per quanto riguarda l'obbligatorietà dei visti, è stato stabilito senza nessun fondamento giuridico il criterio della cittadinanza rumena”, ha spiegato il ministro, rilevando che si tratta di “una misura discriminatoria, perchè secondo l'accordo tra la Moldova e la Commissione europea, la misura può essere introdotta solo per certe categorie di persone e comunque, non in base al criterio dela nazionalità o della cittadinanza”. In secondo luogo, ha aggiunto Cristian Diaconescu, la misura è stata presa con la violazione dell'accordo tra la Moldova e la Commissione europea sulla facilitazione dei visti e la riammissione, che prevede l'obbligo di informare Bruxelles 48 ore prima di prendere una simile misura e finora una simile comunicazione non è arrivata. “L'azione indica la distanza immensa tra le dichiarazioni delle autorità di Chisinau e la disponibilità reale di agire in spirito europeo. Abbiamo già informato la Commissione europea e i partner europei su questi aspetti”, ha spiegato il capo della diplomazia.

“L'altro problema riguarda le misure contro i cittadini romeni, ha aggiunto il ministro, rilevando come “a partire da ieri, le autorità di Chisinau svolgono un'operazione metodica di individuare le persone che hanno partecipato alle manifestazioni dei giorni scorsi. Dalle dichiarazioni pubbliche del procuratore generale della Moldova, capiamo che tra le 200 persone di cui si afferma che siano fermate, si trovino anche dei cittadini stranieri. Abbiamo fatto anche una notifica e facciamo un appello insistente e fermo alle autorità moldave di precisare ufficialmente il numero dei cittadini romeni fermati e di consentire al personale del consolato romeno di mettersi in contatto con loro per concedere subito l'assistenza consolare, ai sensi delle leggi internazionali”, ha sottolineato il capo della diplomazia.

Infine, “dati gli sviluppi in Moldova, il Ministero degli steri romeno ritiene che la situazione in questo stato pone dei problemi severi per la sicurezza dei cittadini romeni e raccomanda di evitare i viaggi in questo paese. Sappiamo che questa sollecitazione mette in situazioni difficili molte persone con doppia cittadinanza – romena e moldava – soprattutto ora che manca poco alla Pasqua ortodossa, purtroppo dobbiamo fare anche una simile raccomandazione”, ha aggiunto il ministro.

Cristian Diaconescu ha poi parlato dell'incontro avuto oggi con gli ambasciatori degli stati Ue e Nato accreditati a Bucarest. “Abbiamo avuto una conversazione aperta e ho informato i nostri partner sul modo in cui la Romania vede la relazione con la Moldova. Un primo aspetto: ribadiamo la continuità, nel senso che la Romania, in base ai principi di cooperazione europea e di partenariato, ritiene che le relazioni di buon vicinato si possono basare solo sui valori, standard e norme europei. Continueremo a promuovere l'avvicinamento della Moldova all'Ue, ritenendo che questo iter resta la migliore variante per i cittadini moldavi e per la coerenza della politica estera romena degli ultimi anni. La Romania ritiene necessaria - e ha sollecitato ai partner dell'Ue e agli alleati della Nato - solidarietà per controbilanciare le derive dalle norme democratiche e di diritto internazionale che, in questo momento, a nostro avviso, creano fonti di instabilità nella regione in cui si trova il nostro paese. Da membro dell'Ue e della Nato, la Romania ha la responsabilità e agisce costantemente per assicurare un clima di stabilità al confine orientale dell'Ue e della Nato, però gli eventi recenti indicano chiaramente che serve la solidarietà di tutti i partner strategici dell'Ue e della Nato”, ha concluso il capo della diplomazia di Bucarest. ( Fonte: rri.ro)

Redazioneonline- Osservatorio Internazionale


Russia chiede a Romania e Ue di garantire sovranità Moldavia

di Dmitry Solovyov e Sabina Zawadzki

CHISINAU (Reuters) - La Russia ha ufficialmente chiesto all'Unione Europea e alla Romania di farsi garanti della sovranità della Moldavia, suo alleato, teatro di violenti scontri nei giorni immediatamente successivi alle elezioni politiche.

Il presidente moldavo, il veterano Vladimir Voronin, ha condannato l'atteggiamento della Romania rea, secondo il presidente, di aver appoggiato il tentativo di colpo di stato dopo che gli studenti che stavano manifestando, due giorni fa, contro l'esito delle elezioni politiche hanno assaltato il parlamento sventolando bandiere rumene e dell'Unione Europea.

Il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha riferito che Mosca è rimasta "profondamente infastidita" dalle bandiere esposte e dagli slogan intonati perché dimostravano chiaramente che i manifestanti "erano ossessionati dall'idea di distruggere lo stato moldavo".

Gran parte della Moldavia, lo stato più povero d'Europa, era parte integrante della Romania finché Stalin non decise di annetterla all'Unione Sovietica nel 1940. E' diventata indipendente nel 1991, dopo il crollo dell'Unione Sovietica.

"Speriamo che l'Unione Europea e la leadership rumena, che hanno pubblicamente condannato gli episodi di violenza, prendano provvedimenti per assicurare che le bandiere rumene e gli slogan a favore della Romania non siano utilizzati per minare la stabilità dello stato", ha detto Lavrov all'agenzia di stampa russa Ria.

L'Unione Europea e gli Stati Uniti hanno invitato alla calma e hanno auspicato che gli episodi di violenza post-elettorali non si ripetano. Scontri durante i quali è morta una persona, altre 200 sono state ferite e almeno 193 sono state arrestate.

Corrispondenti da Chisinau hanno riferito che la Moldavia ha negato l'accesso a più di 19 giornalisti rumeni, nonostante un'esplicita richiesta da parte della Repubblica Ceca, presidente di turno dell'Ue, affinché "siano rispettati i principi di libertà di stampa e di espressione".

La Ria ha anche citato un membro dei servizi segreti moldavi che avrebbe detto che l'ex repubblica sovietica espellerà altri tre giornalisti rumeni per "attività non compatibili" con la legge moldava. Il governo non ha commentato questa indiscrezione.

Voronin, che è l'unico capo di governo comunista, ha detto che la Romania vuole prendere il controllo del paese, che conta quattro milioni di abitanti e uno stipendio mensile medio, per i suoi abitanti, di 250 dollari. La Romania ha immediatamente respinto le accuse.


9 aprile 2009, In Moldova la situazione rimane tesa. Espulsi tre giornalisti rumeni.
La tesi del presidente moldavo è appoggiata anche da Mosca che parla di ingerenze esterne

Il presidente moldavo Vladimir Voronin ha indicato quelli che secondo lui sarebbero i mandanti dei disordini scoppiati lunedì nella capitale Chisnau. Dimostranti anticomunisti, che contestavano il risultato delle elezioni di domenica scorsa nelle quali ha vinto il Partito Comunista, hanno preso d'assalto il Parlamento per poi essere duramente repressi dalla polizia, il bilancio parla di 193 arresti e di un morto. Per Voronin gli scontri sono stati provocati dalla Romania della quale la Moldova ha fatto parte fino al 1940. La tesi è appoggiata anche da Mosca che mette in guardi da «ingerenze esterne». Oggi la Moldavia si appresta ad espellere tre gionalisti rumeni accusati di attività non meglio precisate.

Per il presidente della Moldova, Vladimir Voronin dietro alle proteste dei giorni scorsi a Chisinau, costati la vita a una persona, ci sarebbe la mano della Romania. La conseguenza di questa interpretazione è stato l'allontanamento dell'ambasciatore di Bucarest dichiarato persona non grata al quale sono state concesse 24 ore per abbandonare il paese.


Secondo quanto denunciato dal presidente, le proteste di questi giorni «non possono essere descritte se non come un colpo di Stato». A sostegno delle accuse di Voronin, il ministero degli Esteri russo Lavrov ha parlato di un complotto contro «la sovranità della Moldova», sottolineando la presenza di «numerose bandiere rumene nelle mani degli organizzatori di queste azioni scandalose».


Sempre Voronin ha poi riferito che «i nostri organismi di sicurezza hanno arrestato 118 persone che hanno organizzato gli scontri, mentre gli sponsor della rivolta hanno già lasciato la Moldova», l'ex repubblica sovietica era parte della Romania fino al 1940, quando venne annessa dall'Urss, la Moldova ha proclamato la propria indipendenza dall'ex Unione Sovietica nel 1991.


Il grande sponsor di Chisnau rimane comunque Mosca che ha lanciato un monito contro ogni tentativo di ingerenza esterna nella vita politica della Moldova. «A giudicare dagli slogan scanditi in piazza, dal gran numero di bandiere rumene nelle mani degli organizzatori dei disordini, il loro obiettivo consiste nel denigrare tutti i successi degli ultimi anni nel rafforzare la sovranità della repubblica e probabilmente in qualche modo influenzare anche i risultati delle elezioni», si legge in un comunicato del ministero degli esteri russo. «Più a lungo durano gli atti di vandalismo più cresce la minaccia per Stato moldavo e i processi democratici», prosegue il testo. Secondo Mosca i disordini sono stati organizzati da forze scontente della stabilità interna della Moldova e dalla sua equilibrata politica estera.


Anche l'ex presidente sovietico, Mikhail Gorbaciov, ha detto di non escludere che i disordini in Moldova possano essere stati provocati da forze esterne, anche se si è detto convinto dell'esistenza di un disagio sociale in quel Paese. «C'è l'una e l'altra cosa», ha detto Gorbaciov all'agenzia Itar-Tass. «Penso che ci sia senz'altro un'influenza esterna, e questo è molto inquietante dal momento che lo schema sembra ben determinato. Preoccupa il fatto che tutto questo piaccia a qualcuno». Al tempo stesso - ha aggiunto l'ex leader del Cremlino - «la situazione in quel Paese è specifica». «Tuttavia i moldavi devono risolvere da soli la loro crisi. Credo che il partito uscito vincitore debba mostrare prudenza. È vero che ha vinto le elezioni, ma le forme che questa vittoria ha assunto suscitano preoccupazione», ha concluso Gorbaciov.



(alessandro fioroni)



MOSCA (8 aprile) - La polizia moldava ha arrestato 193 persone coinvolte nei disordini di ieri nella capitale Chisinau, dove una manifestazione antigovernativa è degenerata con l'assalto al Parlamento e al palazzo presidenziale. Forze di sicurezza hanno istituito posti di blocco ai principali incroci e sulle strade che portano in città. L'opposizione ha promesso di riprendere oggi la protesta con rinforzi giunti dalla provincia.

Nuovi raduni. Alcune centinaia di persone si stanno radunando davanti alla sede del governo, dove nel pomeriggio è in programma una riunione straordinaria del gabinetto con la partecipazione del presidente Vladimir Voronin. La polizia presidia in forze la sede del governo.

Accuse alla Romania. Il presidente moldavo Vladimir Voronin ha accusato oggi la Romania di essere coinvolta nelle violente sommosse che hanno scosso ieri Chisinau dopo la vittoria dei comunisti nelle elezioni politiche. Lo riferisce l'agenzia Interfax.

Bucarest respinge ogni conivolgimento. Ma la Romania ha negato un proprio coinvolgimento definendo le accuse «una provocazione». Il ministero ritiene poi «aberranti» le misure unilaterali tese ad imporre visti ai romeni, annunciate dal presidente moldavo Vladimir Voronin. Bucarest sottolinea che «la Romania non prenderà simili misure sul personale dell'ambasciata della Moldova a Bucarest e manterrà il sistema di visti gratuiti per i cittadini moldavi». Il comunicato ricorda che «la Romania ha sostenuto costantemente l'indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale della Moldova e continuerà ad avere un approccio europeo nei rapporti con lo Stato vicino, nonostante la politica antiromena delle autorità comuniste di Chisinau». Il ministero degli Esteri si dice infine «indignato» per la decisione delle autorità di Chisinau di dichiarare persona non grata l'ambasciatore romeno in Moldova, Filip Teodorescu.
Gli scontri. Ieri una folla di almeno 20mila persone, soprattutto studenti, ha assaltato il parlamento e la vicina residenza presidenziale mettendo la polizia in fuga. Mobili e oggetti sono stati buttati giù dalle finestre e dati alle fiamme. Una giovane donna è morta, intossicata dal fumo secondo la polizia. Le proteste sono contro l'esito del voto di domenica, che ha visto il largo successo dei comunisti al potere, un risultato ritenuto falsato da brogli.

Arrestato leader opposizione. Sergiu Mocanu, esponente di spicco dell'opposizione moldava, è stato arrestato e portato in un luogo sconosciuto: lo riferisce l'agenzia Interfax citando il gruppo di opposizione Azione popolare. Mocanu è stato consigliere presidenziale per cinque anni ma poi ha abbandonato l'incarico e si è messo alla guida di Azione popolare. Inizialmente pensava di partecipare alle legislative di domenica, ma ha rinunciato dopo che le autorità hanno aperto la scorsa estate un'indagine nei confronti dei suoi due figli, entrambi rifugiatisi poi all'ambasciata romena di Chisinau.

No al riconteggio. La commissione elettorale centrale ha fatto sapere oggi di non avere alcuna intenzione di ripetere lo scrutinio delle schede elettorali. «La commissione non ha preso alcuna decisione sul riconteggio dei voti, e pertanto non dobbiamo cancellare nulla», ha detto Ievghieni Shtirbu, capo della commissione, riferendosi a un possibile annullamento dell'esito del voto che ha visto la vittoria col 50% del partito comunista al potere.

Vigilanza rafforzata anche a Mosca. A Mosca è stata notevolmente rafforzata la vigilanza intorno all'ambasciata della Moldova, dove non si esclude una possibile manifestazione in appoggio all'opposizione scesa ieri in piazza a Chisinau contro il governo comunista del presidente Vladimir Voronin. Secondo la Itar-Tass, se fino a ieri davanti all'ambasciata vi era un solo poliziotto di guardia, oggi ve ne sono sette. Oggi intanto la crisi politica in Moldova sarà oggetto di un dibattito alla Duma, la Camera bassa del parlamento russo.

europa debole

Andare a fare una vacanza nei paesi in cui si paga in dollari, comprare prodotti cinesi a meno prezzo, pagare la benzina meno.
Io mi chiedo: ma i giornalisti che dicono queste scemenze lo sono o lo fanno? o non si rendono conto di quali idiozie stanno dicendo e confermano quello che penso e sento dire dalla gente, ovvero che sono solo schiavi di chi ha interesse a fargli dire simili balle.
Pagare la benzina meno: roba da morir dal ridere.
Certamente i petrolieri la pagano meno e certamente fanno un mucchio di soldi, visto che noi la paghiamo sempre lo stesso prezzo!
Comprare prodotti cinesi a minor prezzo: certo che se si potessero mangiare i computer o i lettori di DVD sarebbe conveniente. Peccato che la spesa ogni giorno si faccia in Euro e peccato che i beni alimentari e agricoli siano iperprotetti e di concorrenza da area dollaro non se ne parla nemmeno
Andare in vacanza dove si paga in dollari: la soddisfazione del pirla. A parte il fatto che sarebbe bene andare in vacanza in Italia, se fosse economicamente accessibile (ormai siamo più cari - sul serio - della Svizzera), ma che soddisfazione c'e' ad andare in vacanza dove si paga in dollari? E' soddisfazione andare in vacanza perchè si sta bene e si guadagna, non di certo quando tornando si potrebbe aver perso il posto di lavoro.
La realtà è che con l'euro così forte non si vende nulla all'estero e l'unico rimedio per le aziende è chiudere o andare a produrre dove il lavoro si paga in dollari. Oggi paradossalmente conviene aprir fabbriche in America, per non dire ovviamente tutti gli altri paesi dell'estremo oriente legati al dollaro.

La realtà è che gli americani sono furbi e usano la valuta politicamente per i loro interessi di medio e lungo periodo. Noi in Europa non abbiamo un potere politico che possa fare altrettanto e ci siamo affidati ai banchieri, che ovviamente gestiscono la valuta cercando di mantenerla ai valori più alti possibili. In questo modo garantiscono il potere di acquisto di chi i soldi li ha, contribuiscono ad aumentare il differenziale fra chi ha e chi non ha, e fanno sì che gli imprenditori e i loro dipendenti vadano in malora.
Quindi, andiamo in vacanza in area dollaro e, mentre siamo la', cerchiamo di vedere se possiamo aprirci un'attivita' e restarci, perche' qui, di questo passo, ci sara' ben poco da ridere.

EURO

EURO