martedì 31 marzo 2009

Furgone rubato: due rumeni arrestati per ricettazione

Savona. Sono stati arrestati per ricettazione i presunti autori del furto di un furgone avvenuto nel Savonese il 19 marzo scorso. Si tratta di Sau Danut Flavius, 23 anni compiuti oggi, e Neda Sorin, 26 anni, entrambi cittadini rumeni. I due sono stati notati dai poliziotti sull’autostrada A7, mentre transitavano all’altezza dell’area di servizio Campora, così sono stati seguiti.

Durante il pedinamento, gli uomini della squadra mobile hanno avviato accertamenti attraverso la targa del furgone, un Ford Transit, verificando che era stato rubato. Gli agenti hanno atteso l’uscita del mezzo al casello di Genova Pegli e lo hanno bloccato. A bordo la polizia ha rinvenuto cesoie ed altri oggetti da scasso.

Clonavano bancomat, sgominata gang di rumeni Capobanda incastrato dalla polizia nella sua abitazione di Ostia

Sei romeni e un esperto informatico italiano sono stati arrestati dalla Polizia postale di Pescara con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla clonazione di carte di credito e bancomat. I dettagli dell'operazione, denominata 'Topino', sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa dal dirigente della Poliza postale, Pasquale Sorgona'.
In manette, su disposizione del gip Guido Campli e su richiesta del pm Silvia Santoro, sono finiti il siciliano Antonio Giovanni Sallemi, esperto informatico bloccato a ostia, Petrisor Ciprian Radu, detto 'Sobolanu' (Topino), Gabriel Daniel Radu, Gabriel Ionut Boldea, il capo dell'organizzazione Chrstian Irinel Durla, Emanuel Banila, Ionut Adi Ilina. Le indagini hanno preso il via alla fine del 2007 con l'arresto in flagranza di 'Topino' sorpreso mentre tentava di installare uno skimmer nel supermercato 'Tigre' di via Venezia a Pescara. Dalle intercettazioni telefoniche e' emerso che l'uomo era stato coadiuvato da due complici che si erano posizionati all'esterno del supermercato e che tutta l'attivita' era stata gestita telefonicamente dalla provincia di Brescia. Dalle indagini e' emerso che il gruppo aveva posizionato altri skimmer nel 'Maxi Tigre' di Pescara, nel 'Tigre' di Teramo e nel 'Super Gulliver' di Rapallo. Secondo gli investigatori 'Topino' e Sallemi si sono conosciuti all'interno del carcere di Pescara e da quel momento l'esperto informatico e' stato reclutato dall'organizzazione. Sempre secondo gli inquirenti quando i due sono usciti dal carcere si sono messi alla ricerca di codici di carte di credito. In particolare Sallemi, utilizzando specifici software e grazie alle sue conoscenze tecniche, riceveva dalla Romania, dove si trovava il capo dell'organizzazione, via posta elettronica numerosi codici di carte di credito dai complici. Con questi software poi riusciva a replicare i codici, creando da ogni codice ricevuto mille nuovi codici pronti per essere utilizzati per acquistare via internet materiale tecnologico e poi rivenderlo. Nell'abitazione di Salemi, che e' stato arrestato ad Ostia, sono stati sequestrati oltre 12mila codici di carte di credito. Per gli investigatori l 'organizzazione dall'utilizzo di questi codici avrebbe potuto incassare almeno 20 milioni di euro. Nel corso delle indagini e' emerso anche che il sodalizio stava pianificando l'installazione di uno skimmer ad uno sportello ATM di Bassano del Grappa. A suggerire il colpo ai complici in Romania Gabriel Daniel Boldea. Grazie all'attivita' di indagine anche in quell'occasione i romeni (3) sono stati arrestati subito dopo aver installato lo skimmer e la videocamera per registrare i dati sensibili delle carte. Quattro dei romeni indagati, con il coinvolgimento dell'Interpol, sono stati arrestati in Romania, un altro in Francia, mentre il capo dell'organizzazione si e' costituito domenica al carcere di Chieti.

Presa banda che ha clonato 12mila bancomat. Pronti ad incassare 20mln di euro

PESCARA- 31 marzo 2009
Erano riusciti ad ottenere circa 12.000 codici di altrettante carte di credito di ignari cittadini ed avrebbero potuto incassare una cifra vicino ai 20 milioni di euro, prosciugando migliaia di conti bancari.

Sette persone -di cui sei cittadini rumeni e un italiano- sono state arrestate dalla polizia postale di Pescara e dovranno rispondere davanti all’autorità italiane di associazione per delinquere finalizzata alla clonazione di carte di credito e di Bancomat.
L’indagine è iniziata in 2007 con un furto di un prosciutto all’interno del supermercato in via Venezia a Pescara. In quell’occasione venne arrestato in flagranza di reato Petrisor Ciprian Radu detto “Sobolanu”, cioè “piccolo topo”.
La polizia postale incaricata delle indagini però si è insospettita dallo strano furto ed ha potuto poi appurare che in realtà il romeno si era introdotto all’interno del supermercato per installare un congegno (skimmer) in grado di clonare tutti i codici delle carte di credito che venivano inseriti nel Pos del supermercato.
In pratica i clienti che facevano la spesa e pagavano con carte di credito venivano defraudati dei codici segreti che poi permettevano ai malviventi di svuotare i conti bancari.
Dall’analisi accurata dei tabulati telefonici anche pregressi del ladro si è poi ricostruita la ragnatela di rapporti del romeno arrestato, risalendo agli altri appartenenti alla banda.
Gli inquirenti sono riusciti anche a ricostruire la loro carriera criminale tracciando l’elenco delle altre incursioni con il medesimo fine ai danni di supermercati di Pescara, Teramo e di Rapallo, in provincia di Genova.
“Topino”, arrestato in seguito all’incursione nel supermercato, ha scontato una breve pena detentiva nel carcere di Pescara dove ha conosciuto Giovanni Antonio Sallemi grande esperto informatico «con un’esperienza criminale in materia di carte di credito», dice il comandante della polpost Pasquale Sorgonà.
«Da quel momento i due hanno iniziato a collaborare. Usciti entrambi dal carcere hanno ripreso tranquillamente la loro attività criminale ed attraverso specifici software l’esperto informatico riceveva dalla Romania via posta elettronica numerosi codici di carte di credito dai suoi complici al riparo da ogni intercettazione».
Con questi specifici software l’italiano riusciva a replicare i codici segreti creando da ogni carta di credito clonata circa 1000 nuovi codici pronti per essere utilizzati, sfruttando in qualche modo la logica ed il sistema che le banche utilizzano per emettere sul mercato le carte di credito.
Attraverso un apposito algoritmo Sallemi riusciva ad “indovinare” i numeri delle carte realmente circolanti sul mercato con i codici segreti.
Nella perquisizione domiciliare effettuata a carico di Sallemi, gli inquirenti sono riusciti a scovare ben 12.000 codici di carte di credito che l’abile tecnico non aveva sul suo pc ma stipati in un apparente sicuro spazio web.
Dalle intercettazioni telefoniche poi è emerso che il gruppo stava pianificando un nuovo colpo in Italia, attraverso l’installazione di uno Skimmer all’interno di un Bancomat.
Così gli agenti della polizia postale sono riusciti a seguire le diverse fasi di pianificazione del colpo filmando le scene dell’istallazione del congegno bloccando i malviventi in flagranza di reato.
Le sette persone sono state tratte in arresto in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal giudice per le indagini preliminari, Guido Campli, su richiesta del pubblico ministero, Silvia Santoro.
È stato emesso anche un ordine di cattura europeo e, grazie al coinvolgimento dell’interpol, quattro indagati sono stati arrestati in Romania ed uno in Francia, successivamente estradati in Italia mentre il tecnico informatico di origine siciliana è stato arrestato alcuni giorni fa ad Ostia.
Un solo rumeno è riuscito a sfuggire alla cattura per alcuni giorni ma sentendosi braccato perché ricercato in tutto il territorio europeo si è costituito presso il carcere di Chieti lo scorso 29 marzo.
La notizia è stata divulgata oggi dopo che tutti gli indagati sono finiti agli arresti.

In trappola la gang dei ladri acrobati Presi dopo un furto da 100mila euro

La polizia ha arrestato la gang dei ladri acrobati dopo l'ultima razzia, un furto da cento mila euro in un negozio di ottica a Poggibonsi. I malviventi si arrampicavano con delle corde sul tetto e da lì si calavano all'interno dei negozi. Si trattava di 5 rumeni, tra i 20 e i 33 anni

Siena, 31 marzo 2009 - Una banda di rumeni specializzzata in furti nei negozi e negli appartamenti è stata assicurata alla giustizia dopo l’ultimo colpo messo a segno la notte scorsa in un negozio di ottica al centro commerciale di Poggibonsi. La refurtiva per un valore di centomila euro è stata interamente recuperata. L’operazione porta la firma degli uomini del commisariato valdelsano. In cinque erano arrivati all’esercizio commerciale a bordo di due auto: una Ford Galaxy e una Peugeot.

I malviventi prima di entrare in azione si erano cambiati, indossando, ognuno, una tuta di colore nero. Poi, consapevoli che all’interno del centro commerciale sono in funzione gli allarmi, si erano arrampicati con delle corde fino al tetto e, una volta lì, avevano tagliato il lucernario con le tronchesi, calandosi fino al negozio di ottica, dopo aver sfondato il controsoffitto. Gli allarmi erano scattati e avevano fatto accorrere la vigilanza.

Le guardie giurate avevano fatto più di un controllo, ma le porte erano tutte chiuse. Nessuno poteva immaginare che i ladri si fossero calati dal tetto. La polizia di Poggibonsi che si trovava poco distante per un controllo ha visto uno dei rumeni scendere da un’auto e salire su un’altra. A quel punto, gli agenti insospettiti dagli insoliti movimenti, si sono avvicinati per controllare. Si trattava di Laurentiu Marian Rusu, 29 anni, Liviu Octavian Dumitrescu, 33, Lupu Castel e Nelu Lucian Rusu, entrambi di 20 anni, e Nicolae Catalin di 21.

I cinque sono domiciliati a Roma e sono stati arrestati per furto aggravato. Sul sedile posteriore di una delle auto c’erano alcune macchine fotografiche nuove. I poliziotti hanno aperto i bagagliai e dentro hanno scoperto 1500 paia di occhiali di grandi marche e altre undici macchine fotografiche, per un valore di centomila euro. Prima di scappare i ladri avevano anche ripulito il registratore di cassa dove i proprietari del negozio avevano lasciato 190 euro.

Dagli accertamenti successivi effettuati dagli uomini del commissariato di Poggibonsi è stato possibile ricostruire come i ladri avevano fatto ad entrare. Oltre alla refurtiva, tutta riconsegnata ai legittimi proprietari, sono stati sequestrati anche gli strumenti usati per il colpo: una fune e un paio di tronchesi. Ieri mattina il giudice ha convalidato l’arresto e ha deciso che i cinque rimangano in carcere fino al 10 aprile, giorno del processo. L’udienza è stata rinviata perché l’avvocato ha chiesto un termine a difesa.

Cecilia Marzotti

Bancomat clonato a Rapallo sette truffatori in manette

Attraverso apparecchiature sofisticate riuscivano a clonare carte di credito in Italia e all’ estero e, se non fermati in tempo, avrebbero potuto compiere acquisti fino a venti milioni di euro. I sette componenti della banda - sei romeni e un italiano - sono stati arrestati dalla Polizia Postale di Pescara in collaborazione con l’Interpool e la Polizia criminale rumena. La clonazione delle carte avveniva attraverso uno skimmer, apparecchio installato negli sportelli automatici delle banche, che consentiva di registrare i codici magnetici delle carte di credito. La mente dell’organizzazione era un romeno, il quale aveva come complice principale un italiano esperto di informatica. I due si erano conosciuti nel carcere di Pescara e una volta liberi avevano avviato l’attività criminale con l’ausilio di altri cinque rumeni incaricati di piazzare gli skimmer. La polizia sta proseguendo le indagini per accertare quante truffe sono state compiute e l’ammontare. I congegni erano stati installati a Pescara, Bassano del Grappa (Treviso) e a Rapallo.

lunedì 30 marzo 2009

Furti e raggiri: città sotto scacco

Ha scalato le impalcature di un palazzo di via Santa Monaca, ma quando ha cercato di guadagnare l’uscita attraverso le scale dello stabile, è finito fra le braccia dei poliziotti che lo attendevano al varco. Pascal Costantin Lucian, 28 anni, rumeno, professione ladruncolo, pensava di averla quasi fatta franca

Firenze, 30 marzo 2009 - Ha scalato le impalcature di un palazzo di via Santa Monaca, ma quando ha cercato di guadagnare l’uscita attraverso le scale dello stabile, è finito fra le braccia dei poliziotti che lo attendevano al varco. Pascal Costantin Lucian, 28 anni, rumeno, professione ladruncolo, pensava di averla quasi fatta franca. Non immaginava che uno dei residenti della zona lo aveva notato mentre si arrampicava come un gatto sulle impalcature che coprono la facciata di un palazzo in ristrutturazione. Una telefonata al 113 e via con la trappola.



Un equipaggio del Reparto mobile, che stava pattugliando la zona di Santo Spirito nell’ambito dei servizi straordinari di controllo predisposti dal questore Francesco Tagliente, è arrivata sul posto in pochi minuti e ha avvertito i colleghi della Volante. Gli agenti hanno circondato il palazzo, ma il rumeno, che era intento a rovistare all’interno di un appartamento disabitato, ha sentito un po’ di rumore. Si è affacciato alla finestra, ha notato le volanti e si è diretto verso le scale. Niente da fare, gli agenti avevano ormai chiuso tutte le vie di fuga. Così, quando ha aperto il portone dello stabile, non ha potuto far altro che consegnarsi fra le braccia dei poliziotti.



Stessa sorte è capitata anche ai tre giovanissimi rumeni che sono stati arrestati per aver forzato le selle di quattro motorini in sosta in via Michelazzi. Anche in questo caso l’allarme è stato lanciato da un residente e anche stavolta le volanti sono arrivate sul posto in pochi minuti. Alla vista degli agenti, i tre ragazzini, uno di 14 anni e gli altri due di 17, hanno mollato tre caschi che avevano appena rubato e si sono dati alla fuga in direzione diverse. L’inseguimento è durato poco. Uno dei due diciassettenni è stato fermato nei giardini di via Locchi. Gli altri, invece, sono stati raggiunti in via delle Panche.



Più ingegnosi i due ladri che si sono spacciati per addetti alla manutenzione dell’Hotel Hilton e hanno 'alleggerito' una turista tailandese di 63 anni. Intorno alle 22.35 di sabato sera, hanno bussato alla porta della camera della donna e si sono fatti accompagnare in bagno per procedere ad un controllo della rubinetteria. Mentre uno dei due faceva finta di operare come idraulico, l’altro operava in camera come ladro. Così, quando i due se ne sono andati scusandosi anche per il disturbo, la povera turista si è accorta che erano spariti una macchina fotografica, un orologio Gucci placcato oro e 800 euro in contanti.



Finto anche il meccanico che sabato mattina ha bussato al portone dell’abitazione di una donna di 71 anni in via della Chiesa: "Ho effettuato la revisione dell’auto di suo figlio, devo avere 500 euro". La donna si è fidata e, non avendo contanti a disposizione, gli ha addirittura consegnato la carta bancomat con il codice segreto. Il truffatore se ne è andato, ma una telefonata al figlio ha permesso di scoprire l’inganno e di bloccare la carta prima che fosse utilizzata.

Cosimo Zetti

SVALIGIANO OTTICO: ARRESTATI 5 RUMENI, BOTTINO 100MILA EURO

Siena, 30 marzo 2009
- Erano riusciti a svaligiare un negozio di ottica al centro commerciale di Poggibonsi, in provincia di Siena, arrampicandosi fino al tetto con una fune da alpinisti, annodata, poi erano entrati nell'esercizio, avevano nascosto tutta le refurtiva in un borsone e si erano allontanati indisturbati fino al parcheggio antistante lo stabile dove pero' sono incappati nella Polizia. Cinque cittadini Rumeni di, R.L.M. di 29 anni, D.L.O. di 33, C.L. e R.N.L., entrambi di 20 anni, e C.N di 21 anni, sono stati infatti colti in flagranza di reato dai poliziotti delle Volanti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Poggibonsi ed arrestati per furto aggravato in concorso. In particolare, intorno alle ore 00:50, durante il servizio di controllo del territorio, gli agenti della Volante hanno visto uno dei rumeni scendere da un'autovettura e salire a bordo di un'altra, nei pressi del parcheggio del centro commerciale; insospettiti dall'atteggiamento degli stessi e dagli insoliti movimenti si sono avvicinati per controllarli. Durante il controllo i cinque rumeni si sono mostrati subito agitati ed i poliziotti hanno visto sul sedile posteriore di una delle due autovetture un borsone aperto dal quale uscivano alcune macchine fotografiche digitali. A quel punto, hanno contattato la Vigilanza privata che ha riferito di aver ricevuto, intorno alla mezzanotte, una chiamata per un allarme scattato presso lo stesso stabile; gli agenti hanno allora controllato l'autovettura e, all'interno del portabagagli, hanno trovato numerose paia di occhiali, altre fotocamere con accessori, una tronchesi ed una fune.
Dagli accertamenti successivi effettuati dalla Polizia e' emerso che i 5 ladri si erano arrampicati, utilizzando la fune, sul tetto del centro commerciale, avevano reciso il lucernario, probabilmente con le tronchesi e, una volta entrati, avevano sfondato il controsoffitto del negozio. La refurtiva, circa 1500 paia di occhiali, 11 macchine fotografiche e 190 euro in contanti prelevati dal fondo cassa, per un ammontare di oltre 100.000 euro, e' stata restituita al proprietario mentre gli oggetti utilizzati per perpetrare il furto sono stati sequestrati.

Rumeno accoltellato per motivi futili, arrestato un connazionale

30 marzo 2009 BARLETTA (BA)
Intorno alle 19 di ieri una telefonata segnalava ai Carabinieri della compagnia locale che era in corso una lite in strada nella zona di Contrada Patalini. Accorsi sul posto, gli uomini della Radiomobile hanno accertato che due uomini si stavano picchiando, o meglio che uno dei due stava picchiando l’altro. Alla vista della gazzella l’aggressore ha tentato di scappare, gettando la lama utilizzata in precedenza, ma è stato immediatamente bloccato. I militari hanno accertato che i due uomini, entrambi rumeni, avevano iniziato la lite nel casolare dove vivevano entrambi, per futili motivi. La zuffa era sfociata nell’accoltellamento della vittima, che ha tentato disperatamente di scappare. Il 42enne accoltellato è stato subito soccorso e trasportato al pronto soccorso, ma non è in pericolo di vita. Il 38enne è stato invece arrestato e rinchiuso nel carcere di Trani; dovrà ora rispondere delle accuse di lesioni personali aggravate e porto illegale di armi.

Sesso e ricatti, ristoratore spara a coppia di rumeni. Poi si costituisce

Nel Veronese un italiano 47enne ha preso di mira i due per strada: lei, 25 anni, rischia la vita.


Una coppia di giovani romeni, un ragazzo e una ragazza, è stata presa di mira nel pomeriggio di domenica nel Veronese da un 47enne italiano che ha raggiunto i due con alcuni colpi di pistola. Ora sono ricoverati in gravi condizioni all'ospedale di Villafranca: lei è gravissima. L'aggressore si è dato alla fuga, ma poche ore dopo si è costituito ai carabinieri: avrebbe agito spinto da motivi passionali. Il fatto è avvenuto a Mozzecane di Villafranca (Verona). La ragazza romena, 25 anni, è stata colpita alla testa e secondo i sanitari è in pericolo di vita; il suo compagno, stato centrato al torace, è ricoverato in condizioni critiche.

SESSO E RICATTI - Dietro la vicenda, secondo quanto avrebbe raccontato alle forze dell'ordine l'uomo, che di professione fa il ristoratore, ci sarebbe una storia di sesso e ricatti, da parte di un ristoratore di Villafranca di Verona che si è consegnato ai carabinieri. Secondo quanto ricostruito dai militari, Giacomo Attolini, 47 anni, sposato, di Villafranca, aveva assunto la donna, A.S. 25 anni, per farla lavorare nel suo locale. Proprio sul luogo di lavoro l'uomo avrebbe tentato alcune avances alle quali la donna si sarebbe sottratta lasciando però intendere che qualche possibilità, il suo datore di lavoro, avrebbe potuta averla. Dopo qualche tempo, però, la donna, supportata dal marito (T.S. di 23 anni), avrebbe cominciato a ricattare l'uomo, minacciando una denuncia per molestie sessuali.

L'APPUNTAMENTO - I tre, ristoratore e coppia di romeni, si sarebbero dati appuntamento domenica in centro a Mozzecane dove - secondo la ricostruzione dei carabinieri - la coppia avrebbe dovuto intascare mille euro da Attolini. I romeni però avrebbero tentato di alzare la posta chiedendo altro denaro e l'auto del ristoratore. Così durante discussione, l'italiano ha estratto una pistola Smith & Wesson con cui avrebbe sparato due colpi, uno alla donna, colpita alla testa, e l'altro all'uomo, centrato in pieno torace. L'uomo, che dopo una breve fuga si è costiuito, è stato arrestato con l'ipotesi di accusa di tentato omicidio plurimo.

domenica 29 marzo 2009

Furto al bar: scappano ma vengono arrestati

Firenze, 28 marzo 2009
Due rumeni, di 19 e 21 anni, sono stati arrestati da agenti delle volanti della questura dopo aver compiuto un furto in un bar di via Ariani a Firenze. I due sono scappati dal locale portando via un telefono cellulare e soldi in contanti da una stanza riservata al personale del bar, ma poi sono stati presi dalla polizia nei pressi di lungarno Ferrucci.

Uno era in strada ed è stato indicato da alcuni passanti; l'altro invece si era nascosto in un cassonetto della nettezza. Del furto si era subito accorta una commessa, la quale aveva dato l'allarme mentre i due rumeni si trovavano ancora nel bar. Il proprietario dell'esercizio aveva provato a ostacolarli mettendosi sulla porta d'ingresso, ma i due lo hanno strattonato riuscendo a uscire. L'uomo li ha inseguiti, poi la polizia li ha presi.

My dog




venerdì 27 marzo 2009

CANALE ROMANESTI ONLINE, GRATIS!!!

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TOGLIATTI, BASTONATE A BENGALESE PER RAPINA: ARRESTATI 3 RUMENI

venerdì 27 marzo 2009 Frattura delle ossa nasali, contusione del ginocchio destro, trauma cervicale ed escoriazioni sul palmo della mano. E' la prognosi che i medici del pronto soccorso del Policlinico Casilino hanno riportato sul referto del 31enne cingalese, rappresentante di professione, aggredito a bastonate e rapinato ieri lungo via Palmiro Togliatti. Per questi fatti i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma, intervenuti sul luogo dell'aggressione, sono riusciti ad arrestare responsabili della violenta aggressione: si tratta di tre cittadini romeni.

giovedì 26 marzo 2009

5 rumeni picchiano un italiano dopo una partita di calcio

COSENZA. I Carabinieri di Corigliano Calabro hanno arrestato 5 romeni, accusati di lesioni aggravate. Sono Avram Tinca, 21 anni, Dani Tinca, 37 anni, Nicoleta Tinca, 30 anni, Matei Luca Tinca, 24 anni, e Sorina Melania Maior, 30 anni. I cinque hanno picchiato con delle spranghe un loro connazionale, che ha riportato ferite guaribili in 25 giorni. Il fatto è avvenuto dopo una partita di calcio. È stata la stessa vittima a denunciare i compagni di gioco. Inoltre i militari hanno arrestato anche un altro romeno per resistenza a pubblico ufficiale. Si tratta di Toma Padurean, 39 anni, che si era opposto all’arresto dei compagni. Quest’ultimo era anche ricercato in Romania per associazione per delinquere e traffico di esseri umani. Infine, un settimo romeno è stato denunciato per aver cercato di depistare le indagini dei Carabinieri.

Tre rumeni arrestati per furto

26 marzo 2009. Tre cittadini rumeni, un uomo e due donne, sono stati arrestati ieri dai Carabinieri per due diversi furti avvenuti all’interno di esercizi commerciali cittadini. Il primo è avvenuto in un supermercato in via G.B.Sasso e ha visto coinvolte una 35enne ed una 24enne, sorprese dal responsabile della sicurezza con merce non pagata per un valore di circa 50. Le due sono state arrestate dai Militari di Sampierdarena subito intervenuti sul posto. In via Emilia è finito in manette un 37enne, accusato di furto aggravato dopo aver rimosso le placche anti-taccheggio di un paio di scarpe in un grande magazzino.

PRESI DOPO UN INSEGUIMENTO Chiedono l'elemosina con troppa insistenza, denunciati

Modena, 25 marzo 2009 I tre nomadi rumeni, due uomini e una donna, hanno tentato la fuga, nascondendosi poi nei bagni pubblici di piazza XX Settembre. Alcuni passanti si erano lamentati dei loro modi particolarmente aggressivi.

Non è servito a tre nomadi rumeni il tentativo di fuga o l'essersi nascosti nei bagni pubblici di piazza XX Settembre. Dopo un breve inseguimento una donna è stata fermata tra i banchi del mercato mentre gli altri due, grazie alla segnalazione di alcuni cittadini, sono stati individuati nei locali sotterranei.

Questa mattina, dopo le otto, due donne e un uomo di nazionalità rumena sono stati fermati da agenti della polizia municipale di Modena in piazza XX Settembre. A una pattuglia in servizio nei pressi del mercato era stata segnalata la presenza di nomadi intenti a chiedere l'elemosina con fare insistente ed aggressivo nei confronti della persone anziane. Una prima donna, M.M. del 1968, è stata individuata inseguita e fermata tra i banchi del mercato. Gli altri due sono stati notati da passanti entrare nei bagni pubblici sotterranei.

Un agente è sceso nei locali e ha scoperto O.S. ,21 anni pregiudicata, dentro un ripostiglio. Quando è stata fermata la donna si è rifiutata di fornire le generalità e ha opposto resistenza. Nel contempo da un bagno è uscito anche un terzo rumeno che ha cercato di svignarsela senza dare nell'occhio. Il terzetto è stato accompagnato al comando e identificato. Per O. S. è scattata una denuncia per il rifiuto di fornire le generalità e resistenza mentre M.M è stata denunciata per violazione al regolamento comunale di igiene urbana.

mercoledì 25 marzo 2009

MESSENGER YAHOO

Viterbo - Carabinieri - Avevano rimosso il dispositivo antitaccheggio Furto al Leclerc, quattro in manette

Quattro giovani rumeni, due uomini e due donne, in trasferta da Terni, sono stati arrestati dai Carabinieri di Viterbo coordinati dal Capitano Marco Ciervo e dal Tenente Giovanni Martufi, con l’accusa di furto aggravato.

I quattro, intorno alle 19 di ieri, all’interno del centro commerciale “Leclerc”, hanno rimosso le tacche del dispositivo antitaccheggio di alcune apparecchiature elettroniche per un valore di circa 500 euro.

Il loro fare sospetto è stato però notato dal personale addetto alla vigilanza che ha allertato il 112.

Immediatamente è giunta sul posto una pattuglia del Nucleo Radiomobile che ne ha bloccati tre mentre si accingevano ad allontanarsi in auto, mentre il quarto è stato fermato qualche minuto più tardi in Montefiascone.

La refurtiva è stata interamente recuperata e restituita.

Un cittadino senegalese è stato invece arrestato per non aver ottemperato all’ordine di espulsione dal territorio italiano. Nei confronti dello straniero inoltre è stato operato il sequestro di 60 paia di occhiali di varie note marche falsificate.

Tragedia sul lavoro a Torino edile di Nardò muore sepolto vivo

NARDO' - Tragedia sul lavoro, ieri a Torino, per un operaio edile di Nardò. Vincenzo Romano, 49 anni, è morto sepolto vivo, travolto dai detriti dello scavo in cui stava lavorando. L’incidente s’è consumato attorno alle 16.30, in corso Unione Sovietica, nel quartiere Mirafiori. Assieme ad altri tre operai, un italiano e due rumeni, il neritino era intento ai lavori per collegare il condominio del civico 493 alla rete fognaria. All’improvviso, la parete della trincea scavata per l’installazione delle tubature è crollata: l’operaio salentino e il collega rumeno sono rimasti sepolti. Quest’ultimo è riuscito a salvarsi, perché si trovava nella parte più esterna del crollo e quindi meno interessata dalla frana. Ma soprattutto perché ha fatto in tempo a liberare i piedi, cosa che non è invece riuscito a fare Vincenzo Romano.
Lo sfortunato operaio aveva infatti i piedi bloccati dai pezzi di tubo caduti nello scavo assieme al terriccio e pare anche ad alcune lamiere. I primi a soccorrerlo, mentre il rumeno messosi in salvo faceva scattare l’allarme e veniva trasportato in ospedale, sono stati gli altri due operai, che solo pochi istanti prima del crollo si erano portati sulla parte alta della trincea.
Con gli attrezzi a portata di mano e anche a mani nude, si sono dati da fare per liberare dalla morsa mortale il compagno, che continuava ad urlare di avere male ai piedi. Poi l’arrivo dei vigili del fuoco, che hanno lottato per due ore per estrarlo dalle macerie. E se la situazione fosse rimasta così, l’operaio si sarebbe salvato. Purtroppo, mentre si continuava a scavare, il secondo crollo, fatale.

Quando i vigili del fuoco lo hanno liberato dai detriti ed affidato ai sanitari del 118, non c’era ormai più niente da fare. Su ordine del magistrato di turno, Sabrina Noce, che ha aperto un’inchiesta e disposto l’autopsia, il cantiere è stato sequestrato. Ed un’inchiesta è stata aperta anche dagli ispettori del lavoro.

A Torino dove si era trasferito in cerca di lavoro, Vincenzo lavorava per conto dell’impresa Carpenteria industriale metallica di Chivasso. A Nardò, dove abitava al civico 27 di via Galateo, una traversa di via XX Settembre, lascia la moglie Anna Maria Caraglia, di 52 anni.
TOTI BELLONE

25/3/2009

Prostituzione: Smantellata una banda, arresti in tutto il Nord Italia

Mercoledì 25 marzo 2009 Un'organizzazione dedita allo sfruttamento della prostituzione è stata smantellata dai carabinieri del Comando provinciale di Bergamo, che in queste ore stanno eseguendo numerose ordinanze di custodia cautelare in varie province del Nord Italia a carico di altrettanti cittadini rumeni, albanesi e italiani. Il gruppo criminale era composto da immigrati ed esponenti della malavita locale, che sfruttavano donne provenienti da Paesi dell'Est Europa. L'organizzazione, suddivisa in piccoli gruppi collegati fra loro, si dedicava a incamerare gran parte dei guadagni delle lucciole in collaborazione con altri connazionali residenti in Albania, che si attivavano per l'ingresso in Italia delle ragazze munendole di documenti falsi. Le donne venivano minacciate a tal punto da essere costrette, per paura di ritorsioni e violenze fisiche, a chiedere il permesso anche solo per cambiare posizione di lavoro lungo la strada. Tra i destinatari dei provvedimenti cautelari ci sono anche sette italiani, che rivestivano il ruolo di accompagnatori delle prostitute sul luogo di lavoro. Sono 28 le persone raggiunte da misure restrittive nell’ambito dell’inchiesta “Rosa” condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo, che ha portato all’individuazione di una vasta organizzazione criminale dedita allo sfruttamento della prostituzione nel Nord Italia. Il gip del tribunale di Bergamo Raffaella Mascarino, su richiesta del pm Carmen Pugliese, ha emesso 21 ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di altrettanti soggetti appartenenti al sodalizio criminale e altri sette provvedimenti di obbligo di dimora per altrettanti italiani che, seppure in modo marginale, contribuivano all’attività dell’organizzazione. L’indagine ebbe inizio nel mese di novembre del 2007 durante un controllo di routine sulla strada provinciale Villa d’Almè-Dalmine, nel Bergamasco. I militari sono riusciti a risalire, grazie soprattutto alle intercettazioni telefoniche, a una ventina di soggetti albanesi e rumeni che, a piccoli gruppi, gestivano il mercato della prostituzione tra le province di Bergamo, Milano, Torino, Bologna, Cremona e Pavia. Gli sfruttatori facevano arrivare in Italia donne giovani tra i 20 e i 30 anni da Moldavia, Romania, Albania e Ucraina, fornendo loro documenti falsi. Dopodichè le avviavano al marciapiede, controllandole costantemente e costringendole a prostituirsi anche sotto minaccia. Le vittime accertate sono al momento una trentina. Alcune di loro sono state picchiate e tenute segregate in casa per alcuni periodi. Una giovane albanese ha raccontato agli inquirenti di essere stata costretta ad abortire per poter continuare a lavorare. Tra gli arrestati c’è anche un albanese finito sotto inchiesta in patria per omicidio. I sette italiani avevano un ruolo di secondo piano, a loro veniva sostanzialmente chiesto di accompagnare le ragazze e, talvolta, di ospitarle nelle loro abitazioni. Tra loro c’è un pensionato di 70 anni, soprannominato “il vigile”, residente a Dalmine (Bergamo). Al momento sono ancora ricercate sette persone: il blitz dei carabinieri è iniziato nella notte e ha visto impegnati circa 150 militari. Oltre alle 28 persone raggiunte da una misura restrittiva, ce ne sono altre sei indagate a piede libero

Un brindisino uccide un rumeno ed accoltella un altro uomo.

24/03/2009 In un momento in cui alcuni rumeni sono all'attenzione della cronaca nazionale, nei pressi della stazione ferroviaria di Brindisi, in un vecchio stabile abbandonato che una volta era il "dopolavoro" ferroviario, un brindisino ha ucciso un rumeno. Pietro Guarino, classe '49, deve rispondere di omicidio, tentato omicidio e porto di coltelli. L'uomo era già ben noto alle forze di polizia. Dal '90 al 2007 è stato rinchiuso nel carcere di Roma per aver assassinato la sua convivente. Poi, tornato a Brindisi, ha vissuto nella condizione di "senzatetto". In quello che era divenuto il suo dormitorio si verificavano continui dissapori con altri "clochard". Come lo stesso Guarino ha riferito agli agenti della Polfer, la Polizia Ferroviaria, tre persone erano solite frugare tra le sue cose durante la notte. Per questa ragione ieri sera, poco prima delle 23, Pietro Guarino ha ucciso il ragazzo rumeno che non aveva precedenti di polizia, e ferito Mario Tasco, brindisino, con precedenti e reati contro il patrimonio. Ha utilizzato coltelli acquistati in mattinata perchè, stando alla confessione del criminale, la sua volontà era proprio quella di compiere tre delitti. C'era infatti anche un terzo uomo, che però mentre si consumava il delitto, fortunatamente dormiva. Ora sarà la Squadra Mobile ad arricchire l'indagine con ulteriori particolari,Servizio di Francesca Pasimena dal tg del 24/03/09.

venerdì 20 marzo 2009

RAID RAZZISTA, 11 ARRESTI NEL SASSARESE

Sassari, 20 mar. - Undici giovani sono stati arrestati dai carabinieri ad Ala' del Sardi, nel Sassarese, per un radi razzista contro tre rumeni che abitano nel paese compiuto il 14 febbraio scorso. La banda aveva fatto irruzione nella casa dei tre e, dopo aver picchiato un uomo e minacciato una donna con un coltello alla gola, aveva devastato l'appartamento per poi fuggire. Le indagini dei carabinieri della compagnia di Ozieri hanno consentito di identificare i presunti responsabili nei confronti dei quali il gip del tribunale di Sassari, su richiesta della procura, ha emesso le ordinanze di custodia cautelare. Dieci arrestati sono ai 'domiciliari' mentre uno e' finito in carcere. Tutti sono accusati di violenza razzista, violazione di domicilio, danneggiamento aggravato, violenza privata e illecito porto d'armi. All'operazione hanno partecipato un centinaio di carabinieri appoggiati da un elicottero e unita' cinofile

LECCE: RUMENO INCONSAPEVOLE FERITO DURANTE FURTO, DENUNCIATO TITOLARE

Lecce, 19 mar. - (Adnkronos) - Ha assunto due cittadini rumeni per impiegarli, a loro insaputa, in un furto di legna in un fondo privato. Durante l'azione uno dei due immigrati, un giovane di 18 anni, e' rimasto colpito da un grosso ramo di un albero che gli e' cascato sulla testa, subendo ferite molto serie. E' successo nelle campagne di Maglie, in provincia di Lecce.

Un commerciante incensurato di Diso, P.G., 41 anni, e' stato denunciato a piede libero dai carabinieri per lesioni personali colpose, omissione di soccorso e furto aggravato. Il tentato furto e' avvenuto l'11 febbraio. L'uomo denunciato, invece di trasportarlo in ospedale, lo ha riportato a casa a letto. Le sue condizioni, pero', sono peggiorate. L'immigrato e' stato ricoverato due giorni dopo all'Ospedale di Scorrano e poi al 'Vito Fazzi' di Lecce in prognosi riservata per 'trauma cranico con frattura della scuama temporale ematama epidermale e frattura dello sterno'. Il furto e' stato compiuto in localita' 'Conca Marau' in un fondo di proprieta' di un uomo di di 63 anni, di Sanarica.

giovedì 19 marzo 2009

ARRESTATI 4 RUMENI (1 MINORENNE) SORPRESI A RUBARE CARBURANTE DENTRO UNA DITTA CIVITONICA

19/03/2009 CIVITA CASTELLANA - Nell’ambito di una serie di attività pianificate dal Comando Provinciale di Viterbo per fronteggiare il crimine di matrice rumena, i Carabinieri della Compagnia di Civita Castellana hanno arrestato quattro persone per furto aggravato.
I militari del Nucleo Operativo Radiomobile, agli ordini del Tenente Salvatore Marchese, tenevano sotto osservazione l’intera zona industriale civitonica.

Nei giorni scorsi sono andati a segno due colpi all’interno di altrettante aziende del comprensorio civitonico che hanno fatto scattare le indagini da parte dei carabinieri.

Sotto osservazione, il gruppo di rumeni, già probabilmente autori degli altri furti, sono stati sorpresi all’interno di un capannone mentre erano intenti ad asportare gasolio dai mezzi pesanti parcheggiati, tutti di proprietà della stessa azienda del Distretto.
In tutto quattro persone arrestate, di cui un minorenne.

I tre malviventi maggiorenni sono stati trattenuti presso le camere di sicurezza della caserma di via Terni, mentre il minorenne è stato affidato al centro di prima accoglienza di Roma.

Per i maggiorenni, domani, pronto il processo con rito direttissimo. (NewTuscia)

mercoledì 18 marzo 2009

Arrestati 2 rumeni e chiuso un negozio cinese

Matera 17 marzo 2009 Nell'ambito dell'attività di controllo disposta dal Comando Provinciale Carabinieri, nei confronti di stranieri presenti e di alcuni esercizi pubblici, gestiti da immigrati, sono stati arrestati ieri due rumeni e sequestrato un negozio gestito da un cittadino cinese. A Ferrandina, i Carabinieri della locale Stazione hanno arrestato, in esecuzione di un provvedimento di carcerazione, due cittadini della Romania, un 21 enne, che deve espiare una pena definitiva di quasi 8 mesi, per una precedente condanna per furto aggravato, commesso a Bologna nel 2006, e un 35 enne, che, a sua volta, deve espiare una pena di definitiva di 4 mesi, sempre per una condanna per furto, commesso a Ferrandina nel 2008. Dopo la notifica dei provvedimenti restrittivi, il primo è stato, subito, scarcerato, così come disposto dallo stesso giudice nel citato ordine di esecuzione, mentre il secondo è stato sottoposto in detenzione domiciliare. A Matera, i Carabinieri della locale Compagnia e quelli dei NAS di Potenza hanno svolto un controllo presso un esercizio pubblico gestito da un cittadino cinese. All'interno del negozio, adibito alla vendita di capi di abbigliamento e altra merce, i militari hanno rinvenuto e sequestrato quasi 800 paia di scarpe e 22 borse, prodotte in Cina, non riportanti le etichette con le informazioni per il consumatore e contenenti bustine con una sostanza chimica, il dimetilfumarato, sostanza vietata dalla Comunità Europea. Al termine della verifica, l'intero immobile è stato sottoposto a sequestro in quanto privo della prevista agibilità. Valore complessivo del sequestro, fra merce e immobile, stimato in 425.000 euro. Infine a Nova Siri, i Carabinieri del NAS di Potenza e della locale Stazione Carabinieri hanno sottoposto a sequestro un ambulatorio odontoiatrico, perché risultato attivato senza la prescritta autorizzazione. Valore del sequestro stimato in 300.000 euro.

martedì 17 marzo 2009

L'informazione Parma

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Battaglia tra rumeni

GINOSA - Battaglia tra rumeni nel centro del paese. Una gigantesca rissa è scoppiata la scorsa notte e nella zuffa a cui hanno preso parte otto persone di nazionalità rumena, tra cui figurano anche due minorenni, sono spuntati bastoni e coltelli. Sono quasi tutti braccianti a-gricoli. Per motivi che ancora non si conoscono i due gruppi se le sono date di santa ragione non risparmiando bastonate e anche coltellate. Un brutto episodio che stava degenerando e che ha richiesto l’immediato intervento dei carabinieri della stazione di Ginosa e della Compagnia di Castellaneta, diretti dal capitano Alfredo Beveroni. “Correte. E’ scoppiata una rissa. Si stanno ammazzando”. Una telefonata alla centrale operativa dell’Arma e nel centro di Ginosa sono piombate diverse pattuglie di carabinieri. Quando sono arrivati i militari la zuffa era ancora in corso. Alcuni dei partecipanti erano sanguinanti, e uno in particolare era per terra in quanto era stato colpito in maniera molto dura. Infatti è stato ricoverato all’ospedale di Castellaneta e ne avrà per trenta giorni. Anche gli altri hanno dovuto far ricorso alle cure dei sanitari per contusioni ed escoriazioni varie. Erano abbastanza malconci. Sono stati tutti fermati e, poi, rilasciati. E nelle settimane scorse un’altra rissa era scoppiata a Ginosa che aveva provocato il ferimento di due tunisini. Ad avere la peggio un extracomunitario di vent’anni, che era stato ricoverato in prognosi riservata dopo aver riportato un taglio alla gola, e di un suo coetaneo, ferito a una gamba, ma che è guarito in due settimane. I carabinieri avevano avviato le indagini per identificare gli autori dei ferimenti.

Rubano da "Zara", bloccati 2 romeni

Genova 17 marzo 2009 Due giovani romeni sono stati fermati dal personale del negozio "Zara" in via XX Settembre, a Genova, per furto aggravato in concorso. Il ragazzo, di 22 anni, e la sua giovane complice minorenne, hanno preso vari tipi di vestiti per un valore di 100 euro e li hanno poi nascosti nella borsa della giovane straniera. I carabinieri hanno arrestato il maggiorenne e denunciato la ragazza.

Rapinavano facoltosi in vacanza in riviera. Presi ladri di Rolex

Ieri, i Carabinieri di Riccione, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Rimini Giacomo Gasparini, hanno arrestato due rapinatori di rolex. Una terza persona è ricercata.

RICCIONE | 17 marzo 2009 | Rapinavano del Rolex facoltosi turisti della riviera romagnola. Ciro Mattiuccio, 38 anni nato a Napoli pluripregiudicato, e Monica Veschi, 27enne nata a Urbino, estetista, incensurata sono stati arrestati ieri dai carabinieri di Riccione. Il provvedimento restrittivo è stato emesso a conclusione delle indagini iniziate nel giugno 2008 quando la sera del 6 luglio scorso, mentre era in corso la “notte rosa”, due pregiudicati di origini campane, tra cui Mattiuccio, rapinarono in via Francia a San Clemente, un orologio Rolex modello Daytona al Presidente e Amministratore Delegato della Lamborghini.
Nell'abitazione della donna invece, a Rimini, era stata trovata una pistola scacciacani priva di tappo rosso e una copia delle chiavi della moto utilizzata per quella rapina. Gli accertamenti hanno confermato che i due, sono responsabili di altre due rapine: una il 2 giugno a Rimini, ai danni di un imprenditore di origini rumene a cui era stato asportato un rolex da 16.000 euro; l'altra il 17 giugno a Riccione, nella quale erano stati rapinati due amici dei loro Rolex del valore complessivo di 12.000 euro. La Veschi è agli arresti domiciliari, Mattiuccio invece è detenuto nel carcere di Rimini.

Macerata, operai di giorno ladri di notte: arrestati

Macerata 16 marzo 2009 Due rumeni, incensurati, conducevano una vita normale ed abitavano con le famiglie nel centro storico di una cittadina della provincia. Durante la perquisizione domiciliare, i Carabinieri hanno trovato refurtiva per un valore complessivo di 150 mila euro.

I Carabineri hanno arrestato due rumeni, in flagranza di furto aggravato e ricettazione. I due, incensurati, conducevano una vita normale ed abitavano con le famiglie nel centro storico di una cittadina della provincia. Di giorno lavoravano in due ditte della citta', di notte si dedicavano ai furti. Da qualche tempo l'Arma aveva registrato un aumento di furti di attrezzatura meccanica e di utensili multi-uso tanto da far ritenere che ci fosse un mercato illecito parallelo.

La scorsa notte, una pattuglia dei Carabinieri ha notato due uomini sospetti. I due, appena visti i militari, si sono accovacciati per tentare di nascondersi ma gli uomini dell'Arma li hanno subito bloccati ed hanno scoperto che, poco prima, erano entrati in una palestra della zona dove avevano rubato materiale per il giardinaggio ed altri utensili per un valore di 10 mila euro. Durante la perquisizione domiciliare, i Carabinieri hanno trovato utensili meccanici, gruppi elettrogeni, orologi, oggetti in oro, una somma di 15 mila euro, refurtiva per un valore complessivo di 150 mila euro.

lunedì 16 marzo 2009

Monte Urano: pericoloso malvivente rumeno sorpreso in casa con un vero e proprio arsenale

16/03/2009 Nel fine settimana appena trascorso, i militari della locale stazione, al culmine di una complessa attività di indagine, disposta dalla Compagnia fermana, hanno fatto irruzione nell'abitazione di P.A, 27enne rumeno, da tempo residente a Monte Urano.
Il giovane è stato trovato in possesso di un arsenale degno di un professionista del crimine: una pistola semiautomatica carica, un passamontagna, alcuni bastoni appositamente preparati per l'offesa e un macete, oltre a numerosi arnesi da scasso. La pistola era armata e pronta all'uso, nel giubbetto indossato. L'uomo aveva con sé anche un mazzo di chiavi di vetture di grossa cilindrata, utilizzate per la furtiva apertura dei veicoli.
I Carabinieri stanno valutando, sulla base delle indagini svolte, la provenenienza e il motivo del possesso di armi e degli attezzi da lavoro tipici di un ladro di auto e di ville.
L'arrestato è stato condotto nel carcere di Fermo, dove è a disposizione della competente Autorità Giudiziaria fermana.
Il reato contestato è di detenzione e porto abusivo di armi e oggetti atti ad offendere, possesso ingiustificato di arnesi da scasso.

REGGIO EMILIA: IDENTIFICATI GLI "ESPERTI" DEL FURTO ALLE SLOT

Un'escalation preoccupante di furti a danno delle slot machine installate nei pubblici esercizi del reggiano, ha sollevato la preoccupazione nei commercainti del posto e innescato le indagini dei Carabinieri, che ora, a quanto pare, hanno identificato i malviventi. Una 'banda' romena, che i militari di Guastalla, insieme ai Ris di Parma, risulta composta da almneo due ventenni senza fiss a dimora e già noti alle forze dell'ordine in quanto autori di un precedente furto avvenuto i primi di febbraio scorso a danno di una sala giochi del territorio.
Nel corso del sopralluogo -si legge su 'Il resto del Carlino'- i
militari non avevano trascurato niente e in particolare avevano prelevato alcune impronte lasciate dai malviventi, che oggi, grazie all'attività del Ris, hanno consentito di identificare gli autori di quel furto nei due rumeni ora denunciati per furto aggravato. Un primo tassello che potrebbe rivelarsi importante sul fronte delle indagini che si stanno conducendo sui furti agli esercizi pubblici commessi da bande diverse e specializzate per settori: dagli assalti alle tabaccherie per asportare sigarette agli assalti alle profumerie e ai supermercati, ai furti nei bar.

Furti macchine operatrici,6 arresti Operazione della Polizia stradale di Trieste in otto regioni

ANSA) - ROMA, 16 MAR - Operazione della Polizia stradale di Trieste contro il furto, ricettazione e riciclaggio di veicoli industriali e attrezzature da cantiere. Sono state eseguite sei ordinanze di custodia, con 34 perquisizioni in Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige, Piemonte, Emilia Romagna, Liguria, Toscana e Puglia. Gli investigatori ritengono di aver scoperto una banda, composta da italiani, romeni e albanesi che rubava veicoli industriali tra la Lombardia ed il Piemonte, per riciclarli in Romania.

La Polizia Stradale di Trieste ha eseguito una vasta operazione contro un gruppo criminale dedito al furto, ricettazione e riciclaggio di macchine operatrici, veicoli industriali e attrezzature da cantiere.

Sono 6 le ordinanze di custodia eseguite dalla Polizia Stradale di Trieste e 34 le perquisizioni effettuate in Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Piemonte, Emilia Romagna, Liguria, Toscana e Puglia.

Le complesse indagini hanno permesso di delineare una agguerrita associazione criminale, composta da italiani, romeni e albanesi che operava numerosi furti di veicoli industriali tra la Lombardia ed il Piemonte per poi riciclarli in Romania attraverso i valichi di frontiera, ormai aperti, della provincia di Trieste.

Nel corso delle lunghe indagini, iniziate a giugno dello scorso anno, la Polizia Stradale ha anche denunciato in stato di liberta' 34 persone, ne ha arrestate altre 2 in flagranza di reato e ha individuato 24 veicoli di cui 16 sono stati sequestrati.

Complessivamente e' di otto arresti, di cui due eseguiti in Friuli Venezia Giulia in flagranza di reato, di 34 perquisizioni a carico di altrettanti indagati eseguite in nove regioni italiane e di 24 macchine operatrici individuate, di cui 16 sequestrate, il bilancio dell'operazione condotta dalla Polstrada. Dai dettagli, forniti durante una conferenza stampa svoltasi nella sede della Polstrada di Trieste, e' emerso che ai vertici della banda c'erano tre persone: l'italiano Fabio Luca Loda, di 42 anni, un autodemolitore molto noto della provincia di Pavia, la sua compagna romena Gabriela Chiselef, di 36 anni, e l'albanese Eduard Alikaj, un pluripregiudicato di 37 anni. La donna e' agli arresti domiciliari. Tra gli altri arrestati, sono finiti ai domiciliari anche due italiani, Francesco D'Alessandro, di 63 anni, e Carlo Vitari, di 61 anni, i quali nascondevano i macchinari rubati nelle loro proprieta' (terreni e cascine). In carcere e' finito anche l'albanese Shpetim Vrako, di 45 anni. Le indagini, iniziate nel giugno del 2008 dopo l'arresto in flagranza di reato di due romeni e la denuncia di un terzo, grazie a 27mila intercettazioni hanno consentito di sgominare la banda, che ha rubato macchinari per un valore stimato per difetto di oltre 1,5 milioni di euro. Per fare un esempio, una macchina operatrice Manitu', che si acquista per 150-170 mila euro, veniva rivenduta dall'organizzazione a circa 80 mila euro. I macchinari venivano rubati in Italia, anche su commissione, ed erano poi rivenduti in Romania ed Albania. I componenti della banda riuscivano a nascondere, utilizzando uno scanner, il segnale gps emesso dalle macchine rubate che lo hanno in dotazione quale sistema antifurto. Il nome dell'operazione 'Vlore' ha preso il nome da Valona, la citta' dell'Albania dalla quale provengono gran parte degli indagati. Le indagini sono state coordinate dal pm Giuseppe Lombardi della Procura triestina.

domenica 15 marzo 2009

Caffarella: ecco come mi hanno impedito di visitare i due detenuti rumeni Il grave episodio al Carcere Regina Coeli di Roma

15 marzo 2009 Oggi, 13 marzo 2009, sono stato testimone di un fatto gravissimo: la direzione del Carcere di Regina Coeli di Roma non mi ha permesso di visitare i due detenuti rumeni accusati e involontari protagonisti dello stupro al Parco della Caffarella. Chi ha autorizzato i funzionari del carcere a una così evidente violazione della legge?

L'articolo 67 della legge 354/75 che regolamenta il regime carcerario consente a ogni rappresentante eletto di visitare i detenuti senza alcun preavviso; per questo motivo in mattinata insieme ad alcuni esponenti dell'associazione in difesa dei diritti umani “Everyone”, mi sono recato al Regina Coeli per visitare in veste di europarlamentare Karlo Racz e Alexandru Istoika.

Nonostante la regolare esibizione di tutti i documenti, la direzione ha addotto per quasi due ore tutta una serie di pretesti formali e burocratici (avrebbe per esempio permesso il mio accesso, ma non quello del nostro interprete rumeno) che mi hanno proibito di esercitare le mie prerogative.

Si tratta di una grave violazione delle regole democratiche, che fa parte di un'operazione politica organizzata: pur di sbattere un mostro in prima pagina, si mette alla gogna il primo malcapitato, sull'onda emotiva di un'opinione pubblica sempre più spaventata dai media.

Il caso dei due rumeni peraltro dimostra che tali comportamenti isterici sono dannosi per lo svolgimento delle indagini, distorcendone il regolare funzionamento e impedendo l'individuazione dei reali colpevoli.

In qualità di deputato europeo mi riservo di intraprendere tutte le azioni legali necessarie per accertare le responsabilità dell'episodio e di presentare una formale interrogazione in sede europea.

Giulietto Chiesa
Europarlamentare

PROSTITUZIONE Ragazze sfruttate e minacciate Condannati 2 rumeni per sfruttamento

Massa, 14 marzo 2009 Grazie alla denuncia di una giovane donna rumena costretta a prostituirsi, la squadra mobile di Massa - coordinata dal sostituto procuratore Manotti - ha arrestato due rumeni di 22 e 32 anni. I malviventi sono stati condannati con rito abbreviato per estorsione aggravata e sfruttamento della prostituzione.



I due sono arrivati in tribunale grazie alle indagini condotte dalla squadra mobile e coordinate dal sostituto procuratore presso il tribunale di Massa, Manotti. Le indagini erano partite nel luglio scorso quando, in seguito a controlli effettuati sul lungomare per arginare il fenomeno della prostituzione, era stata identificata una giovane donna rumena che aveva riferito di essere stata avvicinata da due persone dell’est europeo che le avevano fatto intendere che per svolgere la sua attività di prostituta in quel luogo, avrebbe dovuto dare loro una parte dei suoi guadagni minacciandola, in caso contrario, di investirla con l’autovettura.



La donna era arrivata in Italia da poche settimane consapevole di dover svolgere l’attività di meretricio per conto di un cittadino rumeno abitante a Massa, indicato con il nome di 'Drangu', al quale avrebbe dovuto corrispondere, per la protezione, la somma di 50 euro al giorno, mentre a lei sarebbe rimasta la restante somma eventualmente guadagnata. Giunta a Massa, però, la donna si era presto resa conto che ben diversa era la realtà e si era vista costretta a consegnare a 'Drangu' la metà della somma ogni giorno guadagnata ed inoltre avrebbe dovuto pagare 50 euro giornalieri ad un terzo uomo, indicato come il 'padrone' del posto dove lei ogni sera veniva accompagnata per incontrare occasionali clienti.



Ben presto, però, la donna aveva deciso di seguire il suggerimento di alcune 'colleghe' che le avevano detto di non pagare, di abbandonare lo sfruttatore e di seguirle nel loro alloggio. Ma liberarsi da Drangu non era facile: l’uomo era andato a cercarla per chiederle 500 euro e per reiterare la minaccia di investirla con l’auto. Se non altro la donna è stata in grado di fornire alle forze dell’ordine le indicazioni per permettere di identificare 'Drangu' che si è rivelato essere Drangu Costantin Ciprian, cittadino rumeno di anni 22.



La squadra mobile ha, così, organizzato, un servizio di appostamento sul lungomare di Marina per individuare il malvivente; dopo lunghe ore di appostamento un uomo corpulento aveva avvicinato la giovane e, afferrandola per un braccio, la spingeva verso le siepi. Immediato l’intervento del personale della squadra mobile che ha identificato l’uomo: Manica Florin Dorel, rumeno di anni 32 ed ha impedito ulteriori gravi conseguenze.



L’uomo, dopo avere strattonato la donna le aveva detto che 'Drangu' era molto arrabbiato con lei per non aver ricevuto i soldi richiesti. Il processo di primo grado si è concluso in tempi ristretti ed è arrivato ad una condanna significativa con gli imputati ancora detenuti in quanto sottoposti alla misura cautelare emessa nella fase delle indagini preliminari.

sabato 14 marzo 2009

Catalina Curceanu, cercetator roman in Italia: Presa a denaturat realitatea si manipulat opinia publica


Catalina Curceanu este o femeie capabila sa vorbeasca despre legaturile dintre arta si fizica moleculara cu o pasiune rara. Romanii din Italia au cunoscut-o atunci cand a intervenit in cadrul celui mai urmarit talk-show televizat din Peninsula, Porta a Porta, intr-o emisiune despre romani. A iesit din lumea experimentelor nucleare pentru a arata Italiei ca romanii nu sunt cei care ajung pe primele pagini ale cotidianelor doar pentru crime si violuri.

Catalina, ca multi conationali din Italia, a ramas socata de climatul de intoleranta la care sunt supusi romanii din Peninsula. Si, vazand cum este prezentata imaginea noastra, in primul rand la televiziunile italiene, a decis ca, intr-un fel, trebuie sa intervina.

Rep: De ce ati decis sa iesiti in public?
Catalina Curceanu: Totul a pornit in luna februarie, cand am vazut ca, la emisiunea Porta a Porta, au fost difuzate niste date despre criminalitatea imigrantilor, romanii din Italia fiind prezentati exclusiv prin prisma acelor statistici. A doua zi i-am scris un email moderatorului, Bruno Vespa, spunandu-i ca el, care se erijeaza intr-un campion al obiectivitatii, ar trebui sa dea spatiu si acelor sute de mii de romani care reprezinta partea pozitiva a comunitatii. Dupa cateva zile, am fost contactata de catre realizatori, care m-au invitat sa particip, in public, la urmatoarea emisiune care va avea ca subiect romanii.

Sincera sa fiu, ma asteptam sa se acorde mai mult spatiu discutarii cauzelor fenomenului, precum si romanilor care s-au realizat in Italia. In putinele minute care mi-au fost acordate, am cerut ca ziaristii si realizatorii de programe TV sa se ocupe si de romanii care lucreaza in domenii de excelenta in Italia si care chiar contribuie la promovarea stiintei “made in Italy”.

“Italia nu incurajeaza venirea strainilor cu inalta calificare”

Rep: Daca ati fi avut mai mult decat acele doua minute la dispozitie, ce ati fi spus publicului italian?
C.C.: I-as fi intrebat de ce in Italia nu vin mai multe persoane cu o calificare inalta, asa cum se intampla cu alte tari de imigratie, cum ar fi Statele Unite sau Canada. Italienii se plang ca cei mai multi imigranti constituie o forta de munca necalificata. Dar ei sunt primii care, la nivel institutional, investesc foarte putin in cercetare, spre exemplu, si datorita instabilitatii clasei politice.

Nu numai ca se investeste putin, dar strainii cu o calificare inalta care doresc sa se stabileasca in Italia, sunt, in mod evident, descurajati de sistem si de birocratia italiana. Am un coleg japonez care are o bursa post-doctorala la Institutul nostru, si nu reuseste sa-si aduca aici familia, din cauza piedicilor birocratice. Italienii nu isi dau seama ca sunt primii care pierd din aceasta “inchidere”.

Rep: Dar ati ales sa va continuati aici activitatea de cercetare…
C.C. Am primit oferte de munca si de la alte institute de cercetare din strainatate, spre exemplu din Canada si Japonia. In Italia, salariile sunt intre 1.500 si 2.500 de euro. In alte tari, in acelasi domeniu se castiga dublu. Dar aici, la Institutul din Frascati, ma simt extraordinar si nu as schimba niciodata locul de munca. Intr-adevar, la inceput a fost greu, in fiecare an trebuia sa cer reinnoirea permisului de sedere, era un stres continuu. Insa mereu am fost sutinuta si ajutata de colegii de la Institut.

Rep: In echipa pe care o conduceti mai sunt si alti 4 romani, toti cu formatie profesionala romaneasca. Sunt diferente intre cele doua sisteme de invatamant si cercetare, cel italian si cel romanesc?
C.C. Pana in 1992, cand am plecat din Romania, sistemul de invatamant din tara noastra era foarte bun, mai ales in domeniile stiintelor exacte. Din pacate, nivelul mediu a scazut in ultimul an, lucru care mi-a fost confirmat si de sora mea, care preda fizica la liceu in Romania. Nu este vina neaparat a sistemului universitar, ci a celui pre-universitar. Elevii ajung la facultate cu carente acumulate inca de la liceu. Si in Italia exista probleme numeroase, ei, in general, obtin rezultate mai bune in materiile umanistice, spre deosebire de noi, romanii. Face parte din traditia si cultura lor, sa fie mai dezvoltat domeniul umanistic.

Rep: Si totusi, Laboratorul Nuclear de la Frascati este unul din cele mai importante din Europa. Este si meritul echipei de romani condusa de dvs?
C.C: Am obtinut rezultate foarte bune, mai ales in domenii de avangarda, chiar daca nu exista fonduri suficiente.

“Presa italiana a manipulat opinia publica”

Rep: Revenind la comunitatea de romani din Italia, ce se intampla cu romanii din Peninsula?
C.C. Dupa parerea mea, presa a denaturat realitatea si manipulat opinia publica, pentru a distrage atentia italienilor de la adevaratele probleme ale tarii, cum ar fi criza economica sau cresterea somajului. Iar manipularea a dat rezultate: a creat o dubla manie, atat a italienilor carora le e frica de romani, cat si a romanilor care se tem de italieni si comit, si ei, greselile lor. Din pacate, ignoranta este terenul cel mai fertil in cazul unei astfel de manipulari.

Nu intodeauna am incredere in sondajele prezentate de presa, exista tendinta ca, din ambele parti, raul sa fie adus la nivel macroscopic, iar apoi oamenii sa fie bombardati cu mesaje negative. Astfel, ura aduce ura si asistam la o escaladare de violenta care trebuie oprita. De aceea trebuie prezentate si aspectele pozitive ale realitatii, pe care nici macar nu trebuie sa le cauti cu lumanarea.

Rep: La ce anume va referiti cand vorbiti de comportamentul gresit al romanilor?
C.C. E de ajuns sa te duci in fata garii Termini la Roma, sa vezi tot felul de persoane needucate, romani care stau toata ziua la cersit, cu un comportament deseori agresiv. Oricine isi da seama ca acei romani nu au venit in Italia cu un scop precis, de a-si castiga onest viata. Din pacate, numarul lor a crescut simtitor in ultima vreme.

Rep: Unii politicieni italieni sustin ca, tocmai pentru a opri fluxul migrator, ar trebui revizuita libera circulatie a romanilor. Sunteti de acord?
C.C. Nicidecum. Solutia este ca italienii sa aplice in mod riguros legea. Cine a incalcat legea, trebuie sa-si execute pedeapsa.

Rep: Dupa 17 ani de sedere in Italia, unde va considerati acasa?
C.C. Eu ma simt un cetatean al lumii, am trait in Romania, in Italia, dar si in Elvetia, la Geneva.

Rep: Ce apreciati in mod deosebit din cele doua tari, Italia si Romania?
C.C. Din Italia, literatura, modul de a gati si unele caracteristici ale italienilor, care iau viata mai usor decat noi si sunt mai disponibili. Din Romania as retine acea doza de umor care ne caracterizeaza. In definitiv, noi ne asemanam mult cu italienii, avem un fond comun. Eu zic mereu ca avem calitati diferite, dar defecte comune.

Rep: De exemplu?
C.C. Noi, ca si italienii, suntem cateodata mai lenesi, ne suflecam manecile doar atunci cand este necesar. Apoi, avem o inventivitate originala pentru a ne salva din situatiile negative. Din pacate, se intampla sa dam vina unii pe ceilalti si sa ne uitam deseori mai mult in “curtea vecinului” decat a noastra.

Rep: Considerati ca se poate convietui, cu toate defectele si calitatile noastre?
C. C. Desigur, nu avem de ales. Viitorul este al convietuirii. Dar convietuirea trebuie sa fie cautata si dorita de ambele parti, pentru ca suntem toti responsabili daca lucrurile degenereaza. Cred ca un lucru fundamental este educatia fiecaruia, in primul rand simtul civic. Adica ideea de a accepta si pe celalalt, chiar daca e mai urat, mai sarac, sau mai putin inteligent decat tine. Indiferenta si egoismul, de ambele parti, pot dauna convietuirii.

E nevoie de mai multa empatie, de mai multa comunicare. Pentru ca “rai” si “buni” exista de ambele parti. Si poate ar fi mai bine ca in loc de “eu”,” tu”- “noi”, “voi”, sa incepem sa folosim “noi”, pentru ca la urma urmei, traim in aceeasi “casa”.

Catalina Curceanu, 43 de ani, este prim-cercetator de la Institutul National de Fizica Nucleara (INFN) din Italia. Originara din Sfantu Gheorghe, a studiat fizica la Bucuresti, apoi s-a specializat in Elvetia, cu o teza de doctorat, colaborand la proiectul Obelix. In prezent coordoneaza doua proiecte de avangarda in fizica nucleara, experimentele DEAR si SHiDDHARTA, si este responsabila proiectului JRA10, de colaborare stiintifica in cadrul UE.

Diferenza tra rom e romeni, e tra Italia e Romania

Romeno infastidisce una donna, scatta la rissa

14/03/2009 Cena alla mensa dei poveri insieme ad un suo conoscente e connazionale poi raggiunge il centro cittadino, dove gira più di qualche bar consumando un drink dietro l'altro. Tra un bicchiere di birra ed un altro di vino i due rumeni si sarebbero lasciati andare a chiacchiere in compagnia anche di altre persone. All'uscita dai locali il gruppo avrebbe raggiunto Corso nazionale, dove uno dei rumeni avrebbe manifestato troppe attenzioni nei confronti di una giovane. La situazione ha scatenato la reazione della ragazza, la quale avrebbe chiesto aiuto. Le persone che si trovavano in centro, notata la scena e forse pensando al peggio, avrebbero accerchiato i rumeni, iniziando a discutere animatamente con loro. In breve tempo dalle parole sarebbero arrivati alle più sbrigative vie di fatto. In una manciata di minuti sarebbe andata in scena una sorta di «scazzottata» tra lo sconcerto dei presenti, che si è conclusa con il ricorso del rumeno alle cure dei medici ospedalieri. L'intervento del 118 Molise è stato registrato nella serata di ieri l'altro, poco dopo le 21. Lo straniero, di 31 anni, ha dichiarato ai medici dell'ospedale di Termoli di essere stato avvicinato e picchiato a sangue da circa 10 persone. I sanitari del San Timoteo gli hanno riscontrato ferite al viso ed in altre parti del corpo, giudicate guaribili in pochi giorni di prognosi. È stato notato anche lo stato di ubriachezza dello stesso. Il trentunenne ha sottolineato la sua versione dei fatti, ossia l'aggressione ai suoi danni. Secondo quanto riferito agli operatori ospedalieri nella tarda serata di ieri l'altro, l'uomo si trovava alla fine di Corso Nazionale ed era da poco uscito dalla mensa dei poveri dove aveva cenato. Poco dopo si stava ritirando quando è stato raggiunto e picchiato a sangue da una decina di persone. Sul caso sono in corso interrogatori dei Carabinieri impegnati ad accertare la veridicità delle dichiarazioni del rumeno e l'eventuale dinamica dei fatti circa le presunte attenzioni ad una giovane che si trovava nei pressi di Corso Nazionale. L'episodio è accaduto davanti a numerosi passanti e «teen-agers» che hanno assistito all'incredibile scena. «Sembrava che volessero molestarla», hanno dichiarato alcuni termolesi.

di Antonella Salvatore

venerdì 13 marzo 2009

romeni non pagati dagli italiani

Stranieri, Fini: immorale la denuncia dei medici

Roma - "Questa cosa non mi convince. Il medico ha il diritto di curare le persone non di guardare se è un clandestino o meno". Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, spiega che se il medico sarà costretto a denunciare il clandestino "si creerà un circuito di medicina alternativo". Non solo. Giudica "davvero gravissimo" se fosse impedita la registrazione anagrafica dei bambini nati in Italia da genitori clandestini.

No alla denuncia del clandestino "Non dico che il clandestino andrà da uno sciamano, ma sicuramente si servirà di terapie parallele", osserva il presidente della Camera parlando a Porta a porta. "Questa norma - aggiunge il numero uno di Montecitorio - potrebbe portare dei rischi per la società, con il diffondersi di patologie pericolose. Ragioniamo prima di dar vita a provvedimenti che possono ledere il diritto della persona. Nei confronti del clandestino bisogna ricordare che è sempre una persona umana. Il rispetto della dignità viene prima di qualsiasi connotazione. Prima è un uomo". Il presidente della Camera osserva che "la sicurezza è un bene primario" e si dice preoccupato dal fatto che "possa diventare un problema etnico", "se si crea una sorta di pregiudizio nei confronti dell’altro questo è un momento molto brutto per l’Italia".

Il caso Caffarella Poi Fini parla del caso della Caffarella a Roma: "Lo stupro è sempre un’infamia, non ha nazionalità". Il presidente della Camera ribadisce il proprio "no ad etichette etniche, altrimenti siano oltre la xenofobia, siamo al razzismo". "Ma - osserva Fini - se il dna scagiona i due rumeni è vergognoso scandalizzarsi. Dobbiamo stare attenti a non dare vita a provvedimenti che possano portare a ledere i diritti umani". "In Italia ci deve stare chi ha il permesso di soggiorno - continua Fini - ma il clandestino è una persona, con una dignità in quanto uomo che non può essere lesa". La terza carica dello Stato critica in particolare due norme del ddl del Governo, quella secondo cui sarebbe impossibile registrare un bimbo nato da stranieri irregolari in Italia e quella che toglie il divieto per i medici di denunciare i clandestini.

I bimbi fantasma Sull'impossibilità di registrare i bimbi nati da clandestini, il presidente della Camera fa sapere di aver parlato con il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, il quale gli ha spiegato che "non è vero quanto riportato su quella norma. Tuttavia impedire la registrazione di un bimbo nato in Italia da clandestini sarebbe di una gravità inaudita. E non mi convince neanche la norma sui medici: un medico ha il dovere di curare la persona non di vedere se è clandestino o meno". Il pericolo, secondo Fini, sarebbe che "tanti clandestini potrebbero ricorrere a circuiti di medicina alternativa con il rischio di diffusione di patologie". "La civiltà di un Paese - spiega Fini - si misura con il rispetto che si ha della dignità della persona che viene prima di qualsiasi altra connotazione: prima è uomo, poi è altro". Quindi, ha invitato Fini, "ragioniamo prima di dare vita a norme che ledono il diritto della persona, norme che sono immorali e ingiuste".

ARRESTO A CHIUSI (SIENA) PER FURTO

Nella notte tra giovedì 12 e venerdì 13 marzo, i Carabinieri delle Stazioni di Chiusi e Chiusi Scalo hanno tratto in arresto due cittadini rumeni per furto aggravato presso un cantiere edile. I due infatti, uno di 50 e l’altro di 30 anni, entrambi senza occupazione, erano entrati abusivamente di notte all’interno della recinzione di un cantiere edile in una zona rurale di Chiusi con la loro autovettura. Lì, hanno asportato e caricato nel mezzo alcune taniche di gasolio e, dopo aver forzato un container, hanno preso trapani ed altri arnesi elettrici.

Nel frattempo era scattato l’allarme anti-intrusione e subito la Centrale dei Carabinieri della Compagnia di Montepulciano ha attivato le pattuglie che in quel momento erano nella zona di Chiusi in attività di perlustrazione notturna. Arrivati i Carabinieri sul posto, è stato subito ispezionato il cantiere. Il primo soggetto è stato scovato immediatamente: all’arrivo delle pattuglie, si era nascosto dietro dei pali per ponteggio. Il secondo invece, che in un primo momento era riuscito a scappare a piedi, è stato rintracciato successivamente, dopo che la Centrale aveva diramato le ricerche in tutta l’area. I due sono stati quindi condotti in caserma e lì dichiarati in arresto in flagranza di reato per furto aggravato; saranno giudicati presso il Tribunale di Montepulciano con rito direttissimo. Il materiale che era stato asportato aveva un valore complessivo di 700 Euro circa, restituito poi successivamente al proprietario dell’impresa; mentre di 800 Euro è l’ammontare di quanto cagionato con la forzatura della porta di ingresso del container e per altri danni causati durante la ricerca dei materiali da rubare.

Questa operazione di servizio è frutto di intensificati servizi notturni disposti dalla Compagnia dei Carabinieri di Montepulciano, aumentando nell’arco serale/notturno le pattuglie per tutta la fascia della Valdichiana senese, da Sinalunga fino a Cetona, con finalità principalmente di contrasto ai furti in abitazione e negli aziende. Nelle ultime due notti sono state 18 le pattuglie impiegate, con 36 militari. Sono state controllate 178 persone di cui 24 stranieri; 124 invece le macchine fermate; 5 perquisizioni svolte; 17 locali pubblici controllati, di cui uno multato per aver somministrato bevande alcooliche oltre l’orario consentito di chiusura; per l’attività di controllo alla circolazione stradale, improntata sullo scopo principale di prevenire e reprimere eventuali abusi per guida in stato di ebbrezza, sono state rilevate 5 contravvenzioni.

Sassari: Cinque denunce per ricettazione

Tre nuoresi e due rumeni sono stati segnalati anche per detenzione di strumenti atti allo scasso e di oggetti atti ad offendere


SASSARI – Ieri notte, gli agenti della Sezione Volanti, hanno denunciato in stato di libertà cinque giovani per concorso in ricettazione, detenzione di strumenti atti allo scasso e di oggetti atti ad offendere. Si tratta di tre nuoresi (un ventiquattrenne e due diciottenni) e due rumeni (di ventidue e ventitre anni), tutti residenti a Mamoiada, intercettati a bordo di un’auto, dagli agenti in servizio di controllo.

I cinque erano stati segnalati da diversi cittadini che li avevano notati aggirarsi con fare sospetto intorno a dei veicoli in sosta. I ragazzi hanno subito mostrato un’evidente agitazione durante il controllo, comportamento che ha indotto i poliziotti ad approfondire la verifica sui nominativi e sul veicolo. Dagli accertamenti è risultato che in quattro avevano precedenti di polizia, ed all’interno dell’auto sono stati rinvenuti diversi arnesi da scasso ed oggetti utilizzabili a fine d’offesa, nonché un’autoradio, completa di frontalino, della quale gli stessi non hanno saputo dare una giustificazione sulla provenienza.

Per questi motivi, i cinque sono stati denunciati in stato di libertà ed è stata avviata dalla Divisione Polizia Anticrimine della Questura la procedura per l’emissione della misura di prevenzione del rimpatrio con foglio di via obbligatorio che dà la possibilità al Questore di allontanare le persone ritenute pericolose per la sicurezza e la pubblica moralità che si trovino fuori dai luoghi di residenza.

Caserta, sfregia un connazionale durante una lite: arrestato rumeno a Parete

PARETE (Caserta) - Erano probabilmente ubriachi ma comunque violenti e pericolosi quando, nel dicembre scorso, due rumeni hanno litigato per futili motivi. Uno dei due è finito in ospedale, è stato sfregiato dall’altro procurandogli una ferita profonda e permanenteSi tratta di un extracomunitario che è stato arrestato per aver sfregiato un connazionale, nel corso di una lite per futili motivi.

Nella mattinata odierna a Parete (Caserta), i carabinieri della sezione di P.G. della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo del P.M., emesso in data 11 marzo scorso, nei confronti del 32enne rumeno Stanciu Cornel Cojocaru, residente a Parete.

L’uomo è ritenuto responsabile di “lesioni personali gravissime”. Il Cojocaru, in data 19 dicembre 2008, durante una lite per futili motivi, ha colpito al volto con una bottiglia di birra infranta, un suo connazionale provocandogli delle lesioni permanenti. Dopo le formalità di rito, l’arrestato è stato associato alla casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere.

Scritto da Laura Ferrante

mercoledì 11 marzo 2009

Pedofilia, in 80mila sui voli all inclusive a caccia di piccole vittime nel mondo

Pedofilia sul web, una perquisizione a Piacenza

PEDOFILIA: PERQUISIZIONI IN TUTTA ITALIA, 37 INDAGATI

La procura distrettuale di Catania ha disposto numerose perquisizioni domiciliari in varie citta' d'Italia, eseguite dalla Polizia Postale e delle comunicazioni, nei confronti di 37 soggetti italiani indagati per divulgazione di video pedopornografici mediante la rete internet. L'indagine della Polizia Postale di Catania, coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Gennaro e dal sostituto Carla Santocono, ha riguardato il contrasto della divulgazione di materiale pedopornografico su Internet tramite il nuovo programma peer-to-peer denominato Limewire. In particolare, gli indagati acquisivano e diffondevano sulla rete internet video di pornografia infantile, utilizzando il software di file sharing Limewire. Le investigazioni sono state compiute con attivita' sottocopertura, autorizzata dalla procura, e finalizzata soprattutto al rinvenimento di filmati pedopornografici, con il coordinamento del Centro nazionale di contrasto della pedopornografia on-line di Roma. Le citta' interessate dalle perquisizioni sono Catania, Palermo, Ragusa, Napoli, Caserta, Salerno, Ancona, Roma, Milano, Varese, Sondrio, Lecco, Brescia, Reggio Emilia, Piacenza, Firenze, Grosseto, Venezia, Vicenza, Verona, Pordenone, Udine, Torino, Alessandria, La Spezia, Bari, Foggia, Lecce e Taranto. Copioso il materiale informatico sequestrato durante le perquisizioni.

Droga/ Arrestato italiano in Romania: trasportava 10 kg di eroina in piu prostituzione, pedolifilia!

Droga/ Arrestato italiano in Romania: trasportava 2 kg di eroina E' stato bloccato ieri dalla polizia di frontiera romenapostato document.write( strelapsed('2008-08-25T10:42:00Z') ); 10 ore fa da APCOM Roma, 25 ago. (Apcom) - Un cittadino italiano, identificato come Giorgio C., è stato arrestato ieri dalla polizia di frontiera romena alla dogana di Nadlac, nella parte occidentale del Paese, per traffico di droga. Lo riferisce l'agenzia di stampa romena Mediafax.
Giorgio C. 60 anni, è stato poi identificato come un esponente di una rete internazionale di traffico di droga prostituzione e pedofilia. L'uomo arrestato aveva nascosto 5 chilogrammi di eroina, per un valore superiore a 58 mila euro, nel vano del sistema di navigazione satellitare con a bordo cd pedopornografici.

Il cittadino italiano fermato dovrà adesso presentarsi davanti al tribunale di Bucarest per confermare il provvedimento di custodia cautelare per un altra accusa di sfruttamento prostituzione e pedofilia si profila per lui 30 anni di carcere da scontare in romania, l ambasciata italiana segue attentamente il caso.

Sesso in auto con un quattordicenne Chimico italiano fermato in Romania

la rabbia dei rumeni a Timisoara

comunità romena

«PICCHIATI DA 30 ITALIANI» ROMA, FERITI DUE ALBANESI

Due fratelli albanesi di 33 e 37 anni hanno denunciato alla polizia di essere stati aggrediti da una trentina di italiani armati di mazze, bastoni, pietre. Quattro degli aggressori, secondo le vittime, erano anche armati di pistole. È successo poco prima di mezzanotte in via Paolo Ferdinando Quaglia, a Tor Bella Monaca. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia di Stato del commissariato Casilino perché alcuni cittadini avevano segnalato una violenta rissa in strada. Al loro arrivo i poliziotti hanno trovato i due fratelli.
Le vittime hanno raccontato che stavano passeggiando in strada quando sono stati accerchiati da quattro ciclomotori e quattro autovetture. Dalle auto sono scesi circa 30 uomini, tutti italiani, i quali hanno chiesto ai due se fossero rumeni. I due fratelli hanno avuto solo il tempo di spiegare che erano di nazionalità albanese quando sono stati colpiti con bastoni e pietre. I due stranieri hanno rifiutato le cure mediche e non hanno fornito nessuna indicazione utile per risalire agli aggressori. Indaga la polizia di Stato.

Bloccati due rumeni per furto ai parcometri

Fermati dai Carabinieri mentre scassinavano il quinto raccoglitore di monete



Savigliano - Trapano, pazienza e attenzione. Così due giovani rumeni (P.A. di 21 anni e G.A. di 18 anni) hanno agito nella scorsa notte a Savigliano: i due malviventi, senza fissa dimora, erano riusciti a forzare quattro parcometri in diverse zone della città, ma al quinto tentativo sono stati colti in flagranza di reato dai Carabinieri, allertati dai cittadini. Mentre uno scassinava il parcometro, il secondo faceva da “palo” nascosto dietro una siepe. I due sono stati perquisiti e nella loro vettura è stata trovata la refurtiva di 800 euro. Arrestati, ora sono nel carcere di Saluzzo. E’ la prima volta che a Savigliano succede un furto secondo queste modalità ma, grazie all’attenzione dei cittadini, è stato subito fermato sul nascere.

Nuova rissa a Marina tra rumeni e carraresi

Carrara, 9 marzo 2009 - Altra rissa e notte di fuoco alla Serenella per la 'guerra' in atto tra un gruppo di rumeni che abitano in un condominio e i giovani carraresi che si radunano a Marina prima della partenza per le discoteche della Versilia. Sabato sera si è passati nuovamente alle vie di fatto e dopo una scazzottata e lanci di bottiglie e oggetti contundenti, cinque giovani tra cui pare un paio di minorenni sono finiti al pronto soccorso.



E ieri sera i carabinieri sono stati costretti ad intervenire di nuovo perché un rumeno coinvolto nella rissa di sabato sera aveva chiamato il 112 dopo che, a suo dire, un gruppetto di giovani, si era affacciato sul loro pianerottolo con l’intenzione di fare irruzione nell’appartamento e dare una 'lezione'.



Ma quando è arrivata la gazzella del Radiomobile, i giovani carraresi segnalati nel condominio si trovavano invece fuori del portone e nei pressi di locali pubblici. I carabinieri, comunque, li hanno tutti identificati e uno di loro è risultato che era stato coinvolto nella rissa del sabato sera. Vecchia ruggine, incomprensioni, lanci di bottiglie e danneggiamenti: sono le cause che hanno originato l’ennesimo episodio di violenza che la scorsa estate era sfociato in una sorta di Far West con sette feriti, tra cui due poliziotti e quattro arresti, tre rumeni ed un carrarese.



La rissa è scoppiata poco dopo mezzanotte e solo l’intervento massiccio di polizia e carabinieri ha evitato il peggio. I rumeni occupano un appartamento al secondo piano di uno stabile che si affaccia su via Rinchiosa e il viale Colombo dove la sera stazionano a lungo centinaia di giovani carraresi che poi si recano nelle discoteche. Un punto di ritrovo ormai tradizionale che si tarsforma spesso e volentieri in una zona di combattimento.



I carraresi segnalano che dal terrazzo dell’abitazione in questione più volte sono volate bottiglie e lattine di birra che hanno anche colpito alla testa qualche ragazzo. Una situazione esplosiva visto che neppure gli arresti dell’estate scorsa ha rasserenato gli animi. Polizia e carabinieri stanno vagliando alcune testimonianze per identificare gli autori delle aggressioni di sabato sera. Sviluppi alle indagini sono attese nelle prossime ore.

Tredici cellulari e quattro fotocamere: arrestati per ricettazione due rumeni Read more: "Lo Schermo Lucca, Tredici cellulari e quattro fotocamere:

10/03/2009 VIAREGGIO (Lucca) - Sono stati arrestati dalla Polizia del Commissariato di Viareggio, per il reato di ricettazione, due rumeni, uno residente a Pomezia e l'altro domiciliato a Viareggio. Nell'auto su cui viaggiavano avevano nascosto in uno zaino 13 telefoni cellulari e 4 videocamere digitali.

Avevano in macchina 13 cellulari e 4 fotocamere digitali, nascoste dentro uno zaino, in auto, una Hyunday Accent grigia, ma non sono né rappresentanti di questo genere di articoli, né li vendono come professione. Eppure, quando una pattuglia delle Volanti del Commissariato di Viareggio li ha fermati, ieri pomeriggio verso le 17, ha trovato proprio tutto questo nella bauliera della macchina.

Questo ha dato il via ad una serie di controlli che hanno permesso di appurare che due telefoni cellulari di quelli trovati nello zaino, provenivano da furti che erano stati denunciati durante la festa del rione Darsena nel corso dell'ultimo Carnevale, che si è svolta lo scorso 21 febbraio. Sono, quindi, partiti ulteriori accertamenti anche sul resto della refurtiva recuperata.
E intanto i due a bordo dell'auto sono stati sottoposti a fermo e dovranno rispondere del reato di ricettazione. Claudiu Mantu, nato in Romania nel 1981 e residente a Pomezia (Roma), pregiudicato e Silviu Valy Neculau, anche lui originario della Romania, di 25 anni domiciliato a Viareggio e pregiudicato - dopo le formalità di rito - sono stati associati alla casa circondariale di Lucca e adesso si trovano a disposizione dell'autorità giudiziaria.

LADRI IN AZIONE Pendolari del furto, presa banda di rumeni

Reggio Emilia, 9 marzo 2009. SONO RESIDENTI in provincia di Roma i tre rumeni arrestati ieri notte, poco prima dell’alba, dalla squadra Volanti della polizia di Reggio coordinata dal dirigente Domenico De Iesu. Sono rumeni “regolari”: tutti e tre hanno un lavoro, chi da carpentiere, chi operaio, chi in un vivaio, ma sono anche dei ladri pendolari.

A BORDO di una Fiat Stilo argento hanno svuotato le macchinette per pagare la sosta negli stalli blu attorno alla cerchia cittadina. Gli agenti hanno seguito tutte le loro mosse in tempo reale. L’operatore della sala operativa della questura ha guidato gli agenti passo passo una volta accortosi di quell’auto sospetta.
I tre (Gheorghe Prunà, Vasile Apoei e Dumitru Ciohoreanu), prima di essere acciuffati in piazzale Marconi, accanto alle Poste, avevano già battuto con successo le colonnine di parcheggio di via Lamagolese (due), via Sani e via XX Settembre.

CACCIAVITI e piede di porco: ogni volta che è stato estratto il cassetto contenente le monete è scattato l’allarme e una Volante è stata inviata sul posto. Nonostante l’intervento fulmineo (lo si vede dai filmati delle telecamere di sorveglianza messi a disposizione della questura), i tre sono riusciti sempre ad allontanarsi.
Fino all’ultimo colpo, quello in stazione. Qui sono stati bloccati e arrestati dalla polizia che li ha condotti nella vicina questura. Nell’auto sono stati trovati 600 euro frutto dei colpi e un’intera cassetta in metallo.

LA QUESTURA ora indaga per capire se i tre, apparentemente insospettabili e senza precedenti, abbiano colpito anche altrove e abbiano poi lasciato il bottino da qualche amico compiacente. Un evento assai probabile visto che è difficile spiegarsi come si possa fare un viaggio da Roma per scassinare delle macchinette scambia soldi. Con quel che costa la benzina poi.

Arrestati a San Felice due cittadini rumeni

09-03-2009 Bassa modenese - Nel pomeriggio di ieri i Carabinieri di San Felice sul Panaro hanno tratto in arresto due cittadini romeni, rispettivamente di 34 e 31 anni, entrambi residentei a San Feli sul Panaro, muratori, resisi responsabili di violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

I due, verso le ore 19.00, in via don Minzoni, in stato di evidente ebbrezza alcolica, nel corso di identificazione a seguito di precedente litigio con altri connazionali, senza giustificato motivo avevano aggredito una pattuglia di Carabinieri ed una della locale Polizia Municipale, contestualmante intervenuta. Solo dopo una breve colluttazione i due sono stati bloccati ed arrestati.

Rumena violentata e schiavizzata: quattro arresti in Sicilia

Le iniziali promesse di un lavoro come badante, per una ventenne rumena, avevano lasciato il posto alle violenze quotidiane di una banda italo-romena che l'aveva costretta ridotta in schiavitù e costretta a prostituirsi. Ma ora quell'incubo è finito. I carabinieri di Alcamo, in provincia di Trapani, hanno arrestato tre rumeni (Neculai Bulai di 51 anni, Nicu Claudiu Bulai di 30, Iulian Ilie Balan di 20), e un italiano, il 54enne Vincenzo Di Franco. I quattro uomini sono accusati di violenza sessuale, sequestro di persona, riduzione in schiavitù e associazione per delinquere.

Secondo la ricostruzione dei fatti operata dai carabinieri, in gennaio i tre romeni avrebbero avvicinato in patria la connazionale di 20 anni, che cercava lavoro e sperava in una sistemazione come badante in Italia. Ma una volta giunti in Sicilia, i tre uomini le avrebbero sottratto i documenti di identità costringendola, con continue minacce di morte e con le botte, a rimanere chiusa in casa. Qui la giovane sarebbe stata violentata ripetutamente e poi «affidata» a Di Franco, che l'avrebbe violentata a sua volta e costretta a prostituirsi. Tutto è finito quando la ragazza ha trovato la forza di fuggire e denunciare tutto ai militari dell'Arma.

lunedì 9 marzo 2009

Fermati in provincia di Rovigo dei due giovani rumeni, presunti killer di Angelo Peirè (77 anni), ucciso nella sua casa nel centro storico di Genova

«Il giallo è risolto»: così Gaetano Bonaccorso, dirigente della squadra Mobile di Genova ha sintetizzato l’operazione e l’indagine sul delitto di via Del Campo, nel centro storico di Genova. Il movente sarebbe una rapina «finita male»: la vittima conosceva i due e ha aperto loro la porta. Una conoscenza legata all’acquisto, dai due sospettati e da altri, di merce rubata. Quindi della ricettazione di generi che non solo la parte “irregolare” della comunità rumena, ruba nei supermercati liguri e no, rivendendola poi a mercato nero come dimostrato da altre indagini sul campo negli corso degli ultimi anni.

Il «giallo» si è quindi risolto sabato notte, quando due giovani cittadini romeni - Marian Ciobanu (19 anni) e Alexandru Toth (28) - sono stati fermati a Occhiobello di Rovigo.

Fermati in provincia di Rovigo dei due giovani rumeni, presunti killer di Angelo Peirè (77 anni), ucciso nella sua casa nel centro storico di Genova. La rapina all’origine della vicenda, ma vittima e sospetti assassini si conoscevano. Le voci dei protagonisti dell’inchiesta nei link a fondo alla pagina e nel testo

Angelo Peirè

«Il giallo è risolto»: così Gaetano Bonaccorso, dirigente della squadra Mobile di Genova ha sintetizzato l’operazione e l’indagine sul delitto di via Del Campo, nel centro storico di Genova. Il movente sarebbe una rapina «finita male»: la vittima conosceva i due e ha aperto loro la porta. Una conoscenza legata all’acquisto, dai due sospettati e da altri, di merce rubata. Quindi della ricettazione di generi che non solo la parte “irregolare” della comunità rumena, ruba nei supermercati liguri e no, rivendendola poi a mercato nero come dimostrato da altre indagini sul campo negli corso degli ultimi anni.

L’AGGRESSIONE A CALCI E PUGNI

È stato aggredito a pugni e calci per rapina Angelo Peirè,. I due romeni, Marian Ciobanu e Alexandru Toth, fermati da polizia e carabinieri a Occhiobello (Rovigo) conoscevano la vittima, che si rivolgeva a loro per acquistare merce rubata, e per questo motivo Peirè ha aperto loro senza timore la porta di casa. Impronte digitali e reperti diversi rinvenuti e repertati in casa di Peirè , la ricostruzione del privato e del pubblico della vita della vittima, hanno consentito di costruire un quadro preciso. Da questi elementi, gli inquirenti sono arrivati ai due romeni. Ciobanu e Toth sono stati fermati in una pensione vicino Rovigo e stavano cercando di procurarsi i biglietti per lasciare l’Italia.


LA RAPINA E I RETROSCENA DA CHIARIRE
La finestra della camera di Peré, come è stata trovata il 2 marzo: luci e tv erano rimaste accese

Come detto, l’omicidio sarebbe stato l’ultimo atto di una rapina degenerata violentemente, anche se gli inquirenti vogliono e devono ancora chiarire del tutto i rapporti tra la vittima e i due sospettati dell’omicidio. Le indagini avevano avuto uno sviluppo negli ambienti gay che erano frequentati dalla vittima, peraltro conosciuta nella città vecchia come persona mite.

Gli inquirenti (per ascoltare Alessandra Bucci, della questura di Genova, clicca qui) hanno confermato che i due sono entrati in casa accolti dalla vittima che li conosceva. La porta di casa non presentava segni di effrazione o forzatura: «Gli ha aperto o li aspettava» hanno detto gli inquirenti. Le ipotesi di accusa sono quelle di omicidio e di rapina. Sarà l’evoluzione dell’indagine a chiarire la tipologia di omicidio che verrà contestata rispetto alla volontarietà dello stesso o come una conseguenza non voluta di un altro delitto (la rapina). In tal senso, gli esiti dell’autopsia e il loro dettaglio sulle cause e modalità del decesso saranno fondamentali per la configurazione del reato; l’esame aveva già evidenziato un paio di colpi al volto e al cranio come i fendenti mortali.

I retroscena più delicati da chiarire, perché attinenti alla vita privata della vittima, sono quelli del rapporto tra la vittima e i due fermati, sia nell’ambito della ricettazione sia di frequentazione personale legata al giro borderline della comunità gay e degli stessi immigrati irregolari. Ovvero se i due rumeni potessero in qualche modo avere avuto o avere rapporti con la vittima o se la stessa vittima fosse oggetto di qualche ricatto. Particolari come detto delicati, ma indispensabili per la costruzione del quadro dell’accusa e della difesa dei due fermati.

L’INDAGINE

L’operazione di sabato è stata condotta dai carabinieri e dagli agenti della squadra Mobile di Genova, in collaborazione con la polizia romena: «Indagini svolte alla vecchia maniera - ha sottolineato il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Gino Micale (clicca qui e ascoltalo) - senza l’ausilio di particolari attrezzature tecnologiche». Gli investigatori sono partiti da alcune impronte digitali trovate in casa di Peirè e hanno “scavato” nella vita dell’anziano, per cercare di capirne le frequentazioni.

GLI INQUIRENTI: FONDAMENTALE LA COLLABORAZIONE DELLA POLIZIA ROMENA
«Sì, forse in Romania tra i criminali è aumentata la percezione che in Italia si possa delinquere con maggiore facilità, si scambiano queste informazioni, ma i romeni che sono qui non sono tutti delinquenti»: lo ha detto Ioan Popa, colonnello della polizia romena a margine della conferenza stampa per il fermo dei suoi due connazionali accusati dell’omicidio di Angelo Peirè. I poliziotti romeni hanno dato «una grossa mano» alle indagini: «In Italia - ha spiegato Popa - ci sono più di un milione di romeni, di cui 958 sono stati condannati. Non so se questa si possa definire una percentuale alta per la criminalità. Però ce ne sono pure 450.000 con documenti regolari, con un contratto di lavoro e 350.000 in corso di regolarizzazione. Noi, comunque, siamo sempre a disposizione della polizia italiana. Il nostro ruolo è quello di dare un’informativa immediata, superando i ritardi della burocrazia. E partecipiamo direttamente alle indagini, anche con attività che possono sembrare semplici, come la verbalizzazione, ma che semplificano molto il lavoro delle forze dell’ordine».


Omicidio nei vicoli, due arresti
Giuseppe Filetto
A tradirli alcuni connazionali e la soffiata di un confidente della polizia. Avevano trovato ospitalità in provincia di Rovigo

"Traditi" dagli amici, immigrati, pregiudicati, senza lavoro e senza domicilio come loro e dalla soffiata di un confidente della polizia. Inoltre, la collaborazione della gente dei vicoli ha portato gli investigatori ai due assassini, ai rumeni che tra il 10 e il 15 di febbraio avrebbero ammazzato a pugni e calci Angelo Peirè. Doveva essere una rapina, all´anziano che a loro apriva la porta, a cui portavano merce rubata: alimentari, abbigliamento, detersivi che poi il settantasettenne rivendeva a basso prezzo alla gente del Centro Storico. Quella rapina sarebbe degenerata, trasformandosi in un omicidio. Gli uomini della Squadra Mobile e del Nucleo Investigativo dei carabinieri hanno fatto scattare le manette ai polsi di Marian Ciobanu (19 anni) ed Alexandru Toth (di 28) tra sabato e domenica. Braccati dagli investigatori, i due sono stati catturati all´una di notte, in strada, a Occhiobello, in provincia di Rovigo, dove avevano trovato ospitalità con l´aiuto di connazionali. Pronti a sconfinare in un paese extra Schengen «La cattura è il frutto della collaborazione tra polizia italiana, carabinieri e polizia rumena», sottolinea il questore Salvatore Presenti. Ognuno ha messo il proprio tassello, alla vecchia maniera, lavorando sulle informazioni acquisite sul territorio. Tanto che la conferenza stampa di ieri è stata presenziata dal comandante provinciale dell´Arma, Gino Micale, da Gaetano Bonaccorso (capo della Squadra Mobile) e dal colonnello rumeno Ioan Popa, distaccato in Italia. Mancava solo il sostituto procuratore Francesco Albini Cardona, che coordina l´inchiesta ed ha firmato l´arresto, basato sugli indizi a carico dei presunti assassini: le telefonate dall´apparecchio fisso di Peirè dimostrerebbero che l´uomo poco prima di morire abbia avuto contatti con i rumeni, o comunque con qualcuno a loro vicino; i due balordi facevano parte delle sue assidue frequentazioni; Toth e Ciobanu, insieme, si sarebbero allontanati da Genova proprio il giorno in cui su un giornale è uscita la notizia che la polizia li stava cercando. Un passo falso e decisivo per i due, tanto da far temere il pericolo di fuga e di inquinamento delle prove. Ora gli agenti guidati da Alessandra Bucci (dirigente della Squadra Omicidi) e del maggiore Vito Di Gioia (Seconda Sezione Omicidi dei carabinieri) cercano ulteriori elementi forti. Sperano di ottenerli dai rilievi compiuti nella casa di Angelo, al primo piano del civico 13 di via del Campo. Qui, dove l´ex portuale è stato trovato morto il 2 marzo scorso, dopo una decina di giorni e in avanzato stato di decomposizione, sono stati prelevati reperti biologici (macchie di sangue sul pavimento), impronte digitali ed altre tracce che sono state inviate e su cui in queste ore lavora il Ris di Parma.

Uccide la moglie, ferisce la sorella della vittima e si spara

08-Marzo-2009

BOLOGNA- Tragedia in un'abitazione sulle colline bolognesi: un uomo ha ucciso la convivente, di nazionalità romena, con un colpo di pistola, poi ha rivolto l'arma contro se stesso e ha fatto fuoco. E' accaduto a Ca' Bortolani, frazione di Savigno. L'uomo, un 60enne, è stato trovato in gravissime condizioni ed è morto dopo qualche ora in ospedale. Rimasta ferita anche la sorella della vittima: è in condizioni non preoccupanti.

Renzo Sapori, ha 60 anni, lei, romena, 27 di meno, voleva chiudere la relazione. Hanno litigato e l'uomo, geloso, ha sparato. Sapori aveva fatto il ristoratore, poi gli affari erano andati male, aveva venduto tutto e da un paio d'anni non aveva alcuna attività. Lei lavorava in una cooperativa della zona. Si era unita a quell'uomo e aveva fatto venire in Italia anche la sorella, di anno più giovane, dopo aver trovato anche per lei un impiego nella stessa impresa.

Proprio la sorella è stata testimone e vittima della follia. La donna, ferita non gravemente ha chiamato dei conoscenti che l'hanno portata in auto fino all'ospedale Maggiore di Bologna e hanno allertato il 118.

Da questo è partito l'allarme ai carabineri. Il personale di "Bologna Soccorso" ha trovato Sapori in condizioni gravissime per quel colpo di pistola alla testa ma è riuscito a portarlo vivo in ospedale. Nulla da fare invece per la sua compagna. Pochi dubbi per i carabinieri che hanno passato la notte nella casa al centro del paesino assieme al pm di turno: la ricostruzione dei fatti è sembrata attendibile e conclusiva. Qualcuno in paese ha raccontato che l'omicida era un uomo dai modi pesanti, che lei si era già lamentata della sua gelosia e che voleva chiudere quella relazione comunque difficile per la differenza di età e cominciare un'altra vita. Non ne ha avuto la possibilità, come è successo tante volte con lo stesso copione.

Verso le 16 i medici dell'ospedale hanno dichiarato la morte dell'omicida. I parenti hanno anche autorizzato l'espianto degli organi.


europa debole

Andare a fare una vacanza nei paesi in cui si paga in dollari, comprare prodotti cinesi a meno prezzo, pagare la benzina meno.
Io mi chiedo: ma i giornalisti che dicono queste scemenze lo sono o lo fanno? o non si rendono conto di quali idiozie stanno dicendo e confermano quello che penso e sento dire dalla gente, ovvero che sono solo schiavi di chi ha interesse a fargli dire simili balle.
Pagare la benzina meno: roba da morir dal ridere.
Certamente i petrolieri la pagano meno e certamente fanno un mucchio di soldi, visto che noi la paghiamo sempre lo stesso prezzo!
Comprare prodotti cinesi a minor prezzo: certo che se si potessero mangiare i computer o i lettori di DVD sarebbe conveniente. Peccato che la spesa ogni giorno si faccia in Euro e peccato che i beni alimentari e agricoli siano iperprotetti e di concorrenza da area dollaro non se ne parla nemmeno
Andare in vacanza dove si paga in dollari: la soddisfazione del pirla. A parte il fatto che sarebbe bene andare in vacanza in Italia, se fosse economicamente accessibile (ormai siamo più cari - sul serio - della Svizzera), ma che soddisfazione c'e' ad andare in vacanza dove si paga in dollari? E' soddisfazione andare in vacanza perchè si sta bene e si guadagna, non di certo quando tornando si potrebbe aver perso il posto di lavoro.
La realtà è che con l'euro così forte non si vende nulla all'estero e l'unico rimedio per le aziende è chiudere o andare a produrre dove il lavoro si paga in dollari. Oggi paradossalmente conviene aprir fabbriche in America, per non dire ovviamente tutti gli altri paesi dell'estremo oriente legati al dollaro.

La realtà è che gli americani sono furbi e usano la valuta politicamente per i loro interessi di medio e lungo periodo. Noi in Europa non abbiamo un potere politico che possa fare altrettanto e ci siamo affidati ai banchieri, che ovviamente gestiscono la valuta cercando di mantenerla ai valori più alti possibili. In questo modo garantiscono il potere di acquisto di chi i soldi li ha, contribuiscono ad aumentare il differenziale fra chi ha e chi non ha, e fanno sì che gli imprenditori e i loro dipendenti vadano in malora.
Quindi, andiamo in vacanza in area dollaro e, mentre siamo la', cerchiamo di vedere se possiamo aprirci un'attivita' e restarci, perche' qui, di questo passo, ci sara' ben poco da ridere.

EURO

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