Pimp My ProfileA un anno dal suo inizio, la crisi economica sta entrando nella fase più complessa. Negli Stati Uniti come in Europa, la crisi finanziaria si intreccia con l’inflazione e la gelata dei consumi. In questa situazione, imprese, investitori e autorità si domandano quanto profondo e quanto lungo sarà il ciclo negativo. Lo stanno facendo i capi di Stato e di governo nel G8. Lo fanno i ministri economici riuniti a Bruxelles.Questa domanda è naturale per chi deve prendere decisioni in campo economico e finanziario. Eppure, esistono ragioni per ritenere che questa crisi non sia ciclica ma strutturale e che il sistema economico e finanziario non sia destinato a tornare sulle tendenze precedenti, ma stia attraversando una vera metamorfosi. In tutte le grandi crisi, infatti, il sistema economico è uscito trasformato nel profondo, con nuove gerarchie di imprese e mercati e con un diverso modo di operare. Se questo è vero, occorre liberarsi degli abiti mentali del passato e intuire prima possibile le grandi direttrici del cambiamento. Il problema non è resistere alla crisi, ma anticipare il cambiamento.Al momento l’evoluzione dell’economia è ancora confusa e indefinita. Esistono tuttavia indicazioni che il sistema stia effettivamente mutando nella sua struttura. In modo aneddotico, e senza pretese di analisi, cito alcuni elementi di novità.L’inflazione globale rialza la testa in tutte le aree del mondo e la politica monetaria appare sostanzialmente impotente nel frenare i prezzi al consumo. I tassi di interesse, infatti, agiscono innanzitutto sui prezzi degli stock (immobili, azioni, obbligazioni). In questo contesto è ragionevole attrezzarsi a vivere con un’inflazione più elevata, nonostante gli sforzi delle autorità per contenerla.Il sistema finanziario globale sta mutando con la scomparsa di mercati e intermediari, e con un più elevato requisito di capitali. Il prezzo del petrolio e dei carburanti continua ad aumentare e già si parla del greggio a 200-250 dollari al barile, pur in presenza dei primi sintomi di recessione. Il prezzo dei prodotti agricoli, analogamente, cresce senza sosta e rilancia scenari malthusiani impensabili fino a pochi anni fa. In molti Paesi determina un ritorno profittevole all’agricoltura. Il tasso di diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione aumenta esponenzialmente in tutte le regioni del mondo e sfida la capacità di apprendimento.Infine, segnali più deboli, ma egualmente fondamentali. L’industria dell’auto americana è in grave difficoltà, per non aver compreso l’importanza del risparmio energetico e dei cambiamenti climatici nel progettare i propri modelli. E un numero crescente di genitori nelle élite inglesi e americane iscrivono i figli a scuola di mandarino, a Londra, New York o San Francisco.Questi semplici indizi non disegnano il futuro, ma indicano l’avvio di cambiamenti strutturali, molto diversi dal ciclo tradizionale. In queste condizioni, l’economia del dopo-crisi dipenderà dalle decisioni di milioni di soggetti, tra i quali emergerà chi ha visto più lungo. Una crisi, nel senso di cambiamento, non è in sé una tragedia, se il precedente modello di crescita era insostenibile. Sbaglia dunque chi pensa a una catastrofe, come sbaglia, io credo, chi pensa semplicemente in termini di ciclo.Non siamo alla fine del mondo. Quasi certamente siamo alla fine di un mondo.
lunedì 2 marzo 2009
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europa debole
Andare a fare una vacanza nei paesi in cui si paga in dollari, comprare prodotti cinesi a meno prezzo, pagare la benzina meno.
Io mi chiedo: ma i giornalisti che dicono queste scemenze lo sono o lo fanno? o non si rendono conto di quali idiozie stanno dicendo e confermano quello che penso e sento dire dalla gente, ovvero che sono solo schiavi di chi ha interesse a fargli dire simili balle.
Pagare la benzina meno: roba da morir dal ridere.
Certamente i petrolieri la pagano meno e certamente fanno un mucchio di soldi, visto che noi la paghiamo sempre lo stesso prezzo!
Comprare prodotti cinesi a minor prezzo: certo che se si potessero mangiare i computer o i lettori di DVD sarebbe conveniente. Peccato che la spesa ogni giorno si faccia in Euro e peccato che i beni alimentari e agricoli siano iperprotetti e di concorrenza da area dollaro non se ne parla nemmeno
Andare in vacanza dove si paga in dollari: la soddisfazione del pirla. A parte il fatto che sarebbe bene andare in vacanza in Italia, se fosse economicamente accessibile (ormai siamo più cari - sul serio - della Svizzera), ma che soddisfazione c'e' ad andare in vacanza dove si paga in dollari? E' soddisfazione andare in vacanza perchè si sta bene e si guadagna, non di certo quando tornando si potrebbe aver perso il posto di lavoro.
La realtà è che con l'euro così forte non si vende nulla all'estero e l'unico rimedio per le aziende è chiudere o andare a produrre dove il lavoro si paga in dollari. Oggi paradossalmente conviene aprir fabbriche in America, per non dire ovviamente tutti gli altri paesi dell'estremo oriente legati al dollaro.
La realtà è che gli americani sono furbi e usano la valuta politicamente per i loro interessi di medio e lungo periodo. Noi in Europa non abbiamo un potere politico che possa fare altrettanto e ci siamo affidati ai banchieri, che ovviamente gestiscono la valuta cercando di mantenerla ai valori più alti possibili. In questo modo garantiscono il potere di acquisto di chi i soldi li ha, contribuiscono ad aumentare il differenziale fra chi ha e chi non ha, e fanno sì che gli imprenditori e i loro dipendenti vadano in malora.
Quindi, andiamo in vacanza in area dollaro e, mentre siamo la', cerchiamo di vedere se possiamo aprirci un'attivita' e restarci, perche' qui, di questo passo, ci sara' ben poco da ridere.
Io mi chiedo: ma i giornalisti che dicono queste scemenze lo sono o lo fanno? o non si rendono conto di quali idiozie stanno dicendo e confermano quello che penso e sento dire dalla gente, ovvero che sono solo schiavi di chi ha interesse a fargli dire simili balle.
Pagare la benzina meno: roba da morir dal ridere.
Certamente i petrolieri la pagano meno e certamente fanno un mucchio di soldi, visto che noi la paghiamo sempre lo stesso prezzo!
Comprare prodotti cinesi a minor prezzo: certo che se si potessero mangiare i computer o i lettori di DVD sarebbe conveniente. Peccato che la spesa ogni giorno si faccia in Euro e peccato che i beni alimentari e agricoli siano iperprotetti e di concorrenza da area dollaro non se ne parla nemmeno
Andare in vacanza dove si paga in dollari: la soddisfazione del pirla. A parte il fatto che sarebbe bene andare in vacanza in Italia, se fosse economicamente accessibile (ormai siamo più cari - sul serio - della Svizzera), ma che soddisfazione c'e' ad andare in vacanza dove si paga in dollari? E' soddisfazione andare in vacanza perchè si sta bene e si guadagna, non di certo quando tornando si potrebbe aver perso il posto di lavoro.
La realtà è che con l'euro così forte non si vende nulla all'estero e l'unico rimedio per le aziende è chiudere o andare a produrre dove il lavoro si paga in dollari. Oggi paradossalmente conviene aprir fabbriche in America, per non dire ovviamente tutti gli altri paesi dell'estremo oriente legati al dollaro.
La realtà è che gli americani sono furbi e usano la valuta politicamente per i loro interessi di medio e lungo periodo. Noi in Europa non abbiamo un potere politico che possa fare altrettanto e ci siamo affidati ai banchieri, che ovviamente gestiscono la valuta cercando di mantenerla ai valori più alti possibili. In questo modo garantiscono il potere di acquisto di chi i soldi li ha, contribuiscono ad aumentare il differenziale fra chi ha e chi non ha, e fanno sì che gli imprenditori e i loro dipendenti vadano in malora.
Quindi, andiamo in vacanza in area dollaro e, mentre siamo la', cerchiamo di vedere se possiamo aprirci un'attivita' e restarci, perche' qui, di questo passo, ci sara' ben poco da ridere.
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